Capitolo 12

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Katherine rimase immobile con gli occhi su quella figura familiare che mai si sarebbe aspettata di vedere in quel momento. La prima cosa che notò furono i fiori; uno stupendo mazzo di fiori. Sorpresa rimase nel silenzio imbarazzante del loro ritrovo.

Nel momento stesso in cui gli occhi ghiaccio di Jade incrociarono i suoi si sentì persa, come se non fossero più in quella stanza, come se la realtà la stesse abbandonando.
Gli occhi di Jade sofferenti, spaventati, dispiaciuti le sfrigolarono nell'animo. Scossero le sue interiora, accesero qualcosa; un'emozione intensa, che sembrava fare male, che sembrava fare bene. Non capiva quella strana sensazione nelle sue viscere. L'unica cosa che sapeva era di essere grata di poterla sentire, felice di poter sentire qualcosa, qualsiasi cosa fosse, di poter sentire di essere ancora viva.

Non sorrise, ma contemplò quell'istante a fondo. Immergendosi in quelle emozioni e rendendosi conto di come West paresse tanto familiare quanto sconosciuta.
Le proprie labbra sussurrarono il suo nome, chiedendo all'insegnante di avvicinarsi, di non andare via.

La mano bianca dell'adulta strinse la sua dandole i brividi. La mano bianca e sudata della sua insegnante tremava.Un peso al cuore le tolse il respiro.
Allora non se lo stava immaginando.

Senza parole, studiò la situazione, ascoltando il proprio cervello vuoto fare mente locale.
Si trovava davanti a Jade West, Jade West con fiori e cioccolatini...
Jade West con occhi lucidi che le stringeva la mano…
La stessa persona che le aveva detto di non crederci troppo, che le aveva spiegato che la vita era dei forti che schiacciano i deboli.

Quella Jade con un orgoglio di ferro ora tremava di fronte a lei, come una bambina spaventata. Com'era possibile?

Valentine fece una smorfia. Quella situazione era assurda, tanto da farle venire un'idea…
Ritrasse la mano, girandosi dall'altro lato. Confusa si guardò attorno, come alla ricerca di qualcosa.
«Gesù?! Gesù?!» prese ad urlare al vuoto.
West incredula, rimase basita ad osservarla.
«Katherine... cosa stai facendo?» mormorò temendo che l'incidente avesse provocato danni cerebrali.
«Chiamo Gesù.
Non può essere la realtà; devo essere morta.
Jade West che mi porta fiori e cioccolatini; devo essere in paradiso.» West la guardò in silenzio per poi scoppiare in una risata isterica. Si coprì il volto con una mano, ricacciando le lacrime indietro. Valentine che scherzava sulla propria morte, era come ricevere una pugnalata senza la possibilità di sanguinare.

Kat fece una smorfia, sorrise leggermente delusa. Nella sua testa quella scena era sembrata più divertente, mentre nella realtà era suonata strana ed inopportuna. Come una forzatura. Come una battuta recitata male.

Si sorprese di sentirsi così trasparente di fronte a West. Non che non sentisse alcuna emozione, ma era come se le poche emozioni rimaste non le appartenessero del tutto.

La sua razionalità al contrario la teneva ancorata alla realtà statica e pesante. Sii vide da fuori, sentendosi come se stesse interpretando i panni di se stessa in una recita in bianco e nero. Forse per quello sentiva l'urgenza di rendere le cose normali scherzandoci su.

Jade sentì il panico sotto pelle. 'Potevi essere davvero in paradiso. Ci scherzi su per far morire anche me?' inghiottí la saliva.
Stava facendo fatica ad adattarsi a quella nuova Kat. Quasi non sembrava più lei: mancava lo scintillio nei suoi occhi. Kat non aveva perso la propria voglia di scherzare, ma il suo sguardo sfocato le imprimeva addosso un'espressione stanca e pesante.

Ristabilito il silenzio, West, sentì l'imbarazzo. Non era mai stata in una posizione più scomoda. Cosa doveva dire? Avrebbe preferito Kat la insultasse, avrebbe preferito bastasse quello. Invece la rossa la osservava, i suoi occhi la scrutavano e lei non riusciva a sostenerli. Non senza rivedere il sangue, non senza rivedere le proprie parole fredde nell'aria.

Dangerous Teacher II OssessioneWhere stories live. Discover now