VIII. Inizio

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Al mattino dell'1 gennaio, il risveglio fu piuttosto strano in un primo momento. Infatti, dopo aver aperto gli occhi, mi ci vollero alcuni istanti per realizzare di essere ancora circondata dalle braccia di Ran, che mi avvinghiava alla vita e non accennava a mollare la presa. Arrossii, inoltre, quando mi accorsi che, dalla notte appena trascorsa, i nostri indumenti non erano più stati ripresi dal pavimento e che il suo petto poggiava sulla mia schiena senza alcun velo a separarli.

Cercando di essere il più cauta possibile, mi rigirai in modo da essere faccia a faccia con il ragazzo e, una volta trovata una posizione comoda che non interrompesse il suo sonno, iniziai a osservarlo attentamente.

Mi soffermai in primis sull'espressione che aveva in volto, serena e distesa come mai la vidi prima e, forse, anche appagata dal momento di intimità avuto qualche ora prima, per poi posare lo sguardo sul suo petto, che si alzava e abbassava in accordo con il ritmo tranquillo del suo respiro. Sorrisi quando i miei occhi si spostarono sui suoi capelli: le trecce, che non erano state sciolte prima di coricarci, anziché ordinate e strette apparivano ora arruffate, dandogli un'aria scomposta che contrastava con quell'aria precisa e composta che lo contraddistingueva in ogni occasione.

Sarei rimasta a contemplarlo per altri minuti, forse ore, se in quel momento non avesse iniziato a sbattere le palpebre per poi, infine, aprire gli occhi e fissare il suo sguardo nel mio.

-Buongiorno, Reiko-chan. Hai dormito bene?-

-Molto, grazie. Tu, invece?-

-Me lo chiedi pure?- rispose sorridendomi e dandomi un lieve bacio sulle labbra -Ti ho tenuta abbracciata a me tutta la notte. Come potrei non aver dormito sonni tranquilli?-

Non risposi, rimanendo imbambolata dopo aver sentito la sua risposta. Come avrete capito, non sono mai stata un'esperta in relazioni sentimentali e mi risultava quasi difficile comprendere che, come Ran aveva un certo effetto su di me, così la cosa valeva anche per lui rispetto alla sottoscritta. Serrò la presa, avvicinandomi ulteriormente a lui e abbracciandomi con più forza, ed io quasi mi imbarazzai sentendo il contatto diretto, senza barriere, tra i nostri corpi.

-Non dirmi che sei imbarazzata.- esordì assumendo quel ghigno beffardo con cui lo conobbi -Non c'è un solo centimetro della tua pelle che non abbia sfiorato, baciato o accarezzato stanotte.-

Se possibile, la mia faccia diventò bordeaux: prendere confidenza con questa raggiunta intimità non era comunque una cosa facile, soprattutto al risveglio, quando il trasporto del momento si è consumato e vi subentra la riflessione e l'elaborazione di quanto successo.

-Ti turba qualcosa, Reiko? Sei forse pentita di quello che c'è stato tra noi?-

Come facesse a leggere le mie emozioni tramite la mimica facciale, ancora oggi è un mistero per me: non pensavo che, in così pochi mesi, io fossi diventata un libro aperto per lui.

-Oh, no, non è quello. Non mi pento assolutamente di quello che è successo tra noi, solo che, ecco... fa quasi strano.- risposi sorridendo e con grande trasparenza -Intendo, chi avrebbe mai pensato che saremmo finiti così, quando bussasti alla porta della mia classe del tutto inaspettato?-

La sua espressione felice, di rimando alle mie parole, mi rassicurò sul fatto che ogni suo timore fosse venuto meno.

-Solo, Ran, noi ora cosa siamo esattamente? Non ti è mai piaciuta la nomea di "amici", ma come potremmo definirci? Una "coppia"?-

Beninteso, non che prima avessimo mai dato un'etichetta al nostro rapporto, ma quando si arriva a certi livelli di confidenza e intimità, inevitabilmente ci si interroga su quale sarà il futuro del rapporto che intercorre attualmente tra noi e l'altra persona.

Snuff (Ran Haitani FF)Where stories live. Discover now