Capitolo 11

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Jade sconcertata sentiva la pressione scivolare sulla pelle sudando freddo.

Non lo aveva previsto, non se lo sarebbe mai aspettato.  Cercando di rimettere insieme i pezzi mischiati dalla troppa frenesia, accolse il consiglio della ragazza sedendosi sulla sedia più vicina.

Esausta si passò una mano sul volto, appoggiando cioccolatini e fiori sulle ginocchia.

Charlotte spinse la carrozzina vicino con un sorriso vittorioso sul volto.

Non si aspettava quella reazione da West, ma era più che curiosa di sapere come avrebbe reagito. Era certa che non avrebbe resistito ad alzarle le mani, se avesse avuto la faccia tosta di negare tutto. A costo di rischiare di cadere dalla sedie a rotelle.

«Chi sei?» chiese soltanto Jade facendo un lungo respiro.

Non ci capiva nulla, non era pronta a reggere anche quello. Non dopo la discussione con Dayana di quella mattina, non dopo quel crollo sfrenato, non con dei fiori in mano e Katherine dall'altra parte della porta.

«Mi chiamo Charlotte. Sono la migliore amica di Kat. Non ti ha parlato di me? 

Wow, a quanto pare non l'hai soggiogata abbastanza da farti raccontare tutto. Delusa?

Io so tutto Elizabeth. Mi ha raccontato tutto, dall'inizio alla fine.»

Jade a quelle parole capì di essere spacciata.

Non ne aveva idea, non avrebbe mai potuto prevederlo. Kat non gliene aveva mai parlato, pensava fosse totalmente sola dopo Jack.

«Non è così, non è come pensi.» borbottò West spinta dal bisogno di inventare una scusa logica. Si zittì premendo le labbra tra loro, bisognosa di essere sincera per una fottuta volta in vita sua.

Si morse il labbro fino a farsi male. Non trovava le parole. Cosa poteva fare?

Se quella ragazza sapeva tutto, cosa poteva inventarsi? Di certo non bluffava. Di certo Kat le aveva raccontato della loro relazione, non c'era altra spiegazione altrimenti.

Jade pensò al peggio. Avrebbero potuto denunciarla. Aveva bisogno di un discorso convincente per svignarsela.

Il suo cervello fin troppo veloce ed abituato a manovrare le cose, ci mise un istante per pianificare il tutto.

Mancavano le prove. 

Erika avrebbe testimoniato a suo favore in cambio di una scopata o due, dicendo che Kat era ossessionata e si era inventata tutto. Era la parola di un'alunna contro la sua. Inoltre dopo un incidente del genere, sarebbe stata ancor meno credibile, visti i suoi problemi psicologici.

D'altronde era già successo che provassero ad incolparla in passato e lei se l'era cavara allo stesso modo; negando tutto, contro quella povera ragazza che ora poteva essere Katherine. 

'Che merda. Che merda di persona che sono.' sentì la propria coscienza incolparla.

Aveva pensato tutto con tanta facilità. Era un meccanismo che funzionava al di fuori del suo volere, ma poteva scegliere di non seguirlo.

Aveva sempre potuto scegliere di non fare del male, ma non aveva mai mosso un dito per evitarlo. Anzi, si era rotolata in quell'istinto animalesco che le veniva fin troppo spontaneo, quell' istinto a cui aveva dato la colpa del proprio comportamento. 

Lo aveva sempre saputo: in realtà la colpa era solo sua.

Il sangue sulle sue mani, sul pavimento. Kat che la pregava di lasciarla morire, che le diceva di amarla, che le piangeva di fronte e si spezzava sotto il suo sguardo. 

Dangerous Teacher II OssessioneNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ