La Quercia dei Dieci Quaderni - XI

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«Chi ti ha insegnato la cosa più importante?» domandò Yesed

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«Chi ti ha insegnato la cosa più importante?» domandò Yesed.
«La lezione più importante me l'hai data tu. Come sai queste cose?»

 Come sai queste cose?»

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La voce non era mutata.

«Ti ho insegnato io a leggere.»

Lui si muoveva agilmente nel buio, la raggiunse con facilità; lei riconobbe il suo odore, non osò toccarlo.

«Nessuno sa cosa mi disse Yesed quando lesse la lettera di suo padre. Non lo sa nemmeno chi pensa di conoscere tutto di noi perché ci ha pedinato tra le pagine di un libro.»

La ragazza allungò una mano per ritrovare il suo viso, la barba gli era cresciuta

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La ragazza allungò una mano per ritrovare il suo viso, la barba gli era cresciuta. Le dita accarezzarono i peli morbidi fino a trovare la pelle calda del mento, sfiorò il battito del cuore, inalò il suo respiro. Si alzò sulle punte e lo baciò. Lo baciò come se non avesse mai smesso di farlo in quegli anni, come la prima e l'ultima volta. Lui riconobbe la sua anima d'acqua e pianse.

«Sto morendo che sei qui accanto a me?»

Era magro, debole, da quanto non mangiava? Le disse che era impossibile uscire dal labirinto e che non avrebbe voluto che lei morisse.
«Nei miei quaderni era narrata la storia di un uomo che trovò l'uscita da un labirinto grazie ad un filo.»

Gli mise in mano l'estremità e, assieme, ripercorsero a ritroso le vie anguste di agrifoglio e bosso. Yesed gli raccontò di Myra e del Mercante, dell'enciclopedia e dell'Aquila Bianca che l'aveva portata fino a lui. Il Principe era stato meno fortunato, aveva sposato la figlia del Tiranno e aveva vissuto rinchiuso in una stanza fino a quando era nato l'erede, poi era stato condannato a morire di stenti nel labirinto.

«Se verrai con me, non rivedrai mai più tuo figlio.»
«Io non l'ho mai visto e mai lo vedrò, nulla mi lega a questo luogo.»

«Tu sei l'erede del Regno Alto.»
«Sono prigioniero.»
Al primo chiarore, Yesed affrettò i passi e la luce dell'alba li accecò. Il Principe, immerso nell'oscurità da tempo, si mise le mani sugli occhi per il dolore, la ragazza lo bendò con una pezza che strappò dal vestito e lo guidò fino ad arrampicarsi sul dorso dell'Aquila Bianca. 

Quando l'animale si alzò in volo, il Principe si strinse al busto sottile della sua Yesed e affondò il naso tra i capelli

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Quando l'animale si alzò in volo, il Principe si strinse al busto sottile della sua Yesed e affondò il naso tra i capelli. Aveva il profumo della giovinezza e della speranza. La ragazza non smetteva di studiare l'immagine dell'uomo, il naso dritto, la linea morbida delle labbra, la barba che nascondeva i lineamenti virili, i cambiamenti che il tempo aveva disegnato sul volto. Era vivo, accanto a lei.

Sfruttando i venti, giunsero alla Landa Oltreconfine prima del tramonto. Non appena toccarono terra, l'aquila assunse nuovamente sembianze umane.
«Raccontaci come conosci la nostra storia» lo pregò la ragazza e osservò l'uomo inclinare la testa di lato e congiungere le mani davanti al volto.

 «Raccontaci come conosci la nostra storia» lo pregò la ragazza e osservò l'uomo inclinare la testa di lato e congiungere le mani davanti al volto

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Il Principe si strappò la benda dagli occhi. Il crepuscolo gli permise di guardare colui che gli aveva portato in dono Yesed per ben due volte. Un'Aquila Bianca di dimensioni ultraterrene tornò a volteggiare sulle loro teste rischiarando il buio della notte. 

 Yesed e il Principe scrissero numerosi altri saggi, continuarono a istruire Myra e tennero conferenze su tutto lo scibile umano

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Yesed e il Principe scrissero numerosi altri saggi, continuarono a istruire Myra e tennero conferenze su tutto lo scibile umano.

Anni dopo, quando la bambina era diventata oramai donna, si misero in viaggio per imparare tutto ciò che non si può apprendere dai libri.
Ancora oggi girano il mondo. Li riconoscerete facilmente: mano nella mano, hanno le gambe agili di chi ha ritrovato ciò che temeva d'aver perduto.

 Li riconoscerete facilmente: mano nella mano, hanno le gambe agili di chi ha ritrovato ciò che temeva d'aver perduto

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Il labirinto dei nomi perduti - Fiabe dimenticateWhere stories live. Discover now