Capitolo 54

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Crystal's Pov
Osservai la donna di settantasei anni di fronte a me e pensai che mi assomigliasse incredibilmente. I capelli color rame avevano lasciato il posto ad un castano sbiadito meno lucente della chioma color rame che avevo visto nelle foto. Alcune rughe solcavano il suo volto e sotto gli occhi neri color carbone erano presenti delle occhiaie.

"Ho sognato questo giorno da quando ho lasciato Budapest" prese parola lei per prima dopo essere tornate al tavolo dove mi trovavo prima che corressi in bagno.

"Mi ricordo quando eri piccola. Eri davvero una brava bambina, nonostante quello che dicevano i tuoi genitori" raccontò con un sorriso sulle labbra, un sorriso che io non riuscivo a ricambiare.

Avevo fin troppe domande da farle. Ed una lampeggiava nella mia mente fin da quando ho letto per la prima volta il fascicolo riguardante la mia famiglia.

Mi voleva davvero bene?

Dovevo smetterla di chiedermelo in continuazione, ma la verità è che non ci riuscivo.

"Non si può dare una spiegazione a tutto, Crystal" sospirò dopo aver intuito il mio sguardo perso nel vuoto.

"Ma tu sei qui. Puoi dirmi ciò che è successo realmente" tentai di dire.

"Penso che tu sappia la vera storia" mi guardò per brevi attimi capendo che sapessi già la vera storia degli Evans.

"Quindi ciò che c'è scritto in quel fascicolo è vero?" mi morsi con forza il labbro inferiore all'idea che tutto quello che ho letto in quelle carte era vero.

"Sì" annuii sorridendomi in modo triste.

"Vorrei che le cose fossero andate diversamente Crystal, ma non posso cambiare il passato" abbassò lo sguardo, come se si incolpasse di tutto ciò che era successo in passato.

"Ti ha strappato dalle braccia le tue figlie" deglutii pesantemente e solo immaginare cosa significa provare un dolore del genere sentii una fitta all'altezza del cuore.

Io non ero mia madre. Non avrei mai lasciato mio figlio a qualcun altro infischiandomene del bambino che ho messo al mondo. So cosa significa crescere senza che i tuoi genitori ti diano l'importanza che meriti e non permetterò mai che mio figlio viva lo stesso che ho vissuto io.

"Ma se non fosse successo tu non saresti qui" esordii risvegliandomi dai miei pensieri.

"Lui non mi ha mai voluto bene" dire questa frase faceva male, fin troppo.

"Mi sfruttava per scambiare lettere con te" continuai e presi un sorso di coca cola nell'intento di sciogliere il nodo che avvolgeva la mia gola.

"Non è così" scosse la testa.

"Amavo tuo nonno. Era un'uomo testardo, impulsivo e quando si ci metteva era davvero insopportabile, ma amava la propria famiglia. Ha dato amore ad Abbey e Candice, non lo incolpo per ciò che è successo, non avrei mai potuto crescere le mie figlie da sola, e ha protetto te" finii di dire ed un silenzio incombe su di noi.

"Cosa vuol dire che non avresti mai potuto crescerle?" domandai confusa spezzando il silenzio che si era creato.

"Derivo da una famiglia umile. Tutto il contrario dalla famiglia a cui apparteneva Lincoln. Origini inglesi e benestanti, la mia famiglia era l'opposto. Quando ho scoperto che ero incinta Lincoln si era già sposato e i miei genitori non l'hanno presa bene. Sono andata via di casa perché se fossi rimasta mi avrebbero portato via le mie figlie. Sono volata a Brooklyn, ma la vita era dura e quando tua madre e tua zia sono nate è stato il giorno più bello della mia vita, ma mantenere due bambine da sola era difficile. Quando avevano compiuto due anni il tuo bisnonno me le strappò dalle mani, ma io non ho opposto resistenza. Ho sofferto, ma sapevo che sarebbero state bene con Lincoln" spiegò ed io aspettai qualche secondo prima di ritornare a parlare.

NON TI SCORDARE DI MEWhere stories live. Discover now