La Quercia dei Dieci Quaderni - V

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I sovrani, preoccupati per la sorte dell'amico, inviarono messaggeri verso le lande che aveva visitato e, dopo mesi, solo uno di essi fece ritorno dopo averlo incontrato

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I sovrani, preoccupati per la sorte dell'amico, inviarono messaggeri verso le lande che aveva visitato e, dopo mesi, solo uno di essi fece ritorno dopo averlo incontrato. 
Il Nomade Sapiente gli aveva affidato tutti i suoi scritti e un'ultima lettera con la preghiera di consegnarla a sua figlia. 
La piccola, però, non ebbe il coraggio di aprirla perché, vedendo i quaderni, ricordò quanto le avesse detto il padre prima di partire.

Il messaggero non aveva portato con sé solo quella terribile notizia, ma anche una malattia che si propagò nel Regno Alto. 

Dapprima solo le persone più deboli iniziarono ad ammalarsi e a soccombere, poi il male si diffuse tra tutti gli abitanti. 

La musica, i balli per le strade, gli aromi del pane e delle verdure cucinate sulle pietre arroventate vennero sostituiti da lamenti funebri e dal pungente odore delle pire in cui bruciavano i cadaveri. 

Quando il Re e la Regina si ammalarono, i sudditi caddero nello sconforto, pregarono perché quella piaga cessasse, ma il Regno Alto si ritrovò privo della guida salda e compassionevole dei due amati sovrani. 

Il Principe e la piccola Yesed erano rimasti soli dopo aver visto la vita scivolare dai corpi delle persone che li avevano cresciuti; ai loro piedi, gomitoli di strade si dipanavano in direzioni divergenti il cui groviglio, senza guida, non riuscivano a riordinare.

Un uomo dagli occhi di tigre conquistò con le parole la fiducia della gente sopravvissuta, promise loro di costruire un regno ancor più luminoso, regalò pane, ripulì le strade e accolse sotto la sua ala il Principe di cui si proclamò reggente fino...

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Un uomo dagli occhi di tigre conquistò con le parole la fiducia della gente sopravvissuta, promise loro di costruire un regno ancor più luminoso, regalò pane, ripulì le strade e accolse sotto la sua ala il Principe di cui si proclamò reggente fino a quando sarebbe stato in grado di impugnare le redini del comando. 

Vennero bonificate le paludi, creato un sistema di acqua corrente, le notti furono rischiarate dall'elettricità, ma, assieme a queste migliorie, l'uomo dagli occhi di tigre invogliò gli abitanti a lavorare otto ore al giorno illudendoli col denaro, bruciò i libri con la scusa che potessero rapire l'immaginazione e obbligò a versare onerose tasse promettendo che il Regno Alto non avrebbe conosciuto nuovamente la miseria.

I due amici, timorosi che le lettere e i quaderni venissero bruciati, decisero di nasconderli dopo averne imparati cinque ciascuno. 

Memori dei racconti del Nomade Sapiente, camminarono fino alla Quercia che cresceva nel centro del Bosco Antico e li nascosero avvolti in seta bianca e piume d'aquila in una cavità del tronco.

Yesed istruiva la popolazione con quanto c'era scritto sui quaderni e, sovente, teneva lezione assieme al Principe che, coi giochi di prestigio che conosceva, riusciva a catturare l'attenzione anche dei più piccoli

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Yesed istruiva la popolazione con quanto c'era scritto sui quaderni e, sovente, teneva lezione assieme al Principe che, coi giochi di prestigio che conosceva, riusciva a catturare l'attenzione anche dei più piccoli. 

L'uomo dagli occhi di tigre, però, non approvava il fatto che le persone che assistevano alle loro conferenze se ne andassero via con più domande di quante fossero riusciti a formularne da soli, così rimandò Yesed ad abitare a casa sua, al limitare del bosco, e rinchiuse il Principe all'interno delle mura del castello.

Mentre Yesed fissava i mattoni che la separavano dall'amico, il Principe cercava di scorgere al di là delle finestre l'amica per dirle che nulla avrebbe potuto tenerli lontani per sempre. 

Contavano i giorni che li separavano dal loro compleanno che sanciva l'ingresso nell'età adulta che avrebbe ridato il potere al Principe e la libertà di cui erano stati privati in quegli anni. Sognavano di governare come avevano fatto il Re e la Regina, quando il volto dei sudditi era illuminato dal sorriso e le strade profumavano di pane appena sfornato.

L'uomo dagli occhi di tigre, che non aveva nessuna intenzione di perdere potere, annunciò che il Principe avrebbe sposato sua figlia e i preparativi per le nozze iniziarono quello stesso giorno. Vennero invitate le personalità dei regni confinanti, i cuochi più bravi iniziarono a preparare manicaretti ricercati, metri di pizzo pregiato furono modellati sulla conturbante figura della figlia dell'uomo.

Yesed, disperata, inviò di nascosto un messaggio all'amico pregandolo di scappare assieme. 

Poco prima del tramonto, il Principe sgattaiolò oltre le mura senza farsi vedere dalle guardie e raggiunse Yesed che l'aspettava con un piccolo fagotto di vestiti. 

Mano nella mano, s'addentrarono nel Bosco Antico. 

L'inizio della primavera risvegliava la natura, i fiori sbocciavano nei colori dell'arcobaleno, gli animali danzavano per corteggiarsi, il vento carezzava le fronde addolcendo la luce di una melodia che cullava i timori. 

Era buio quando giunsero alla Quercia, ritrovarono gli scritti del Nomade Sapiente, si arrampicarono sui rami per fuggire ai lupi e, legati a essi, si abbracciarono per scaldarsi.

«Apri la sua ultima lettera.» 

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Il labirinto dei nomi perduti - Fiabe dimenticateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora