Capitolo 3

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Crystal's Pov
Un trillo assordante mi fece svegliare di soprassalto. Era la sveglia del mio iPhone che avevo impostato poche ore prima di addormentarmi. Spensi la sveglia ancora assonnata e mi girai dall'altra parte del letto pronta a riaddormentarmi, ma una voce acuta mi fece sgranare gli occhi.

"Crystal ti devi alzare!" sentì la voce di Abigail dal bagno.

"Ancora cinque minuti" borbottai stringendo le coperte al petto e chiudendo gli occhi.

"No, no, no" la sentì venire verso di me e strapparmi le coperte di dosso, letteralmente.

"Devi alzarti. Non puoi fare tardi il tuo primo giorno" mi guardò in attesa che mi alzassi.

Borbottai parolacce sottovoce e mi misi in piedi. Senza dire una parola presi la mia divisa e mi infilai in bagno. Mi vestì e non tentai neanche di pettinare i miei capelli, perché essendo ricci è impossibile pettinarli. Mi lavai il viso e i denti per poi tornare nella stanza in cui Abigail mi stava aspettando con lo zaino in spalla. Afferrai anch'io il mio zaino, che avevo preparato la sera precedente con le indicazioni di Abigail su cosa mettere, e ci incamminammo verso la mensa per fare colazione. Restai in silenzio mentre la mia compagna di stanza mi parlava già dalle sette del mattino e io cercavo la forza per risponderle, che ovviamente non trovai.

Entrammo nella mensa e vidi che come avevo già visto il giorno, prima che c'erano dei tavoli enormi dove gli studenti stavano prendendo posto. Mentre d'un lato c'era quella che doveva essere la cuoca della mensa che serviva i pasti peggio della segretaria in post depressione.

Credo che tra poco piangerà sul cibo che ci deve servire.

Ci dirigemmo verso la cuoca e prendemmo un vassoio a testa, presi un budino e dei biscotti che pensai fossero avanzati da tre giorni. Abigail prese del latte e come me del budino e nel mentre commentò tutti i cibi che c'erano, non che c'è ne fossero in quantità.

Fa schifo. Secondo me ci ha messo il cianuro. Non lo darei neanche al mio cane. Diceva, e io non potevo che concordare con lei.

Una volta che la cuoca mise nei nostri vassoi ciò che gli avevamo chiesto, seguì Abigail che si sedette in uno dei pochi tavoli piccoli che c'erano e mi sedetti di fronte a lei.

"Prima impressione?" mi domandò mentre addentava con una smorfia il suo budino.

"La cuoca sembra che si voglia sbattere il mestolo in faccia cinquanta volte piuttosto che stare qui un'altro minuto" dissi facendola scoppiare a ridere.

"E il cibo fa schifo" aggiunsi addentando un altro biscotto.

"Dobbiamo resistere ancora due anni. A meno che tu..." lasciò la frase in sospeso e capii cosa volesse dire.

"Per ora non farò niente" scossi la testa e mi sembrò di vedere che si fosse rassicurata.

Continuammo a parlare fin quando non mi fece con il capo di guardare dietro di me, con riluttanza mi girai e vidi il ragazzo di ieri Matthew, Mattia o come si chiama con alcuni ragazzi.

"Loro sono al quinto anno" li indicò con un cenno del capo.

"Buon per loro" dissi tornando a girarmi per riprendere a mangiare la mia colazione.

"Davvero non ti interessa nulla?" socchiuse gli occhi guardandomi con attenzione.

"No" risposi addentando il mio budino.

"Meglio perché stanno venendo qui" mi irrigidì e lasciai cadere il cucchiaino sul mio piatto con un tonfo.

Non riuscì a dire nulla perché una mano si appoggiò di fianco al mio vassoio facendo tremare il tavolo, e non solo quello, ma anche me. Alzai lentamente il capo ritrovandomi due paia di occhi grigi che mi fissavano maligni.

NON TI SCORDARE DI MEKde žijí příběhy. Začni objevovat