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Capitolo 12.
Sputare nel piatto dove si ha mangiato.

"Mia continuava ad avere le idee confuse. La seconda uscita con Kepa stava andando bene, ma l'italo-brasiliano era sempre nei suoi pensieri, ed incontrarlo non rendeva le cose semplici, proprio per niente."

Jorginho

Ringrazio la cameriera che ci ha appena portato le nostre ordinazioni e poi mi soffermo a guardarmi intorno.

Questo locale è uno dei miei preferiti, nonostante abbia aperto da pochissimi mesi. Ho conosciuto Sophia, la proprietaria, durante una vacanza a Torino, una sera, nel suo primo locale, il 55. Perciò sono stato davvero entusiasta quando ho scoperto che aveva deciso di ampliare i suoi business e di aprirne anche uno a Londra. Al momento lei continua a gestire quello di Torino, mentre la dirigenza di questo è in mano a sua cugina, Ginevra, che è anche la ragazza di Kai; i due si sono conosciuti proprio in questo locale e sembrerebbe vadano piuttosto d'accordo.

Questo, proprio come il 55, è un posto tranquillo. Offre musica, ma con un volume non eccessivamente elevato, la pista da ballo c'è ma non è grandissima, il cibo è ottimo e il personale impeccabile. Sophia ha fatto un ottimo lavoro e Ginevra continua a gestire tutto alla perfezione.

"Ma scusa, dice che non vuole un rapporto esclusivo di solo sesso con te, perché si sentirebbe soffocata, ma poi inizia ad uscire con Kepa che è in cerca di una relazione seria?" riporto lo sguardo su Thiago, sentendo continuare il discorso che stavamo affrontando prima dell'arrivo della cameriera "Jorge, non è normale questo comportamento"

Annuisco consapevole davanti alle sue parole "lo so, è maledettamente incoerente in ogni cosa che fa. Dio, anche quando si è pentita di aver fatto sesso. Tu non puoi immaginare come stiamo bene insieme, c'è un'intesa e una passione che non ho mai avuto con nessuno, mi fa impazzire letteralmente, e so che lo percepisce anche lei tutto ciò, ma poi se ne pente, sembra di avere a che fare con due ragazze differenti"

Lo vedo sorridere appena, mentre scuote piano la testa e, prima che apra bocca, so già cosa deve chiedermi "ti piace, eh?"

Come negarlo, purtroppo è così. "Sì, ma non posso starle dietro. Non è normale. Non sono il suo baby-sitter. E non è nemmeno l'età il problema, bensì lei. Non credo che tutte le diciannovenni del mondo siano così immature e confuse su ciò che vogliono o non vogliono"

Sbuffo nervosamente e giro appena la testa, nello stesso momento vedo proprio lei entrare nel locale con Kepa. Ma non è possibile, me la ritrovo dappertutto anche quando vado in un qualche posto per cercare una soluzione e per smettere di pensarla? Che scherzo di cattivo gusto da parte del destino, ti stai divertendo, bastardo, eh?

Continuo a fissarla spudoratamente e lei, dopo qualche secondo, come richiamata dal mio sguardo, alza il viso verso me. I suoi occhi chiari si sgranano appena, ma poi si ricompone e prende Kepa per mano, portandolo al centro della piccola pista. Oltre loro ci sono due coppie, ma io tengo gli occhi incollati su di lei.

La vedo ondeggiare a ritmo della canzone techno, poi avvicina il suo corpo maggiormente al mio amico e quasi si struscia su di lui. Deglutisco nervosamente e stringo i pugni davanti alla scena e capendo che, anche questa volta, è tutta una tattica per arrivare a me. Lei si sente soffocata dalla mia proposta di non andare a letto con altri durante la nostra relazione di sesso, e sempre lei cerca di farmi ingelosire così! Mia, dovresti mettere ordine nella tua testa.

"Jorge, non potete continuare così." mi obbligo a smettere di guardarla e ripresto nuovamente la mia attenzione al centrocampista "E non è giusto che Kepa venga preso in giro in questo modo. Lo sai bene com'è fatto, lui non sta giocando con Mia. Se le ha chiesto di uscire, è perché gli piace"

Cosa mi manchi a fare|| JorginhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora