Capitolo 18

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Maeve aveva smesso di parlarle, passando poi da un'attività extrascolastica all'altra; l'aveva vista ripassarsi lo smalto nero, continuare una serie di disegni erotici con tanto di album riservato, e cazzeggiare su Instagram fingendo di cercare la penna giusta.
Valentine si convinse che i Prof sapevano ma che avevano perso qualsiasi speranza con lei; perché non riuscì a trovare nessun'altra spiegazione dell'immotivata fortuna di Maeve nel non farsi scoprire.

Era la penultima ora. Aveva passato l'intervallo in classe, onde evitare gli sguardi dell'intero istituto su di sé. In classe a disegnare ed osservare il macrosistema intorno al suo sguardo. Maeve nel durante le aveva chiesto se volesse andare a fumare con lei, e lei aveva rifiutato cortesemente, ricevendo una tirata su di spalle come risposta.

Alzò la mano. Non ne poteva più di stare seduta, si sentiva sul baratro della noia mortale, come d'altronde la maggior parte dei suoi compagni nell'ora del professore più noioso di sempre.
«Posso andare in bagno?»
L'insegnante le fece cenno di andare. Per lo meno era buono e permissivo, lasciava sempre uscire chiunque glielo chiedesse. Probabilmente amava il proprio lavoro e per questo non sentiva il bisogno di trattarli come cani da tenere al guinzaglio.

Kat si sentì sotto i proiettori per il breve tratto banco-porta; ignorò tutti camminando rapida.
I suoi passi la guidarono automaticamente verso la porta impersonale del bagno. Quando entrò il silenzio la pizzicò dandole la pelle d'oca.

L'ultima volta che era stata in quel luogo aveva quasi perso la vita.
Emozioni intense si ritorsero in lei, striscianti come vermi. Percepiva la solennità di quella stanza, percepì la propria ansia, il proprio bisogno di verità.
Non ricordava, ma sentiva; sentiva il proprio cuore correre rapido, i brividi increspare lo scheletro e il respiro ammutolire rendendola stanca ed affaticata. Non ricordava, ma il suo corpo sì. Il suo corpo sapeva e ricordava ogni cosa.

Come in un sogno le sue gambe la portarono all'ultimo gabinetto: il suo.
Le sue dita tremanti spinsero la porta per aprirla. Il cuore le batteva in gola. Non vide altro che la latrina, ma le sue cicatrici videro di più perché si agitarono come se fosse rimasto qualcosa intrappolato sottopelle. Una fitta di fastidio e dolore la costrinse a portarsi la mano al braccio e grattare le fasciature.

Entrò nel piccolo e stretto bagno.
Chiuse la porta.
Ascoltò il silenzio.
Appoggiò la schiena al muro.
Inspirò e si lasciò scivolare al suolo.

La realtà rimpicciolì, si fece distante anni luce, si ribaltò sul soffitto. Katherine strinse le proprie ginocchia e divenne minuscola. Sì ricordó di Alice nel paese delle meraviglie, ricordò quel cartone che guardava sempre da piccola, in loop senza fine. Ricordò la paura ed il senso di perdita, ricordò l'attrazione per un profondo incubo incomprensibile. Chiuse gli occhi e la quiete la impacchettò in una bolla, in un angolo sicuro, nel luogo più terrificante e familiare per il suo cuore. Si guardò dal soffitto e vide tutto il proprio dolore vorticare intorno a sé, sulla superficie della sua bolla di sapone. Si adagió nel distacco, nella fragilità delle proprie ferite.

Uno sfarfallio sulla sua guancia; portò il palmo della sua mano ad asciugare una lacrima.
Aprì gli occhi: stava piangendo.
Sorrise, perdendo un singhiozzo. Sentiva qualcosa, e finalmente stava piangendo. Pianse silenziosamente e nel ricordo della sua infanzia realizzò che quello era l'unico posto dove era rimasta la sagoma della vecchia Kat, dove era rimasta la sua purezza.
Pianse ancora. Lì era dove si era persa, lì era dove poteva sentire il sapore di tutto ciò che era e che non sarebbe mai più stata. Abbracciò la perdita.

Katherine per la prima volta provò l'insopportabile mancanza di sé. Si sentì come se avesse perso per sempre qualcuno, qualcuno di fisico, una persona vera e propria, fatta di carne ed ossa. Si sentì come se avesse perso la compagnia di un'amica, di una cugina, di una sorella o una fidanzata. Di qualcuno di reale e concreto, qualcuno di estremamente vicino.

Dangerous Teacher II OssessioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora