27°

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Capitolo 27.
Il bagno.

"Mia voleva che Jorginho le dimostrasse di essere, per lui, unica, ma lui era davvero stufo delle sue parole avvelenate e di tutte le sue manipolazioni."

-Per il capitolo è consigliato l'ascolto di Kumite di Salmo.-

Sono seduta nel bordo dell'enorme vasca da bagno, da circa dieci minuti, e proprio mentre afferro il cellulare per chiamare un taxi e andare via, ora che sono leggermente più calma, sento qualcuno bussare alla porta.

Trattengo il fiato automaticamente e decido di stare in silenzio sperando che se è qualcuno che deve usare il bagno si stanchi e vada via, invece bussano un'altra volta e poi sento la voce di Jorge riecheggiare da fuori

"Mia, so che sei lì, ti ho cercata dappertutto. Apri" bussa ancora, in modo meno forte e io, sbuffando, mi alzo e vado ad aprirgli la porta. Non ho nessuna voglia di vederlo, ma non posso restare rinchiusa qua per tutta la vita, prima o poi devo affrontarlo.

I suoi occhi, appena mi appare davanti, mi scrutano attentamente, ma io distolgo lo sguardo dal suo e mi allontano dandogli le spalle, mentre lui entra nel bagno, chiudendo nuovamente la porta a chiave.

"Jorginho, voglio andarmene a casa. Non so se vuoi accompagnarmi tu, o altrimenti chiamo un taxi, ma l'importante è andarsene" ora mi rigiro verso di lui, incrociando le braccia al petto e osservandolo con nervoso. Il solo pensiero che sia rimasto a parlare con quella gatta morta mi fa arrabbiare sempre di più, ogni minuto che passa è sempre peggio.

"Ti calmi un attimo e smetti di agire impulsivamente?"

Rido nervosamente sentendo le sue parole, agire impulsivamente? Veramente mi sto controllando anche troppo, considerando l'entità dei miei pensieri. "Se avessi agito in modo impulsivo, la tua amica avrebbe per tutta la vita il ricordo del mio pugno sulla sua faccia."

Lo osservo mentre alza appena gli occhi al cielo e poi si passa la mano tra i capelli, in modo quasi infastidito e annoiato. "Non ti ha fatto nulla di male, andiamo, Mia"

"Te la sei fatta e hai il coraggio di venire qua a difenderla?" urlo, senza riuscire a trattenermi "Ci stava palesemente provando con te e tu non hai fatto niente. Dov'è il rispetto che mi devi?"

La sua espressione si colora di meraviglia per qualche secondo, come se non si aspettasse proprio che fossi a conoscenza di ciò che c'è stato tra loro, poi si riprende e scuote la testa. "Io non ti ho mancato di rispetto. Sono stato con lei quando tu stavi con Kepa, non ho fatto nulla di male."

"Assolutamente, non mi dovevi nulla in quel momento, ma sicuramente ora sì. Non puoi essere in mia compagnia e flirtare con altre" mi avvicino a lui e gli do una spinta nervosa, non spostandolo, però, nemmeno di un centimetro "Ma tu sei così, no? Tu non sai stare in una relazione seria, giusto, Jorginho?"

"Stai esagerando, Mia." parla quasi come se mi stesse dando un avvertimento "Davvero, calmati e poi parliamo quando sarai tornata in te"

Sorrido con amarezza e mi avvicino ancora di più a lui, quasi sfidandolo, mentre assottiglio lo sguardo "altrimenti che succede?"

Mi avvicino sempre di più, puntando i miei occhi nei suoi verdi, e mi inumidisco le labbra passandoci la lingua in modo lento e provocatorio. Sono terribilmente incazzata con lui, ho bisogno che mi dimostri che non devo essere gelosa di nessuna, che non devo essere paranoica. Voglio che mi dimostri che lui vuole solo me.

"Vuoi fare sesso qua, sul serio?" me lo chiede come se la cosa non lo allettasse particolarmente, mentre io scrollo le spalle con indifferenza, come se non mi importasse, anche se inizio già a slacciargli i primi bottoni della camicia bianca che ha addosso "Non risolverà la situazione che si è creata, Mia."

Cosa mi manchi a fare|| JorginhoWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu