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Capitolo 20.
Torino.

"L'umore di Jorginho peggiorava ad ogni minuto, mentre Mia fece l'unica cosa che riteneva giusta in quel momento."

Jorginho

Arrivo al centro sportivo e mi vado a cambiare immediatamente, anche se nessuno dei miei compagni è ancora presente. Ho bisogno di iniziare a fare una corsetta, per scaricare la tensione che ho in corpo da ieri. Non riesco a scacciare via questo malessere che sento dentro, in nessun modo.

Indosso la divisa del Chelsea e mi infilo le scarpette, per poi uscire dagli spogliatoi e avviarmi verso il campetto. D'istinto lancio uno sguardo a bordo campo, sicuro di trovare già Mia, Felepa e Noah, ma mi rendo conto che della prima non c'è traccia, mentre gli altri due stanno sistemando ogni attrezzo per le foto. Solitamente lei è quella ad arrivare prima e ad andare via dopo, ma oggi non è così.

Scuoto la testa, scacciando il pensiero di lei dalla mente e concentrandomi solo sull'allenamento e sulla partita di sabato.

Ora che ho sistemato ogni cosa, non devo più preoccuparmi di Mia, per me deve tornare ad essere solamente la fotografa della squadra, come prima della Supercoppa.

*****

Mia

Entro nell'aeroporto e sospiro debolmente, sentendomi finalmente a casa. Avevo assolutamente bisogno di staccare la mente, perciò ho preso alcuni giorni di ferie e sono tornata a Torino.

Avanzo verso l'uscita con la valigia e alzo immediatamente la testa sentendo qualcuno fare il mio nome. I miei occhi si posano sulla figura della mia migliore amica, Aura, che mi sta osservando con espressione dispiaciuta e felice allo stesso tempo. Ieri notte le ho telefonato per farle sapere che sarei tornata per qualche giorno, ma senza raccontarle nulla di ciò che mi è successo. Sapevo che si era accorta del mio umore nero, ma non credevo sarebbe venuta a prendermi all'aereoporto.

"Mia, tesoro." mi raggiunge e mi stringe in un abbraccio, che io ricambio immediatamente, mollando momentaneamente il trolley che stavo trainando "Che succede?"

Alcune lacrime abbandonano nuovamente i miei occhi, perché nel suo abbraccio mi sento protetta, mi sento a casa, perciò lascio sfogare libere le mie emozioni. "È successo un casino, Auri. Un casino enorme e non so come risolverlo"

Non ho nemmeno idea se si possa risolvere o meno. Al momento so solo che mi sento leggermente persa e che ho una strana nausea che mi ha perfino tolto l'appetito. Continuano a rimbombarmi in mente le parole di Jorginho a casa sua, le parole di Jorginho ieri al campo, e poi Kepa... il suo sguardo deluso e ferito. Rivivo in continuazione queste scene, mentre mi chiedo se avessi potuto agire diversamente per cambiare il corso di tutta la storia.

"Mia, adesso ti accompagno a casa e stiamo un po' insieme, così mi racconti ogni cosa appena ti calmerai un po', ti va?" mi accarezza piano i capelli e io annuisco, mentre tiro su col naso e afferro nuovamente la valigia e, senza aggiungere altro, ci avviamo verso la macchina.

Stare qua a Torino, con i miei amici e la mia famiglia, sono certa che mi sarà di grande aiuto. Dopo questi giorni di vacanza, tornerò a Londra come nuova.

*****

"Oh, wow" Aura assume un'espressione leggermente scioccata appena finisco di parlare, ma poi riacquista pienamente il controllo della situazione e delle sue emozioni "Avevi ragione, è un bel casino. Ma io penso che in realtà tu sappia dove hai sbagliato e che è solo uno dei due quello che vuoi davvero"

Cosa mi manchi a fare|| JorginhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora