I. Primo incontro

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-Voglio che tu sia a casa entro mezzanotte, non si discute.-

-Ma mamma, quando arriveremo lì saranno quasi le undici. Ti prego, per una volta, possiamo spostare il coprifuoco all'una?-

-Sei impazzita? Ti ricordo che Roppongi non è il posto più sicuro dove girare da sola nel cuore della notte.-

-Saremo in quattro e non ci separeremo. Papà, dille che sta esagerando, per favore.-

Voltai lo sguardo verso mio padre, che si era appena seduto sulla poltrona di fronte a noi in sala, cercando di persuaderlo con gli occhi da cerbiatto che, quando ero bambina, mi avevano sempre permesso di avere la meglio quando volevo ottenere qualcosa.

-Beh, cara, Reiko è sempre stata affidabile, credo che per una volta potremmo farle una concessione. La cosa più importante è che tu ci scriva quando sarai arrivata al locale, quando ripartirai da lì e, soprattutto, che non ti allontani mai dalle tue amiche.- rispose il signor Misaki, desideroso di porre fine a quella discussione tra le donne di casa.

-Visto? Il papà si fida! Ti prego, sarà solo per questa volta.- dissi rivolgendomi a mia mamma, sperando che la diatriba giungesse finalmente alla fine.

-E va bene, non voglio passare sempre per la guastafeste. Per stasera potrai rientrare all'una, ma non un minuto più tardi, signorina.-

-Oh, grazie grazie grazie! Siete i migliori! Ora vado, devo raggiungere Mei e le altre alla fermata!- risposi con entusiasmo e, senza dar loro tempo di ribattere, corsi per le scale ed entrai nella mia stanza.

Dovevo recuperare solo la borsa, le chiavi di casa e il cappotto, dopodiché avrei raggiunto le ragazze all'ingresso della metropolitana. Una volta preso il tutto, scesi in ingresso, salutai i miei genitori promettendo nuovamente che avrei rispettato l'orario di rientro ed uscì.

Era la prima volta che sarei uscita a Roppongi: tutti i miei compagni di classe erano soliti passare lì i sabati sera e, dopo molta fatica e tentativi di mediazione, anche io e le mie amiche abbiamo avuto il permesso di andare lì nel finesettimana. Non ero mai stata il tipo di ragazza a cui interessa andare in discoteca: fondamentalmente, o vai lì per trovare qualcuno con cui spassartela o per ballare.
A me non interessava né l'uno né l'altro, tuttavia l'entusiasmo delle mie compagne mi aveva contagiata al punto da avermi convinta ad andare con loro. Dopotutto, l'importante non è tanto cosa si faccia per passare la serata, ma con chi la si passa.

-Reiko, per fortuna sei arrivata. Se avessimo aspettato altri cinque minuti, avremmo di sicuro perso il treno.-

-Scusami Mei, ma ho avuto un piccolo contrattempo. Andiamo prima di dover aspettare davvero il prossimo.-

Salimmo tutte e quattro sul vagone che si fermò davanti a noi, ma rimanemmo in piedi, non riuscendo a trovare posto. Notai, non so se con piacere o meno, che ero l'unica a non aver messo un vestito, preferendo optare per un pantalone.

-Dai Reiko, per una volta potevi fare lo sforzo di metterti in tiro anche tu.- disse Megumi. Inutile dire che lei era la più agghindata tra noi: vestito nero corto, giacca e stivaletti. Aveva sempre avuto buon gusto nel vestire e, se non fosse stato per lei, non avrei imparato ad abbandonare gli abiti casual che ho sempre amato.

-Suvvia, non essere così puntigliosa, Megumi. Ha messo solo quello che la fa sentire più a suo agio.- rispose Rika, forse la più tranquilla del gruppo e la più comprensiva. Di solito, quando scoppiava una lite, capitava che lei intervenisse per placare gli animi e riconciliarci. Credo proprio che sia solo merito suo se la nostra amicizia va avanti da più di dieci anni.

-Non ti ci mettere anche tu, Rika. Stiamo andando in una delle discoteche più in voga di Roppongi, pensa a quanta gente ci sarà, bella gente. Lo dico per lei, non per me: poteva mettere qualcosa che la rendesse ancora più carina di quanto già sia.-

Snuff (Ran Haitani FF)Where stories live. Discover now