La quercia dei dieci quaderni - IV

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Attraverso i vetri della finestra, Yesed osservava il colorarsi del giorno, il rimpicciolirsi delle ombre mentre il terreno abbandonava la carezza della notte, il rincorrersi delle galline nel cortile, lo scurirsi del cielo, la comparsa delle stel...

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Attraverso i vetri della finestra, Yesed osservava il colorarsi del giorno, il rimpicciolirsi delle ombre mentre il terreno abbandonava la carezza della notte, il rincorrersi delle galline nel cortile, lo scurirsi del cielo, la comparsa delle stelle, il cammino arcuato della luna. 

Gli occhi viola, però, speravano di scorgere l'esile figura vestita di bianco di suo padre farsi strada attraverso il fogliame del bosco, piegare la testa nel vederla, congiungere le mani per un saluto per poi spalancarle e stringerla appoggiandola al cuore come era solito fare.

La mattina in cui si accorse che i dettagli del volto amato iniziavano a sgretolarsi sentì l'anima frangersi come vetro e le lacrime sgorgarono senza sosta tanto da preoccupare il Re e la Regina che decisero di trasferire la piccola a palazzo. 

Non c'erano parole, giochi, cibi che la consolassero della perdita, nemmeno in quelle stanze sontuose.

Il giovane Principe la osservava nascosto dalle sottane della madre, timoroso che anche i suoi genitori potessero andarsene, ma una notte si fece coraggio e la raggiunse nel lettino. Commosso dal pianto della sorella di latte, l'avvolse tra le braccia ninnandola e le promise che non l'avrebbe mai abbandonata. Yesed si addormentò come non faceva da quando il padre se n'era andato.

Il Principe e Yesed divennero inseparabili, i silenzi e i pianti vennero sostituiti dalle grida allegre e, talvolta, dal battibeccare; il bambino si lamentava che non corresse veloce quanto lui, la bambina che non sapesse leggere.

«Insegnami come ti ha insegnato tuo padre.»

Nelle giornate d'autunno dalle temperature fredde che invogliavano a rintanarsi al calore del camino, Yesed gli insegnò ad associare un suono ai segni grafici, poi a unire come perle di collana le lettere tra loro

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Nelle giornate d'autunno dalle temperature fredde che invogliavano a rintanarsi al calore del camino, Yesed gli insegnò ad associare un suono ai segni grafici, poi a unire come perle di collana le lettere tra loro. 

Le lettere divennero parole; le parole, frasi; le frasi, storie che li trasportavano in Paesi tanto lontani che, forse, in uno di essi avrebbero ritrovato l'uomo che se ne era andato un mattino senza voltarsi indietro.

L'unico legame che Yesed aveva con suo padre era tramite le lettere che giungevano da luoghi sempre più distanti. 

Le leggeva all'amico, tante volte da mandarle a memoria, in esse ritrovava gli insegnamenti antichi, ve ne scopriva di nuovi e scorgeva nelle macchie d'inchiostro, che si allargavano in cerchi sfumati, il dolore della loro separazione. 

Un giorno, però, le missive smisero di arrivare.

Un giorno, però, le missive smisero di arrivare

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Il labirinto dei nomi perduti - Fiabe dimenticateTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang