La Quercia dei Dieci Quaderni - VII

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Yesed venne venduta a un ricco mercante che viaggiava assieme a Myra, la giovane figlia dal sorriso semplice e dalle guance paffute, col compito di prendersi cura di lei e dei suoi spazi

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Yesed venne venduta a un ricco mercante che viaggiava assieme a Myra, la giovane figlia dal sorriso semplice e dalle guance paffute, col compito di prendersi cura di lei e dei suoi spazi. 

Mentre la bambina seguiva le lezioni col suo severo precettore, la ragazza spolverava la biblioteca, stranamente presente con saggi, romanzi e riviste, ascoltava desiderosa di imparare qualcosa che già non conoscesse, ma sovente doveva mordersi la lingua per non correggere le inesattezze che udiva. 

Quando Myra faceva i compiti, ne approfittava per ripetere a bassa voce i cinque quaderni che aveva mandato a memoria affinché non ne dimenticasse parola. Il sole tramontava e lei si nascondeva a prua per ascoltare lo scafo fendere il mare lasciando dietro di sé il plancton verdeggiare luminoso e interrogava le stelle sulla sorte toccata all'amico. 

Chissà se anche lui stava fissando lo stesso punto luminoso e rievocando la danza delle loro mani?

In un pomeriggio di bonaccia in cui l'afa appesantiva le vele e la nave beccheggiava in attesa del tramonto, Myra piangeva perché il suo precettore le aveva detto di non essere abbastanza intelligente per imparare a fare i calcoli a mente. 
Yesed accarezzò la testa bionda, posò le mani sulle spalle irrigidite dallo sforzo del pianto e le si sedette accanto facendole segno di mantenere il segreto. 

Le insegnò a sommare i numeri, ripeterono le tabelline, le mostrò le regole per la divisione e giocarono a individuare sul veliero le cifre divisibili per undici. 

Le lacrime furono tramutate in un largo sorriso quando, l'indomani, il precettore interrogò Myra in un crescendo di domande difficili le cui risposte esatte lo lasciarono basito. 
Yesed sorrise tra sé orgogliosa della sua piccola pupilla e rammentò l'aria sbarazzina dell'amico mentre spiegava fisica e, grazie a trucchi di magia che sembravano non obbedire alle leggi del mondo, invogliava la platea a farsi domande su realtà e illusione.

Quando Myra dovette svolgere un compito di ricerca sui pianeti, impilò sul tavolino della sua cuccetta almeno quattro libri di astronomia e iniziò a leggerli senza capire nulla perché i testi non erano stati scritti per una bambina. 
Vedendola scoraggiata, Yesed smise di pulire per sederle accanto, chiuse i testi e le dettò quanto aveva imparato dai quaderni di suo padre, utilizzando un linguaggio a lei comprensibile. 

Presto Myra si incuriosì dell'argomento tanto che non smetteva di farle domande non solo sui pianeti, ma anche sulle stelle e, dopocena, andarono insieme a prua per osservare il firmamento. 
Yesed le confidò che nelle stelle erano scritte le leggende di popoli antichi e decifrò per lei le storie d'amore di dei che avevano abitato il mondo tanto tempo addietro.

Il precettore interrogò la bambina e il suo stupore fu ancora maggiore della volta precedente. 

Desideroso di capire come fossero possibili simili miglioramenti, le assegnò una ricerca sulle maree.

Questa volta, Myra chiese subito aiuto e fu contenta di trascrivere sul suo quaderno il perché l'altezza delle acque dipendesse dalla forza di attrazione che opera la Luna e da quella che interviene con la rotazione. 
Il satellite luminoso disegnava un moto arcuato, a prua la bambina ne seguiva il percorso col naso puntato al cielo, un delfino saltò fuori dall'acqua, il rumore improvviso le spaventò spingendole l'una nelle braccia dell'altra. 
Yesed respirò il profumo delicato dei capelli, Myra ritrovò il calore della madre che aveva perso troppo presto e pianse. 

Yesed le raccontò di suo padre e dei quaderni che l'uomo dagli occhi di tigre aveva bruciato. 

Ripensò a quando il Principe l'aveva tenuta tra le braccia, alle sue dita lunghe sulla pelle nuda, al profumo di muschio del suo collo. 

 

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Il labirinto dei nomi perduti - Fiabe dimenticateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora