24. New year

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Il 2015 è iniziato abbastanza bene.
Io e Harry ci siamo chiariti, abbiamo passato il Natale insieme e abbiamo festeggiato Capodanno in discoteca, insieme a Niall, Zayn e Liam.

Si, col cazzo!

Okay, quest'anno è iniziato di merda. Il mio compleanno l'ho passato a litigare con Harry, dopo averlo baciato; il Natale l'ho passato per la prima volta da solo, infatti mia madre non mi ha chiamato, scritto, e ha rifiutato le mie chiamate; le mie sorelle idem; il Capodanno...oh, aspettate. Capodanno è già passato? Bene, io non me ne sono accorto. Zayn, Niall e Liam sono tornati tre giorni fa, e, senza degnarmi di una parola (se escludiamo i "taci"  o i "Sei sempre il solito codardo cazzone, Tomlinson") sono usciti a festeggiare il nuovo anno insieme a Harry, Luke e Company.
Ed io sono qui, solo, a deprimermi, imprecando contro quella fottuta sveglia che continua a suonare. So che devo alzarmi e andare all'Università, o meglio, in quell'inferno che qualcuno ha deciso di chiamare "Università", così da non farla sembrare un posto terrificante.

«Liam, non ci credo. Ora lo uccido sul serio.» sento urlare da Niall, prima di  ritrovarmi col culo sul pavimento. Di questo passo diventerà un'abitudine.

«Niall, che cazzo fai?» chiedo alzandomi, dolorante, dal pavimento freddo.

«Ti avevo detto di comprare quelle fottute merendine, e tu non le hai comprate! Oltre a fare il coglione con Harry che altro avevi di meglio da fare?» mi urla in faccia prima di uscire dalla mia stanza come un fulmine, sbattendo la porta e imprecando sotto le proteste di Zayn che, evidentemente si è appena svegliato. Sbuffando per l'ennesimo "DRIN DRIN" della sveglia, mi alzo definitivamente dal mio paradiso personale, alias letto,  e vado in cucina a fare colazione.

«Ehi, Lee» saluto il moro facendo un mezzo sorriso, tentando di addolcirlo.

«Ciao.» dice freddamente prima di prendere il suo zaino e uscire come una furia da casa, seguito da Niall che mi lancia occhiate omicide.

Tutto questo per delle stupide merendine. Andiamo, sul serio?

«Lee, credo di...oh, ci sei solo tu.» dice acido Zayn entrando in cucina e alzando gli occhi al cielo alla mia vista.

«Dovete continuare a trattarmi di merda, o riuscite a fare i ragazzi maturi e...» dico, ma Zayn mi interrompe con una grossa risata; finta.

«Tu, proprio tu, parli di maturità Louis? Ah, ora capisco, era una battuta! Aspetta, ora rido. Giuro» ironizza ripetendo la sua finta risata e tornando serio subito dopo.

«Zayn, cazzo. Cerca di capirmi. Come reagiresti se Liam ti dicesse "Sono gay e ti amo"?» chiedo incrociando le braccia a mò di sfida e lui ridacchia.

«Per prima cosa: non lo sbatterei fuori di casa.
Seconda cosa: non gli urlerei contro.
Terza cosa: ci farei un pensierino.
Dico, hai visto il suo culo e i suoi muscoli? Se fossi una ragazza me lo sbatterei all'istante.» dice con occhi sognanti che mi fanni rabbrividire. Ora anche Zayn é gay? E che cazzo.

«Zay, sei gay?» chiedo deglutendo nervosamente e aspettando la risposta.

«No. E anche se fosse lo confesserei solo ad i miei amici. E tu, caro mio, non rientri nella lista.» dice alzando il mento in segno di superiorità e uscendo dall'appartamento.

Sbuffo, e rinuncio alla colazione. Non ho voglia di mangiare, e probabilmente chi mi vedrà oggi penserà che Louis Tomlinson sia stato ucciso, e che io sia la sua "Versione Zombie".
Mi faccio una doccia in tutta fretta, dopo essermi accorto dell'orario, e mi vesto altrettanto velocemente; afferro zaino e cellulare e corro fuori di casa.
Mentre vado verso l'entrata dell'Istituto mi scontro con qualcuno, e un liquido bollente mi bagna i pantaloni. Cazzo, caffè.

«Porca troia, guarda dove vai coglione» sbraito alzando lo sguardo e rimanendo immobile davanti alla figura davanti a me.

«Non posso crederci. Eric?» chiedo dimenticandomi immediatamente del Caffè e sorridendo come un idiota.

«Louis? Dio, non ci credo! Cazzo, scusa per il caffé, ti ho macchiato i jeans.» mi saluta il biondo sorridendo almeno quanto me.

«Fanculo ai jeans. Che ci fai qui? Non ti piace il Canada?» chiedo ridacchiando e lui alza le spalle.

«Mi mancavi troppo, Tomtom» esclama lui tirandomi le guance come quando avevamo cinque anni.

«No, Tomtom  no. Tutto, ma non quel soprannome.» lo rimprovero accennando un sorriso e abbracciandolo. Eric era il mio migliore amico sei anni fa, ma poi, a causa delle condizioni economiche della sua famiglia si era dovuto trasferire in Canada. Ed ora eccolo qui. Davanti a me, in carne ed ossa.

«D'accordo, Tomtom» sghignazza lui e io alzo gli occhi al cielo. È tanto simpatico quanto irritante.

«Finiscila, ora ho lezione, ci vediamo dopo?» chiedo facendo un passo verso l'ingresso.

«Sicuro! Ora sono definitivamente uno studente universitaro di Londra, quindi non ti libererai di me così facilmente.» afferma scoppiando a ridere subito dopo.

«Non é mia intezione» rispondo ridendo a mia volta, prima di salutarlo e dirigermi in aula col sorriso ancora stampato sulle labbra.

Ehilà pipol (Si, sono inglese)
Voi sapete chi è questo Eric?
Io, boh...

Bye Byeee

Liar 》L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora