La Quercia dei Dieci Quaderni - IX

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La bambina corse a prendere il quaderno e lo porse al padre

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La bambina corse a prendere il quaderno e lo porse al padre. Il Mercante iniziò a sfogliarlo dalle prime pagine, la scrittura incerta, le cancellature, le annotazioni crudeli del precettore, l'inchiostro sbavato forse a causa delle lacrime. Passò l'indice sulla carta ondulata, incapace di farlo sulla guancia umida della bambina che lo guardava terrorizzata che lui desse l'ordine di uccidere Yesed. Continuò a sfogliare, le cifre incolonnate lasciarono posto a disegni di animali colorati che si disponevano sulla pagina a formare numeri e, al di sotto, regole per eseguire i calcoli a mente. Nelle pagine successive, pianeti acquarellati, satelliti, anelli e le annotazioni, era il più bel libro per bambini che avesse visto. Quando arrivò all'ultima pagina, un origami e un sistema di leve di carta e fili di cotone ricreava in tre dimensioni il fenomeno dell'alternarsi dell'alta e bassa marea prima di dare una spiegazione accurata ma semplice. Il Mercante abbracciò la figlia per tranquillizzarla, licenziò il precettore e fece assegnare una cuccetta privata a Yesed con la richiesta di istruire Myra e di scrivere libri didattici per l'infanzia. Quando giunsero nella Landa Oltreconfine, il Mercante non solo restituì la libertà alla Sapiente ma pubblicò anche due libri di astronomia e uno di matematica. Contento dell'enorme successo, chiese a Yesed di continuare a scrivere testi semplici che, coi proventi, si acquistò una piccola casa con un giardino al limitare di un bosco.

Il bosco le ricordava dove era cresciuta sebbene i fiori fossero solo gialli e non declinassero le sfumature dell'arcobaleno, non vi erano uccelli tra le specie animali e il vento non danzava con la natura creando sinfonie. Di notte si inoltrava nel fitto del bosco per sussurrare il nome del Principe, il suono si amplificava nel petto e il calore che ne sgorgava erano la prova che era vivo.

Il Mercante, intestardito coi libri per l'infanzia, non voleva che scrivesse per gli adulti, ma Yesed compose un saggio minuzioso di filosofia antica che fece ricredere l'editore. Scrisse altri cento libri in cui riversò tutto il suo sapere, quello dei cinque quaderni che aveva mandato a memoria.

Quando qualche viandante si fermava in città per rifocillarsi, Yesed domandava notizie del Regno Alto per sapere se la carta continuasse a essere bandita. Tutti dicevano che oramai nessuno fosse più capace di leggere.

Un giorno un uomo alto e dalla carnagione color neve si presentò a casa sua perché incuriosito da quanto aveva letto nei suoi scritti

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Un giorno un uomo alto e dalla carnagione color neve si presentò a casa sua perché incuriosito da quanto aveva letto nei suoi scritti. Le fece molte domande di astronomia e trascorse la sera a discorrere di filosofia. Quando se ne andò, le lasciò un diadema di stelle per ripagarla del suo tempo e le disse che sarebbe tornato l'indomani. Parlarono di fisica e chimica. L'uomo aveva una voce profonda e gli occhi che ricordavano il fuoco sprigionato dai quaderni. Quando ascoltava Yesed, univa le punte delle dita, vi appoggiava il mento e sembrava soppesare ogni parola. Al momento del commiato, le lasciò un gomitolo di seta rossa e prese un altro appuntamento. Non parlarono, ma scrissero formule di matematica e, al momento dei saluti, Yesed ricevette una ghianda in dono. Quando prese in mano i fogli, la calligrafia minuta dell'uomo le ricordò quella del padre. Rimase tutta la sera davanti al camino, in una mano i fogli e nell'altra la ghianda. Quando si svegliò, il seme spargeva nell'aria lo stesso profumo che aveva sentito durante la notte trascorsa assieme al Principe e così decise di piantarlo in giardino. L'indomani mattina non riuscì a spiegarsi come fosse possibile che una gigantesca quercia crescesse proprio dove aveva seppellito la ghianda. L'albero sembrava lì dalla creazione, ne studiò le foglie, vide le massicce radici nodose scavare il terreno, ne accarezzò la corteccia e scoprì una cavità proprio come la Quercia in cui aveva nascosto i quaderni.

Allungò una mano e vi trovò un uovo piccolo e azzurro e un cartiglio su cui era scritto

Allungò una mano e vi trovò un uovo piccolo e azzurro e un cartiglio su cui era scritto

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Il labirinto dei nomi perduti - Fiabe dimenticateWhere stories live. Discover now