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Capitolo 6.
Gelosia e immaturità.

"La sua attenzione su di un'altra, le mani di un'altra su di lui, il pensiero di cosa avrebbero potuto fare insieme, tutte cose che fecero accendere il fuoco della gelosia dentro Mia, anche se, in fondo, era consapevole di non avere nessun diritto."

Jorginho

Mason e Kai ridono divertiti per qualcosa che Thiago Silva ha appena raccontato, ma non ho la più pallida idea di cosa sia. Sono assente e non so nemmeno io il perché. So solo che se Mason non mi avesse obbligato, non mi sarei certamente scomodato a venire in questa discoteca, a detta sua per festeggiare la vittoria di oggi.

"Jorgi, hai il sensore spento per caso? Quella bella bionda ti sta fissando da venti minuti" proprio lui mi dà una gomitata nel fianco per attirare la mia attenzione e indica il bancone del locale con un cenno del capo

"Magari sta guardando te, visto che siamo seduti accanto" la realtà è che l'ho notata già da un po', ma non mi andava di andare da lei

L'inglese mi lancia un'occhiata malefica e scuote la testa "Hai intenzione di farmi ammazzare da Elise? Perché mi ammazzerebbe anche solo se sapesse che ho definito 'bella' la tipa che ti sta fissando, meglio non lo sappia mai" ci scherza su, mentre improvvisa delle virgolette in aria con le dita. La realtà è, però, che so bene quanto ci tenga alla sua ragazza anche se stanno insieme da pochi mesi. Sono molto affiatati e il sentimento che c'è tra loro è chiaro, anche se lui fa l'idiota è palese che sia perso.

Sbuffo nervosamente e mi chiedo mentalmente perché io sia ancora seduto qua invece che dalla ragazza bionda. Insomma, sembra quasi mi stia spogliando con gli occhi e in altri giorni non mi sarei certamente fatto scappare l'occasione. "Ok, ci vado. Non aspettatemi qua, la porto a casa" mi alzo dal divanetto con fare sicuro, sotto le risate e le allusioni che iniziano a fare i miei amici e che io, sorridendo, ignoro.

Mi avvicino al bancone del bar, sistemandomi la camicia azzurrina che ho addosso, ma senza prestare attenzione alla tipa, attendendo che faccia lei la prima mossa. Ordino un cocktail a caso, leggero perché devo guidare, e subito sento un profumo dolciastro espandersi accanto a me, segno che la ragazza si è seduta più vicino.

"Ti piace farti desiderare per caso?" mi giro nella sua direzione appena la sento parlare e le lancio un'occhiata. Da vicino mi rendo conto che sembra avere qualche anno in più di me, ma nonostante questo è una donna veramente bellissima ed elegante. Ha indosso un semplice abito beige, che le arriva fino al ginocchio, e ha i capelli biondi sciolti e lisci. E pensare che stavo per lasciare perdere per colpa dei miei pensieri che sono troppo opprimenti.

"No, solitamente no, ma volevo capire se una donna così bella potesse davvero avere voglia di parlare con me" le sorrido, facendo il finto modesto, mentre lei ridacchia compiaciuta. Sapevo che avrei fatto colpo.

"Ebbene sì, ti osservavo mentre stavi con i tuoi amici, mi sembrava di averti già visto, ma non capivo dove, finché ho chiesto al barista e me l'ha detto, Jorginho" si morde il labbro inferiore in modo malizioso, pronunciando il mio nome con enfasi, e io scuoto appena il capo, ridendo

"In persona, ma per te sono solo Jorge." le tendo la mano e lei prontamente la stringe, accarezzandomi appena il dorso con le unghie rosso acceso

"Io sono Brianne" faccio per risponderle, ma mi zittisco ancora prima di aprire bocca quando, spostando lo sguardo appena dietro di lei, vedo Mia farsi spazio tra la folla. Mi blocco letteralmente, come se fossi un deficiente, e la osservo mentre parlotta con delle altre ragazze, tra cui Felepa, l'altra fotografa della squadra.

Ma con tutti i locali doveva venire proprio qua? Dannazione, nel momento in cui provo a conoscere un'altra donna, lei appare davanti a me. Sembra quasi un incubo. Un maledetto incubo.

Cosa mi manchi a fare|| JorginhoOù les histoires vivent. Découvrez maintenant