La quercia dei dieci quaderni - III

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Il Regno Alto era in festa perché, proprio quella notte, era nato l'erede al trono

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Il Regno Alto era in festa perché, proprio quella notte, era nato l'erede al trono. 

Il Nomade Sapiente pregò gli amici regnanti perché salvassero la bambina. La piccola, una volta nutrita dalla stessa balia del Principe, riprese colore, strillò a pieni polmoni come a mostrare al mondo la sua presenza. 

L'uomo la prese in braccio e la ninnò col cantico composto da uno dei più famosi poeti della Città dei Sogni fino a quando l'alba impreziosì d'oro e rame le torri del castello. 

La neonata aprì gli occhi e il viola delle iridi gli ricordò la bambina che giocava a palla fuori dalle mura della sua città natale, ne pronunciò il nome a voce alta, Yesed, e si inginocchiò al dono che suo padre gli aveva lasciato ai piedi della Quercia.

L'anima d'acqua di Yesed lenì il fuoco che gli bruciava dentro

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L'anima d'acqua di Yesed lenì il fuoco che gli bruciava dentro.

La piccolina era un bellissimo bocciolo che si trasformava ogni giorno davanti ai suoi occhi; lei era il futuro ma anche la catena che lo teneva avvinghiato coi suoi anelli di ferro a quella terra a cui non sentiva d'appartenere. 

Nelle notti senza luna si rammentava di quell'ultima nel Bosco Antico, dei lupi e della sensazione che sarebbe morto, sentiva il richiamo dell'Oceano Invisibile, della voglia di scoprire altre meraviglie del mondo; avvertiva che il tempo a sua disposizione si stava sgretolando e solo partendo avrebbe potuto realizzare il sogno di quando era bambino.

Dopo aver insegnato a leggere a Yesed, l'affidò ai sovrani del Regno Alto.

Partì promettendole che le avrebbe scritto ogni settimana e, che alla fine del suo viaggio, le avrebbe spedito i quaderni che raccoglievano il sapere del mondo.

In vita non si rividero mai più.

In vita non si rividero mai più

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Il labirinto dei nomi perduti - Fiabe dimenticateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora