27. 17 Black

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Calmati Louis. Respira. È solo un appuntamento con Harry, il ragazzo che conosci da una vita.

Mi ripeto queste parole per tutto il tragitto da casa mia al "17 BLACK", e, invece di diminuire, l'ansia aumenta.
Appena intravedo l'insegna del locale l'idea di fare retromarcia e scappare nuovamente a casa mi sfiora la mente, ma se facessi una cosa del genere sarei proprio un coglione.

Concordo.

Bene. Scendo dall'auto, dopo averla parcheggiata, e mi guardo intorno, cercando Harry in mezzo a quell'ammasso di gente.

«Nano» sento urlare da qualcuno dietro di me. Mi volto e vedo Harry che mi viene incontro, e non posso fare a meno di notare quanto sia incredibilmente bello.
Fermi tutti! Da quando penso queste cose?

Coglione, perchè sei venuto a questo appuntamento? Per capire la tua identità sessuale?

Forse. Okay, no. Sono venuto per Harry, e basta.

«Taci, Harold» lo sfotto salutandolo con una pacca sulla spalla, che mi sembra apprezzare, anche se nel suo sguardo posso leggere un pò di delusione. Ma, ehy, non posso saltargli addosso al primo appuntamento, non so neanche se sono gay.

Oh, si che lo sei, Loulou.

Ssh.

«Entriamo?» chiede Harry interrompendo il silenzio imbarazzante che si è creato. Annuisco e lo seguo all'interno del locale, che, come ricordavo, non è il solito ristorante formale che ti fa sentire a disagio.

«Ora, il nostro tavolo è già prenotato. Prova a indovinare qual'è» esclama sorridendo apertamente e mostrando le fossette. Ora sembra un bambino.
Un bambino fottutamente tenero, di quelli che ti fanno venire voglia di stritolargli le guance e fare la vocina scema solo per farli sorridere.

«Non dirmi che hai prenotato quel tavolo?» chiedo con una vocina acuta. E ora sembro io il bambino.

«Oh si, Loulou» risponde calcando il nomignolo e facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Ignorerò il soprannome che mi hai dato, solo per oggi. Per evitare di rovinare la serata» affermo con un broncio chilometrico, sedendomi a tavola di fronte a lui.

«Non fare il bimbo viziato e permaloso, Loulou» mi riprende puntandomi un dito contro e sorridendo leggermente.

«Ora ti uccido» dico fra i i denti prendendo il Menù e nascondendo il viso dietro quest'ultimo.

«Non lo faresti mai, mi vuoi troppo bene» afferma sicurò di sè, tentennando un poco su quel "mi vuoi troppo bene".

«No, io ti ano» rispondo, per poi scoppiare a ridere dopo aver visto la sua faccia confusa.

«Non sei per niente simpatico. É colpa del T9» si giustifica abbassando lo sguardo in imbarazzo. Harry in imbarazzo? Ah, cosa fa l'amore.

«Vuoi dirmi che il tuo T9 ha la parola "ano" registrata? Non oso immaginare come sia finita sul tuo cellulare. Non sapevo facessi sesso telefonico» ironizzo, ridendo alla mia stessa battuta, ma appena alzo lo sguardo si Harry mi blocco.

L'hai offeso. Complimenti, Louis. Perchè sei così idiota?

«Scusami, Harry. Non volevo offenderti, giuro. Stavo cercando di scherzare, ma sono nervoso, e non controllo ciò che esce fuori dalla mia bocca» mi scuso abbassando lo sguardo sulla tovaglia grigio perla del locale.

«Non fa niente.» ribatte lui continuando a fissare le sue mani che si intrecciano fra di loro.

«Allora, cosa prendi?» chiede dopo un pò senza staccare lo sguardo dalle sue mani.

«Una boccata d'aria fresca» ribatto, e prima che possa dire, fare o chiedere qualcosa, lo trascino fuori dal locale.

«Perchè siamo usciti?» chiede mordendosi le unghie. Povere mani.

«Harry, questi non siamo noi, okay? Insomma, guardaci, siamo in un ristorante, nervosi come non mai, e non sappiamo di cosa parlare. Inoltre stiamo uscendo insieme  dopo una settimana in cui non ci siamo parlati. Non va bene.» spiego incrociando le braccia sul petto, e il suo sguardo si fa ancora più triste.

«Se non volevi uscire con me potevi dirlo, Louis.» dice nervosamente, prima di voltarsi e camminare verso la sua auto.

Ci risiamo. Ora tu gli corri dietro e lui ti perdona. Siete troppo monotoni. Ma una bella scopata no, eh?

Oh Cristo.

«Harry, aspetta.» lo richiamo correndogli dietro.

Tipico.

«Che vuoi?» quasi urla, voltandosi di scatto, e ritrovandosi a due centimetri da me.

Oh cazzo. Oh cazzo.

Non riesco a dire nulla, il suo viso a due centimetri dal mio mi ha completamente fottuto il cervello.
Lui sembra nella mia stessa situazione. Azzurro nel verde, il cielo che incontra la terra, semplicemente io e Harry.

«Se non ti allontani entro tre secondi non rispondo delle mie azioni» balbetta lui fissandomi le labbra e deglutendo rumorosamente.

1, 2, 3.

«Sono passati.» annuncio, facendolo sorridere, prima di poggiare le mie labbra sulle sue, in un bacio, per niente casto.

Solo in questo momento mi rendo conto di quanto mi siano mancate le sue labbra carnose e rosse, il suo sapore mischiato al mio. L'ho baciato tre volte, ma in questo momento vorrei fossero molte di più. Ci dividiamo per riprendere fiato, e sorridiamo entrambi come due idioti.

«Io propongo una cena con cibo spazzatura e passeggiata nel parco»
dico improvvisamente, sentendo una stretta allo stomaco.

«Dopo avermi baciato pensi al cibo? Niall, esci da questo corpo!» mi prende in giro, cominciando a camminare verso un Fast Food.

«Non potrei mai essere Niall» affermo raggiungendolo e sentendo le nostre mani che si sfiorano di continuo, mentre camminiamo fianco a fianco.

«Chi me lo garantisce?» chiede continuando a scherzare.

«Niall non é gay» ammetto per la prima volta, a Harry e a me stesso.

Sentite queste voci?
SONO GLI ANGELI CHE CANTANO "Alleluiiiiaaa"!
Felici?

Ora mi dileguo come al solito
Bye Byeee

All the love. A

Liar 》L.S.Where stories live. Discover now