8. Colloquio

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Chifuyu ritenne opportuno aspettare una settimana prima di agire: il tempo necessario, insomma, per far calmare le acque e tornare in azione.

Il nostro primo tentativo, seppur fallimentare, era stato per certi versi "illuminante" sul rapporto tra i proprietari dei locali affiliati alla Bonten e l'organizzazione stessa: intuimmo che l'accordo tra le due parti era noto al solo gruppo criminale e al proprietario dell'attività, il quale si riservava di non informare i propri dipendenti. Questi, come deducemmo anche dalla scomparsa del barman a cui ci eravamo rivolti in prima istanza, non erano minimamente al corrente di tali affari illeciti e, una volta scoperti, venivano subito zittiti ed eliminati.

Il sabato successivo alla prima impresa avremmo tentato la sorte in un locale distante almeno un paio di isolati da quello da cui eravamo partiti, temendo che la voce di questa nostra indagine si fosse diffusa a macchia d'olio: era molto più prudente allontanarsi verso una diversa area del distretto e sperare nella buona sorte. Architettammo anche uno stratagemma per poter parlare direttamente con il proprietario dell'attività senza dover passare per il tramite dei suoi dipendenti: nel tardo pomeriggio del venerdì, Chifuyu decise di chiamare preventivamente il suddetto fingendosi un imprenditore interessato ad acquistare il locale, fece un'offerta ingente ed espresse l'urgenza di fissare immediatamente un colloquio per la sera seguente, con la scusa di poter così supervisionare anche l'andamento della serata e degli incassi.

Non ero pienamente convinta della riuscita del piano, ma decidemmo di proseguire su questa strada non avendo altre opzioni contemplabili. Nella peggiore delle ipotesi, saremmo stati buttati nuovamente fuori e avremmo dovuto aspettare ulteriori giorni prima di fare un terzo tentativo.

Erano le 22.30 circa del sabato quando io e Chifuyu ci trovammo al punto d'incontro prestabilito, ossia la fermata della metropolitana a metà strada tra casa mia e la sua: ritenemmo opportuno, se davvero la scenata della settimana precedente non era passata inosservata, di evitare di farci rintracciare da eventuali scagnozzi della Bonten o del mio "simpatico fotografo" lasciando in bella vista targhe di automobili o altre informazioni sensibili che potessero far risalire chiunque a me e al mio partner.

Ci volle una ventina di minuti per arrivare a destinazione e, una volta raggiunto l'ingresso dello stabile in questione, dopo esserci guardati intorno per scongiurare qualunque pedinamento, entrammo nel locale.

L'interno non era denotato da un'atmosfera tanto diversa da quella che ci era stata offerta la scorsa settimana: luci soffuse, tavoli da biliardo e da poker sparsi qua e là, privè lontani da occhi indiscreti e il bancone del bar che, da un soppalco, dominava la scena circostante. Fu proprio lì che ci dirigemmo, chiedendo al barman di chiamare il capo per un incontro prefissato.

-Sei sicuro al 100% che funzionerà?- chiesi al mio accompagnatore quando rimanemmo momentaneamente soli.

-Andrà bene, ne sono sicuro.- rispose sottovoce, non potendo più parlare appena il dipendente fece il suo ritorno accompagnato da una seconda figura.

Mi tranquillizzai leggermente quando vidi sul suo volto un'espressione totalmente diversa da quella del proprietario in cui ci imbattemmo la settimana precedente: davanti a noi c'era allora un uomo di circa quarant'anni, piuttosto magro, ma dall'aria gioviale e affabile.

-Voi dovete essere i potenziali acquirenti!- esordì con un sorriso a trentadue denti.

-Esattamente. È un piacere conoscerla di persona, signor Ikeda. Abbiamo notato che, pur essendo ancora "presto", il locale è già molto frequentato e il suo staff è molto valido e preparato.- rispose Chifuyu in maniera un po' troppo leziosa per i miei gusti, ma tanto bastò per conquistare la simpatia del nostro interlocutore.

Snuff (Ran Haitani FF)Where stories live. Discover now