Chapter 20

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Hyunjin's pov
Non dissi nulla a Felix della cosa con lo psicologo, si sarebbe preoccupato quando magari alla fine non sarebbe stato nulla di che.

Dopo che lessi il messaggio gli risposi ci mettemmo d'accordo sull'orario e in quel momento mi stavo dirigendo verso l'edificio con la mia macchina.

Un po' ero ansioso, lo ammetto.

La distanza tra casa mia e quel posto non era molta ma in quel momento mi sembrò un tragitto infinito; quando finalmente arrivai parcheggiai e scesi velocemente entrando, passando per il percorso in cui ero stato con Felix ed arrivando davanti la porta del suo studio.

Mi sedetti nella sedia davanti al ragazzo, dopo esserci salutati.

«Allora, di cosa doveva parlarmi?»

«Ieri ho parlato con Felix e, ovviamente, non posso dirle cosa ci siamo detti ma...sono sinceramente preoccupato per le sue condizioni. Oltre al fatto che è successo, sa se ci sono state altre cose?»

Mi fermai a pensare: «Dopo di quella niente, anche se a volte lo vedo fissare il vuoto, con espressione completamente impassibile.»

«Capisco, nient'altro?»

«Mh, non so, credo tante insicurezze e poca stima in se stesso.»

«Sì, da come parla si capisce. Bene, a questo punto posso dirle che non poche volte ho avuto un caso come quello di Felix e non poche volte è finito con un secondo tentativo di suicidio.»

Mi disse quelle parole senza una minima emozione, come se io non avessi dei sentimenti e come se per me fosse facile parlare apertamente di quegli argomenti.

«Quindi cosa ha intenzione di fare?» chiesi.

«Non so se lo sa ma oltre ad essere uno psicologo e lavorare qui sono anche uno dei capi di una clinica per...per chi ecco soffre di depressione grave, schizofrenia e altre malattie mentali. Non posso esserne certo però credo che Felix soffra di depressione e credo che sia anche grave. Portandolo in questa clinica potremo, io e i miei altri colleghi, capire meglio il suo caso e magari introdurre anche degli psicofarmaci per aiutarlo.»

A sentire le sue parole il discorso non faceva una piega ma c'era qualcosa che non mi convinceva e che...mi inquietava? Credo. Ma probabilmente era solo una paura inutile, di sicuro avrebbero davvero aiutato il mio piccolino, quindi dissi che per me andava bene e lasciai allo psicologo il numero della nostra agenzia, cosicché avrebbe anche potuto parlare con loro ed organizzarsi.

Uscii da lì ancora un po' scossò dalla conversazione, una delle cose che più mi angosciavano era che non avrei più potuto vedere Lixie quando volevo, ci sarebbero sicuramente stati gli orari di vista e questo mi rattristiva ma sapevo che era per il suo bene.

———

«STAI SCHERZANDO VERO? IO COL CAZZO CHE VADO LÌ DENTRO, VACCI TU SE TI INTERESSA COSÌ TANTO.»

Come pensavo, Felix non prese per niente bene questa notizia, ed iniziò infatti ad urlarmi contro.

«Ascoltami, è per il tu-» mi interruppe.

«PER IL MIO BENE UN CAZZO, vaffanculo.» urlò ancora più forte andando in camera e sbattendo la porta.

Sospirai, aspettando circa cinque minuti per farlo calmare e per poi raggiungerlo.

«Felix.» dissi, si trovava sul letto, completamente sotto le coperte mentre piangeva.

Mi stesi sotto le coperte tirandolo a me ed abbracciandolo.

«Va via.» disse piagnucolando.

«Ti prego, fidati di me.»

«N-Non voglio andarci.»

«Sarà per poco tempo, ricomincerai a stare realmente bene.»

«M-Ma io ora sto bene, non ne ho bisogno, quel periodo è passato, lo giuro.»

«Piccolo quel ragazzo non è stupido, sa quello che fa. Ti prometto che verrò sempre a trovarti, tutti i giorni.»

«Promesso promesso?»

«Promesso promesso.» gli sorrisi, e lui si accoccolò.

«Ma poi come faremo con i comeback?»

«Gli ho lasciato il numero della JYP, parlerà con loro e si organizzeranno.» lo tranquillizzai, e lui annuì.

«Dormi un po' se vuoi, io sto qua con te amore mio.» gli sussurrai, accarezzandogli la schiena.

«Non ho molto sonno, voglio solo stare qui a coccolarmi con te.»

Gli riempii di baci le lentiggini tenendolo stretto tra le mie braccia, lo amavo in una maniera incredibile.

Strofinò dolcemente il suo visino nell'incavo del mio collo, facendomi sentire le farfalle, anzi tutto lo zoo, nello stomaco. Sentivo il bisogno di proteggerlo a tutti i costi, era così prezioso.

Non sapevo se portarlo in quel posto fosse la cosa giusta da fare ma mi fidai, sperando con tutto il cuore di fare bene.


Lentamente mi infilò la mano sotto la maglia, accarezzandomi gli addominali, cosa che mi provocò un grandissimo sorriso.

«Hai freddo?» gli chiesi, dato che precedentemente aveva scansato le lenzuola.

«Un pochino.» mi alzai di poco col busto per afferrare le coperte e sistemarle bene sopra entrambi.

«Meglio?»

«Mhmh, grazie.» lo baciai e mi mise le braccia attorno al collo.

Felix's diary | Hyunlix Where stories live. Discover now