Capitolo 5

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«Doveva già essere qui...» il preside controlló l'orario, erano già le nove.
«Non risponde proprio?»
La segretaria scosse la testa, tenendo il telefono stretto tra la spalla e l'orecchio.

Il vecchio si passò le mani sulle gambe, ad asciugare il sudore. Aveva sperato di poter dare a West il compito di fare quel discorso, ma a quanto pare sarebbe toccato a lui.
Sbuffò spingendosi gli occhiali sul naso.
«Non importa.» borbottò più a se stesso che alla segretaria.

Jack se ne stava in un angolino a braccia incrociate, in mezzo al caos dell'aula magna piena di studenti.
Ad occhio e croce dovevano esserci tutte le classi, ma di Katherine neanche l'ombra.

Il ragazzo prese a mordersi l'unghia del pollice con foga.
Non partecipava mai alle riunioni, anzi, ne approfittava per sgattaiolare fuori a fumarsi una sigaretta, ma non quel giorno.
Qualcuno aveva tentato il suicidio in quella scuola di merda, qualcuno che poteva essere Katherine, qualcuno che avrebbe, altrettanto bene, potuto essere lui.
Se la scuola non avesse preso provvedimenti ci avrebbe pensato Jack a fare bordello, a costo di scrivere su tutti i muri di quella lurida scuola “Assassini di merda”.

Finalmente il preside si presentò sul palco, il silenzio divagó all'istante, tutti erano curiosi di sapere, e al ragazzo questo diede il voltastomaco.
'Egoisti, egoisti di merda. Questo non è un cazzo di spettacolo.' strinse il pugno mordendosi più forte il pollice.

«La scorsa settimana una cosa inaccettabile è successa nella nostra scuola.
Una cosa che non sarebbe mai dovuta accadere e per cui incolpo ciascuno di voi che ha partecipato o ha ignorato l'accaduto, rendendolo possibile.
Una ragazza ha tentato il suicidio, ha provato a togliersi la vita... questo per colpa vostra, che non l'avete sostenuta come mi sarei aspettato e mi aspetto dagli studenti di questa scuola.» il preside passò il proprio sguardo accusatorio sui volti degli alunni, soprattutto quelli di terza.

Facendo un respiro profondo alzò la voce, preparandosi ad urlare.
«Non accetto che in questa scuola esistano forme di bullismo! È inaccettabile.
Dovreste vergognarvi se non capite quanto sia patetico schiacciare qualcun altro per sentirsi "fichi". Avete solo dimostrato a voi stessi la vostra inferiorità in quanto essere umani.» le urla del preside rimbombarono in tutta l'aula.
Jack si chiese se fosse sincero, intravide alcune professoresse asciugarsi gli occhi con dei fazzoletti, di West neanche l'ombra però.

Per la prima volta la sua assenza lo preoccupó.

«La signorina Valentine ora si trova in coma all'ospedale. Pregheremo tutti perché si riprenda, così che possiate accoglierla e chiederle scusa.
Perché non oso immaginare un finale alternativo...»

Jack sentì il cognome di Katherine e poi si sentì svuotare.
Rimase immobile ad ascoltare, senza capire, senza credere a quel nome che aveva appena sentito. Senza realizzarlo. Mentre la realtà intorno a lui veniva assorbita da ogni fessura; fuggiva dagli angoli della finestra, sgusciava sotto le porte, scompariva lasciando privo di credibilità qualsiasi spazio o volto.
Tutto era diventato solo lo scenario di carta di un sogno inquietante.

«Gli studenti della 3A verranno sospesi per tempo indeterminato.
Useranno quel tempo per riflettere sul male che hanno provocato, e a cosa è servito.
Inoltre la classe verrà divisa e riformata, insieme ai ragazzi della 3B.»
Era stata un'ottima idea quella di mischiare le due classi.
Certo, a fine anno non sarebbe stato facile trovarsi con qualche professore nuovo, ma era la cosa migliore per distruggere l'ambiente tossico della 3ªA.

Non che la 3ªB avesse effettivamente fatto qualcosa. I pochi gatti che c'erano non erano nemmeno dal temperamento agitato, ma al preside non importò.
La responsabilità era di tutti e doveva esserci una punizione.

Dangerous Teacher II OssessioneWhere stories live. Discover now