5. Mossa

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Due giorni dopo il nostro incontro, ricevetti una chiamata da Chifuyu. Era riuscito a trovare alcuni dei posti, a Tokyo e nella periferia, dove fosse più probabile trovare i diversi membri della Bonten.
Tra questi figuravano alcuni locali, come discoteche e strip club, e anche vecchi edifici abbandonati adibiti alle più svariate funzioni, come sale giochi, bowling o cinema caduti ormai in disuso.
Non avrei avuto la minima idea di quale luogo scegliere per iniziare a raccogliere informazioni: andare da sola in un posto pieno di possibili criminali non sarebbe stata una scelta saggia, tanto meno bighellonare per luoghi abbandonati e decadenti.

I miei dubbi su quale fosse la scelta migliore da fare si interruppero quando sentii la notifica di un nuovo messaggio.
"Tesoro, quando hai tempo riusciresti a fare la spesa oggi? Ti ho lasciato i soldi sotto al centrotavola. Ci vediamo stasera. Mamma"
Per un attimo ho sperato che fosse Ran: per quanto assurdo e improbabile, avrebbe potuto mettere fine a questo rincorrersi e cercarsi senza mai giungere al dunque.

In effetti, se era vero che mi stava cercando, perché ancora non si era fatto avanti? Sapeva almeno che fossi tornata? Beh, probabile, d'altronde la Bonten non è la prima banda di ragazzini di strada: avranno sicuramente i loro informatori.
Restava però sempre quel tarlo a tormentarmi: una volta che io e Ran ci fossimo trovati, se mai fosse dovuto succedere, cosa avrei potuto dirgli? Come potevo giustificarmi? Ho avuto le mie valide ragioni per andare, ma se invece fosse stata solo una scelta egoistica? Se davvero non si dava pace, voleva forse dire che la mia scelta aveva provocato più male che bene?

Mi vestii con le prime cose che trovai, indossai un cappotto e, presi soldi e chiavi di casa, mi avviai verso il mercato più vicino per fare la spesa e schiarirmi le idee. Certo, la lista delle cose da comprare non avrebbe saputo darmi risposte, ma almeno avrei provato a decidere almeno la prossima mossa.

*

-Lo ripeto, è una pessima idea!- sentenziò il più giovane degli Haitani.
-È un'ottima idea!- lo zittì Ran.
-Girare in pieno giorno con occhiali scuri e vestiti da pezzenti per non farci riconoscere e rischiare comunque che ci vedano e ci arrestino?! Avrei fatto prima a costituirmi, se dovevo rischiare di farmi arrestare in un sudicio mercato!-

Le lamentele di Rindou proseguirono man mano che si addentravano tra le bancarelle del mercato degli agricoltori di Aoyama, uno dei luoghi più frequentati di Shibuya per trovare prodotti a km 0 e di buona qualità a prezzi vantaggiosi.

-Mi spieghi perché cazzo siamo venuti proprio qui?!-
-Reiko veniva sempre qui a fare la spesa. Vorrei poterla vedere da vicino.-
-Tu sei malato. Non ti è bastato vederla davanti a casa sua la sera in cui è tornata a Tokyo?- domandò annoiato il più giovane che, per tutta risposta, venne afferrato per il collo della maglietta dal fratello maggiore.
-Sono rimasto solo per dieci anni, Rindou. DIECI FOTTUTI DI ANNI. Sai cosa sono stati per me? E non guardarmi con quella faccia da insofferente! Perché tu ti sei sorbito solo i miei lamenti, ma per me è stato come vivere all'inferno per un'eternità! Ora chiudi il becco e seguimi.- sibilò tra i denti Ran, per poi lasciarlo andare e proseguire.

Si addentrarono per dieci minuti tra la folla di clienti che, carichi di borse, si muovevano da una bancarella all'altra alla ricerca del prossimo oggetto sulla lista.
La paura di essere riconosciuti, nonostante nel più grande degli Haitani fosse stata spenta dall'intensità del proprio fine, era comunque viva e intensa.
Di solito, infatti, i membri della Bonten si concedevano di vivere momenti di svago solo di notte, dopo aver portato a termine i loro incarichi, nei locali di loro proprietà, dove sarebbero stati "protetti". Lì non avevano garanzie: girare alla luce era pericoloso e la loro presenza, se fosse stata notata, li avrebbe certamente condotti alla prima centrale di polizia di Tokyo.

Snuff (Ran Haitani FF)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora