IX. Febbraio

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Il culmine della mia relazione con Ran fu raggiunto probabilmente nelle prime due settimane di febbraio, poco prima che iniziasse la nostra parabole discendente, e molto spesso, ripensandoci, mi chiedo come sarebbero andate le cose se la situazione non fosse precipitata. Sarebbe stato tutto rose e fiori? Probabilmente no, ma d'altronde sappiamo tutti quanti che la vita non segue un andamento regolare: ci sono momenti in cui si ha l'impressione ti toccare il cielo con un dito, si sentiamo invincibili e nulla ci fa paura; subito dopo, invece, può capitare che qualcosa, anche di insignificante, ci dia prova di quanto siamo in realtà deboli e fragili e di come i nostri sogni, speranze e aspettative siano fallaci e vani.

Ecco, potremmo dire che la prima metà di febbraio fu caratterizzato dal primo di questi due climi. Le cose tra me e Ran stavano andando nel migliore di modi possibili e non avrei potuto chiedere di meglio. Certo, restava una piccola questione che, prima o poi, avrei dovuto affrontare anche con lui: il mio futuro universitario. In quelle ultime settimane, infatti, erano arrivati i risultati di alcuni test d'ammissione e bandi per borse di studio di diversi atenei europei a cui mi ero iscritta, anche se in alcuni casi si trattava di meri tentativi. Alla fine del mese di gennaio, ricevetti lettere di ammissione presso le università di Berlino, Vienna e Dresda, alcune tra le sedi a cui avevo fatto domanda, nonché le mie preferite.

Sempre in quel periodo, mi venne comunicato l'esito positivo della prova d'ingresso prevista per il corso di estetica e storia dell'arte presso la Tokyo University of the Arts. Non avevo mai preso sinceramente in considerazione l'idea di proseguire gli studi nella mia terra natia almeno fino alle vacanze di Natale, quando avevo realizzato che, se mi fossi trasferita in un altro continente, stare con Ran sarebbe stato molto più difficile: non era detto che godesse delle disposizioni economiche necessarie per potermi venire a trovare e, purtroppo, temevo che la distanza potesse danneggiare irrimediabilmente la nostra relazione. Per questo motivo, avevo deciso di fare domanda a quella scuola e poi valutare quale fosse la scelta migliore per me.

Neanche a farlo apposta, i primi giorni di febbraio dovetti affrontare l'argomento con il ragazzo. Ricordo ancora che era un giovedì, gli esami finali erano vicini, ma decisi di concedermi una pausa quel pomeriggio e di recarmi a casa Haitani per fare una sorpresa a Ran. Mi faceva quasi effetto: per la prima volta non era lui a venire a recuperarmi fuori scuola per portarmi in giro o a rimanere a casa mia per ore a farmi compagnia, guardandomi studiare o ascoltandomi mentre gli parlavo di Van Gogh o Previati, ma mi trovavo sulla linea metropolitana che mi avrebbe portata a Roppongi. Non sapevo nemmeno se fosse in casa, ma, dal momento che non si era fatto sentire per un paio di giorni, pensai che vedermi e vedere che avevo deciso di prendere l'iniziativa potesse fargli piacere.

In poco meno di mezz'ora arrivai a casa sua, percorrendo senza difficoltà quel tragitto che, la notte di Capodanno, mi aveva condotta lì. Una volta giunta davanti alla porta del suo appartamento, suonai, tutta trepidante, anche se con il timore latente che non ci fosse e che, nella peggiore delle ipotesi, avrei dovuto aspettare la sera per vedermelo.

Ero raggiante quando sentii l'anta della porta muoversi, anche se, con mio grande dispiacere, la mia felicità svanii in un lampo non appena mi trovai davanti il minore degli Haitani. Inutile sottolineare che mi squadrò dall'alto verso il basso con la sua solita sufficienza, esaminandomi con occhio critico e scocciato, come se avessi interrotto chissà quale momento o rituale in cui era totalmente immerso.

-Ciao.- gli dissi, cercando di recuperare un po' di entusiasmo e stampandomi in faccia uno dei sorrisi più falsi di cui ero capace.

-Che cosa vuoi?- rispose, senza ricambiare il saluto.

Preso atto del fatto che per Rindou l'educazione, almeno nei miei confronti, fosse un optional, cercai di rimanere il più composta possibile nella mia aurea di cordialità e gli chiesi: -Ran è in casa? Non è venuto l'altro giorno e volevo vedere come stesse...-

Snuff (Ran Haitani FF)Where stories live. Discover now