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Capitolo 3.
Pentimento.

"La mente di Mia urlava affinché scegliesse di allontanarlo, ma il suo corpo e la sua anima non erano d'accordo. Avrebbe voluto zittire ogni cosa e rivivere all'infinito la nottata con lui."

Mi sveglio e apro gli occhi lentamente, mettendo a fuoco la stanza che è quasi del tutto illuminata. Dannazione, ieri notte ho dimenticato di chiudere le persiane... questo pensiero mi fa destare immediatamente e sussulto, ricordando il perché di questa dimenticanza. Il motivo è chiaro e, girandomi verso destra, lo vedo dormire beato accanto a me. Jorginho.

Mi passo le mani sul viso e poi mi porto i capelli all'indietro, in un gesto quasi esasperato. Ma che diavolo mi è saltato in mente? Non sono stata in grado di mantenere la promessa che mi ero fatta. Che ne è stato del mio 'niente complicazioni'? Puff, una promessa sparita immediatamente davanti a un sorriso mozzafiato, due occhi verdi e un modo di fare sicuro e affascinante. Sono caduta vittima della sua trappola.

Sbuffo nervosamente e decido di alzarmi. Ho bisogno assolutamente di bere qualcosa e pensare bene a cosa dirgli una volta che si sveglierà. Non voglio che ciò che abbiamo fatto stanotte si ripeta, anche se è stato piuttosto bello e solo a ripensarci vado in panne, non posso permettermelo.

Indosso l'intimo e una maglia lunga, che prendo dal primo cassetto dell'armadio, e mi dirigo in cucina, lasciando il centrocampista a dormire. Sono sicura non ci metterà ancora tanto a svegliarsi, immagino abbia una routine che preveda tutto fuorché oziare.

Apro il frigorifero e afferro la bottiglia di succo d'ananas, scegliendolo al posto dell'acqua per dissetare la mia gola secca. Poi mi dirigo alla credenza, che è alla mia destra, e prendo i biscotti che ho acquistato qualche giorno fa e non ho ancora aperto.

Solitamente faccio colazione al bar del centro sportivo, ma oggi non lavoro, quindi mi arrangerò così. Per una volta mi risparmio le battute derisorie del barista a proposito della mia 'colazione da italiana'. Non capisco cosa ci sia da prendere in giro con tanto divertimento ogni Santa mattina. Non è per nulla piacevole per chi, come me, odia sentir le persone parlare appena sveglia.
Per fortuna, per farlo zittire, mi basta dire tre semplici parole: '11 luglio 2021' e voilà, il gioco è fatto, ottengo velocemente la pace.

"Buongiorno, potevi svegliarmi, invece di scappare dal letto come una ladra." alzo la testa verso Jorginho, sentendolo parlare, e trattengo immediatamente il fiato vedendo che ha addosso solo l'intimo. Non iniziamo bene la giornata.

"Potevi vestirti." commento, ignorando le sue parole e continuando a mangiare il biscotto che ho in mano. Mi rendo conto di quanto il mio tono risulti freddo, ma davvero voglio mettere le cose in chiaro. Io e lui non finiremo mai più a letto insieme.

"Wow, che accoglienza." ironizza, inarcando un sopracciglio "Che ti prende? Ieri notte non sembrava ti desse fastidio guardarmi in questa condizione" il solo ricordo di noi due mi fa affluire il sangue alle guance e deglutisco, cercando di scacciare via dalla mia mente l'immagine di ciò che è successo.

Mi alzo in piedi, rendendomi conto che mi è passata la fame, sparita tutta in una volta. Così mi verso un po' di succo in un bicchiere e inizio a sorseggiare piano, mentre decido cosa rispondere. "Abbiamo sbagliato, non sarebbe dovuto succedere." non sembro convinta delle mie parole e mi maledico per questo. Dio, devo sembrare sicura e far sì che il messaggio gli arrivi forte e chiaro... ma non è semplice davanti ai suoi occhi che mi fissano

"Sbagliato?" sorride maliziosamente e cammina verso di me, fino a raggiungermi. Sono come bloccata, non ho il coraggio e la forza di sottrarmi alla sua mano che si posa sul mio fianco. Nonostante il tessuto della maglia non faccia entrare in contatto diretto la nostra pelle, sento comunque milioni di brividi percorrermi. "Ma che dici? È stato fantastico."

Cosa mi manchi a fare|| JorginhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora