Capitolo 20

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Crystal's Pov
Non può averlo fatto. Non può averlo fatto. Non può.

Eppure l'ha fatto. L'ha fatto eccome e senza dirmi nulla. Non che sarebbe cambiato qualcosa. Perché se l'avessi saputo, se quando stavo facendo la valigia l'avessi saputo allora sarei scappata il più lontano da lei. Fissai il mio iPhone sentendo la mia rabbia aumentare sempre di più.

"Come fai ad accettarlo?" mi voltai verso di lui.

Dopo che avevo sentito quelle parole non riuscivo più a ragionare lucidamente. Lo guardai mentre era di fronte a me. Stava in silenzio mentre mi guardava con occhi vuoti.

"Non lo so neanch'io" mi rispose.

"Come fai a non saperlo? I tuoi genitori ti hanno venduto come l'ha fatto mia zia" dissi a denti stretti.

"È diverso" evitò il mio sguardo.

"Spiegami perché sarebbe diverso" lo guardai con attenzione.

"Le spiegazioni non devi chiederle a me."

"Hai ragione. Ma lascia che ti faccio solo una domanda."

"Cosa si prova ad essere sfruttato per una stupida azienda?" buttai fuori la mia domanda tutta d'un fiato.

"I fidanzamenti vanno e vengono, i soldi no" lo guardai a lungo chiedendomi se quella fosse realmente una sua risposta o fosse semplicemente una risposta preconfezionata.

Scossi la testa e uscii dalla stanza per ritornare al primo piano. Se prima volevo spaccare qualcosa adesso voglio solo spaccare la testa di mia zia. Non m'importa delle scuse che inventerà per giustificare ciò che ha fatto. Non m'importa se dirà che sono stati i miei genitori a volerlo. Non sono una merce di scambio da vendere al migliore offerente. E se il migliore offerente è la famiglia Nelson allora siamo messi male.

"Come diamine hai potuto?!!" le urlai contro appena varcai la soglia della grande cucina, per la seconda volta nella giornata.

"L'hai saputo" mi guardò con fare indifferente.

"Ovvio che l'ho saputo! Ma tu non hai avuto le palle di dirmelo così hai chiamato Colin per dirmelo!" la mia rabbia esplose su di lei, ma ovviamente lei restò impassibile.

"Non avevo tempo per farlo" tirò fuori il telefono mettendosi brevemente a digitare qualcosa.

"Viviamo sotto lo stesso tetto. Sei a neanche cinquecento metri da me e mi dici che non hai avuto tempo?! Sai dire solo balle" le puntai un dito contro e questa volta alzò lo sguardo dal suo IPhone per poi puntarlo su di me.

"Non ti permettere" mi guardò malamente intimandomi con lo sguardo di smetterla.

"Io mi permetto eccome!! Come tu ti sei permessa di inaugurare il mio fidanzamento con un ragazzo che nemmeno amo io mi permetto di dirti che non ti reputo sangue del mio sangue! Non sei la donna che mi ha amato e che si è presa cura di me dopo la morte del nonno!"

"Almeno ti sei chiesta cosa volessi io?"

"Ti basta sapere che siamo in banca rotta e che questo fidanzamento aggiusterà le cose" si sistemò meglio nella sedia mantenendo il suo atteggiamento freddo.

"Aggiustare le cose? Vendendomi? domandai con la voce piena di collera.

"Nonno non l'avrebbe mai permesso. Poveri o non poveri lui non l'avrebbe mai fatto" continuai.

"Tu credi? Pensi davvero di averlo conosciuto? Eri una ragazzina quando è morto, a malapena hai dei ricordi" mi lanciò un'occhiata di disapprovazione.

"Come puoi dirlo? Eri sempre via. A malapena venivi alle feste."

"Dopo tutto quello che è successo ancora non ti sei stufata di lui, eh? Dopo che a causa sua ti hanno violentata ancora non lo veneri come un Dio."

NON TI SCORDARE DI MEWhere stories live. Discover now