Capitolo 35

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Crystal's Pov
"Gelosa? Di chi? Di te?"

"Non sei una grande bugiarda angelo" lo sentii venire dietro di me fino ad aderire la mia schiena al suo petto.

"Neanche tu Mattheo" continuai a fare finta di cercare qualcosa nell'armadio, ma la mia tattica stava decisamente fallendo.

Sentivo il suo respiro nel mio collo, e le sue labbra che lo sfioravano, mentre le sue dita giocavano con la cerniera del mio vestito.

"Hai finito?" domandai in tono brusco.

"Non dirmi che ti da fastidio angelo" disse con voce roca al mio orecchio.

"Devo andare a cambiarmi, quindi ti pregherei di levarti dalle palle" mi voltai e il mio sguardo incontrò il suo.

"E dimmi angelo, come farai ad abbassare la cerniera?" inclinò il volto guardandomi con gli occhi ridotti in due fessure.

"Scordati tutto ciò che stai pensando. Sei ubriaco" lo guardai in malo modo.

"Brillo, però te lo concedo angelo" puntualizzò.

"Allora togliti" cercai di scappare via, ma lui si avvicinò di più e indietreggiai facendo aderire ancora di più la mia schiena sull'armadio.

"Non prima di aver fatto questo" senza preavviso le sue labbra si posarono sulle mie, all'inizio cercai di allontanarlo, ma poi ricambiai il bacio.

Quando ci staccammo ormai senza fiato restammo alcuni secondi in silenzio con solo il suono dei nostri respiri in sottofondo, "sei-" cercai di parlare, ma posò un dito sulla mia bocca impedendomi di farlo.

"Non sono andato a letto con nessuna."

"Non mi interessa."

"Sì, che ti interessa. Lo leggo nei tuoi occhi."

"Non mi importa Mattheo. E sai perché? Perché ciò che fai della tua vita non mi riguarda e non mi ha mai riguardato anche se per qualche attimo ho pensato il contrario. E smettila di sorridere come un'idiota" lo accusai quando iniziò a sorridere ampiamente come se fosse un babbeo.

"Sorrido così perché anche da incazzata sei bella" le sue mani si posarono sulla cerniera del vestito.

"Che diamine pensi di fare?" domandai uccidendolo con lo sguardo.

"Ti aiuto a toglierti il vestito" più abbassava la cerniera più il suo volto si avvicinava al mio collo.

Le sue labbra si posarono sul mio collo e chiusi gli occhi. Sentii tante piccole scariche elettriche lungo la schiena, mentre la mia pancia era in subbuglio. Questa sensazione non doveva appartenermi, non poteva.

"Mattheo" cercai di dire e lui si staccò mettendo una leggera distanza fra di noi.

Ripresi finalmente fiato e presi il pigiama, "vado a cambiarmi. Tu faresti meglio a non essere qui al mio ritorno" borbottai lanciandogli un'occhiataccia, ma lui stava guardando da tutt'altra parte.

"Ti ho anche slacciato il vestito" parlò in sua difesa con occhi assorti nel vuoto.

"Non te l'ho chiesto" scossi la testa e mi chiusi in bagno.

Mi cambiai e lasciai il vestito in bagno nella cesta dei panni sporchi. Quando stavo per uscire notai qualcosa di strano. Tornai indietro e mi guardai con più attenzione allo specchio. Portai d'un lato i miei capelli e guardai meglio il punto violaceo sul mio collo. Mi ha fatto un succhiotto.

Aprii la porta del bagno pronta a discutere con lui, sapendo benissimo che non si è mosso di un millimetro, nonostante il mio avvertimento, ma quando arrivai nella stanza vidi una versione singolare di Mattheo. Era disteso nel mio letto mentre dormiva profondamente abbracciato al cuscino.

NON TI SCORDARE DI MEWhere stories live. Discover now