3. Ricerca

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-Bene, bene, bene. Quindi adesso sa come stanno le cose.-

Un uomo alto e slanciato, vestito in giacca e cravatta, era in piedi di fronte alla finestra che dava su una delle vie principali di Tokyo, osservando la vita che scorreva come se niente fosse e dando le spalle all'informatore che era appena entrato nel suo studio per riferirgli alcune buone nuove.

-Per ora, questo è tutto. La terrò informata se ci saranno ulteriori novità, signore.- disse il tirapiedi, che uscì dalla porta dopo aver fatto un gesto di riverenza al suo superiore.

Un sorriso inquietante si stampò sul volto dell'unica persona rimasta nella stanza, che gongolava tra sé e sé pensando alla piega che avrebbero preso gli eventi.

-Vediamo un po', Reiko-chan, cosa farai ora? Ti lascerai trasportare passivamente dal fluire perenne del tempo o prenderai l'iniziativa?-

*

"Andare da Ran". Queste parole mi risuonarono nella mente come un mantra per almeno una settimana e di certo non erano la prima cosa che mi sarei aspettata di sentirmi dire al mio ritorno a casa.

Lasciando da parte la mia ritrosia nel doverlo affrontare, trovarlo era più facile a dirsi che a farsi. Se è vero che era diventato uno dei più ricercati criminali di Tokyo, come avrei mai potuto sapere dove fosse io, una ragazza da poco rientrata in patria, se nemmeno la polizia riusciva a seguirne le tracce?

Il giorno dopo il mio appuntamento con Mei, iniziai a cercare su internet notizie inerenti a questo nuovo gruppo criminale e ciò che lessi mi fece gelare il sangue. Eh sì, non erano più cazzotti o semplici pestaggi, ma azioni ben più riprovevoli che avrebbero garantito a tutti un biglietto di sola andata per la pena capitale.

A questo problema, se ne aggiungeva anche un altro: i nemici che la Bonten si era fatta negli anni. Per quanto concerne ciò, le mie ricerche si conclusero con un nulla di fatto. Probabilmente, i loro crimini erano irrilevanti rispetto a quelli del gruppo di cui facevano parte gli Haitani o, approfittando dei polveroni sollevati da questi ultimi, le bande minori agivano nell'ombra indisturbate.

Per un paio di giorni, dopo l'incontro con la mia amica, decisi di non muovermi da casa, per paura di essere seguita. Mi ero accorta di come Mei si guardasse intorno in maniera sospetta quando si è fatta seguire fuori dal bar e questo mi fece dedurre che qualcuno fosse preposto al controllo delle mie attività.

Tuttavia, il mio sospetto rimase tale, perché dalla finestra della mia camera non vidi nessuno controllare dalla strada cosa facessi o meno, né di giorno né di notte.

Non avendo più alternative, sperando che la suddetta ipotesi non si rivelasse veritiera a mio danno, dopo una decina di giorni decisi di uscire e iniziare a capire dove avrei potuto trovare Ran. La paura di trovarmi faccia a faccia con lui e doverlo affrontare si scontrava con sempre più forza con la mia voglia di averlo ancora davanti agli occhi. Come stava? Cosa aveva fatto per diventare quello che era oggi? Era cambiato? E come? Magari aveva sentito la mia mancanza?

"Stupida!"

Come faccia a perdermi in questi pensieri e queste domande, non me lo so spiegare.

In ogni caso, un freddo mercoledì mattina, decisi di mettere piede fuori casa e andare a cercare informazioni là, dove tutto era iniziato: Roppongi. Dalle mie ricerche ero giunta alla conclusione che la Bonten controllasse ormai quasi tutta la città, ma sicuramente in quel quartiere avrei trovato informazioni sugli Haitani più che in tutti gli altri distretti.

Presi la metropolitana e, in circa mezz'ora, raggiunsi la mia destinazione. Nonostante il passare degli anni e benché fosse pieno giorno, le strade non erano meno affollate di quanto me le ricordassi e i vecchi grattacieli costruiti quando ero bambina si ergevano ancora in tutta la loro altezza e maestosità.

Snuff (Ran Haitani FF)Where stories live. Discover now