14°

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Capitolo 14.
Un piano.

"A Mia non piaceva per nulla l'idea che Jorginho parlasse di tutto con Kepa, ed era decisa ad architettare qualcosa che rovinasse i piani del centrocampista."

Ho pensato e ripensato se venire qua fosse la cosa giusta, ho cercato di valutare pro e contro, poi ho capito che era l'unico modo per evitare che Kepa scopra ogni cosa. Jorginho mi aveva dato due giorni di tempo per lasciarlo e domani è già il secondo giorno, non posso permettere che gliene parli.

Suono a casa dell'italo-brasiliano, cercando di mostrarmi sicura di me, come sempre, e senza nessuna traccia di esitazione sul viso. La porta si apre praticamente subito e i suoi occhi si strabuzzano immediatamente alla mia vista. Cerco di non ridacchiare davanti alla sua reazione e lo supero, senza nemmeno aspettare che mi inviti in casa.

Lo sento sbuffare e poi chiudere la porta d'ingresso con troppa aggressività, così mi giro verso di lui, prestandogli la mia attenzione. Vedo il suo viso nervoso e teso, mentre quasi mi fulmina con lo sguardo. "Mia, che diavolo ci fai qua?"

"Dobbiamo parlare. Pretendo che non dici nulla di noi a Kepa. Ho intenzioni serie con lui." queste parole risultano poco reali persino alle mie orecchie, infatti lui scoppia a ridere senza umorismo, per poi tornare serio di colpa. "Jorginho, ti chiedo di non farlo"

"Esci da casa mia, non è un bene che tu sia qua" speravo che lo dicesse, che mi desse un segnale che avermi nella stessa stanza gli crea difficoltà a resistermi. "Il fatto che tu sia qua dimostra solamente che non sei sincera nei confronti di lui"

Io alzo gli occhi al cielo, annoiata, poi mi avvicino lentamente a lui, il quale sussulta appena passo i miei polpastrelli sulle sue labbra. Non potrà dire nulla a Kepa se farà qualcosa di sbagliato con me mentre io e lui ci stiamo frequentando, sarà colpevole tanto quanto me e non potrà raccontargli nulla se non vorrà perdere un amico. "Ma come, sono appena arrivata e già vuoi che vado via?!"

Metto su una finta espressione offesa e poi gli lascio un bacio sull'orecchio, mordendogli appena il lobo, e poi gli bacio il collo subito dopo. La sua pelle diventa d'oca sotto ai miei baci e mi compiaccio per l'effetto che gli faccio.

"Mia, smettila. Dio, stai uscendo con un mio amico, non possiamo fare questo." cerca di allontanarmi, ma prontamente io gli metto le braccia intorno al collo, facendogli avvicinare la bocca alla mia. Lo fisso dritto nei suoi occhi verdi, soffiandogli sulle labbra e facendo aderire i nostri corpi "Mia, basta davvero."

"Non sei obbligato a fare nulla che non vuoi, Jorgi." fingo innocenza, sbattendo le ciglia e sorridendo appena "Ti sono solo un po' troppo vicina, ma puoi resistere, no?"

Si porta le mani sul viso e si nasconde, come per evitare di guardarmi e così, di conseguenza, cedere. Ma è inutile che faccia così, lo sento che non potrà continuare a resistermi ancora per molto. Mi desidera e otterrò quello che voglio, devo solo continuare su questa strada.

Gli sposto le mani dagli occhi e avvicino nuovamente le labbra alle sue, iniziando a parlare a bassa voce, come per mantenere tra noi ciò che ci diciamo, so bene che questo rende più intimo il momento. "In fin dei conti, hai saputo starmi lontano tutte queste settimane, non puoi continuare su questa linea?"

Evita il mio sguardo in tutti i modi possibili e immaginabili, e questo mi fa solo capire che è davvero al limite dell'autocontrollo. Ma dai Jorgi, lasciati andare con me.

"Ma non hai detto che non sono nulla di che e che venire a letto con me non era nulla di speciale?" usa un tono da stronzo, con un sorrisetto sicuro di sé, come se pensasse che questo mi possa fare demordere in qualche modo. Sa bene che gliel'ho detto solo per ferire il suo stupido ego e il suo stupido orgoglio. Peccato che in questo momento non mi faccia fermare da niente.

Sbuffo ancora annoiata e passo le mani in mezzo ai suoi capelli, più e più volte, mentre gli fisso le labbra e mi mordo le mie, facendogli intuire così i miei pensieri. "Jorge, quale è stata la nostra volta che ti è piaciuta di più?" fingo di essere pensierosa, poi indico il muro dietro di me, senza nemmeno girarmi "A me là, sul muro del soggiorno. Ma devo ammettere che anche al centro sportivo è stato indimenticabile, quel gusto del proibito ha reso tutto più eccitante"

Deglutisce sentendo le mie parole e gli lascio immediatamente un piccolo bacio sul pomo d'Adamo dopo averlo visto muoversi. Sento il suo respiro farsi sempre più corto e irregolare. Quanto pensi di potermi tenere testa, Jorginho?

"Kepa merita questo?" le sue parole mi bloccano per un istante, poi decido di ignorarlo, iniziando a sbottonare, uno a uno, i bottoni della mia camicetta nera che ho abbinato a una gonna corta del medesimo colore e a degli stivali che mi arrivano sopra al ginocchio, sempre neri. "Mia, no! Non verrò a letto con te, rivestiti."

Usa un tono di rimprovero, come se volesse incutermi timore, ma a me non fa né caldo né freddo, anzi, rende tutto più divertente. "Certo che no, solo che la temperatura in questa stanza è troppo alta e ho bisogno di levare questa. Non pensare male e non fraintendere" la lascio cadere a terra e gli sorrido maliziosamente.

Dopo di che, mi avvicino nuovamente a lui e gli prendo la mano tra le mie, facendogli passare le dita sul mio petto, in modo lento, mentre sosteniamo l'uno lo sguardo dell'altro. "Dio, Mia. Non ce la faccio più"

Scrollo le spalle, mentre mi allontano di qualche passo da lui e mi indico "sono qua, Jorgi."

Scuote la testa ripetutamente, come a tornare in sé, ma poi posa il suo sguardo su di me e famelico mi si avvicina, posando finalmente le sue labbra sulle mie. Mi bacia con foga e con fare possessivo, come se volesse dimostrarmi di essere lui a condurre i giochi e volesse farmi capire che vorrebbe fossi solo sua.

Gli tolgo velocemente la maglia e gli accarezzo il petto, mentre lui continua a spogliarmi e baciarmi allo stesso tempo, in modo passionale e a tratti nervoso. Mi sa che l'ho fatto incazzare un bel po'.

Mi prende in braccio, all'improvviso, e poi si accomoda sul divano, tenendomi sopra di sé a cavalcioni. "Mia, quando stavolta avrò finito con te, non ti passerà nemmeno nell'anticamera del cervello di avvicinarti a un altro."

Gli lancio uno sguardo di sfida, mentre sento ogni parte di me come se fosse in completa estasi. Che effetto ha su di me? Mi spaventa tutto ciò. "Dimostramelo, Jorge."

I suoi occhi brillano ardentemente sentendo le mie parole e mi bacia nuovamente sulle labbra, in un bacio che non ha nulla di casto e puro, e nessuno dei due aggiunge altro sul discorso. Lasciamo che siano i nostri corpi a parlare per noi, i quali si uniscono alla perfezione, i quali si desiderano e si completano come se fossero stati creati per stare insieme e basta.

Lasciamo parlare la passione che brucia tra di noi, la sintonia che si è creata sin dalla prima volta, mentre mi dimostra per l'ennesima volta che quello che c'è tra noi è raro.

Però stavolta, quello che non sa, è che sono io a condurre il gioco, a muovere i fili per raggiungere il mio scopo. Pensava che dopo ciò che mi ha fatto sarei caduta nuovamente tra le sue braccia così facilmente? Sarà meglio divertirsi un po' stanotte, perché sono sicura che domattina non sarà per nulla contento di ciò che ho architettato.

Nota: 14:56 ehilà, oggi vi spetta un doppio aggiornamento perché ho avuto modo di scriverlo ieri notte. AMATEMI

ANYWAY, in questo capitolo vediamo Mia che si reca a casa di Jorginho con l'intento di fargli perdere la testa. Alla fine lui cede, troppo attratto da lei, ma la verità è che non sa cosa davvero Mia stia cercando di fare... Cosa ne pensate? IO NON LA SOPPORTO RAGA

detto ciò, buon resto di giornata, ci sentiamo stanotte. Baci, Ele 🤍

Cosa mi manchi a fare|| JorginhoWhere stories live. Discover now