Epilogo

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Fummo quello che non si racconta né si ammette, ma che mai si dimentica.
-Frida Kahlo
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8 anni dopo...

Mattheo's Pov
Non ho mai amato lasciare andare qualcosa o qualcuno. Non ho mai amato l'idea di dire addio per sempre a una persona. Gli addii sono stupidi, banali e ormai privi di significato. Al giorno d'oggi si dice addio troppo facilmente. Quanti addio abbiamo detto? Infiniti. Ma quanti sono stati realmente veri? Quanti ci hanno spezzato l'anima e non siamo più riusciti a ricucirla? Io penso che gli addii non siano veramente addii fino a quando uno dei due non smetterà mai di lottare per l'altro. Lottare. Una parola davvero complessa. Chi lotta più per amore? Per lottare ci si deve fare male. Ci si deve sporcare le mani, sbucciare le ginocchia e restare senza fiato fino a quando la battaglia non sarà finita. Tutto ciò spaventa le persone, le fa allontanare per poi non farle tornare più nella tua vita. Io ho lattato. Direi che ho lottato fin troppo per averli qui con me ora.

"Ho detto di no" rimarcai guardandola in malo modo.

"Ma-" cercò di dire, ma le bastò un mio solo sguardo per zittirla.

"Mattheo, è solo una bambina" sbuffò la ragazza seduta sul sedile del passeggero di fianco a me.

"Una bambina? Ha sei anni" dissi a denti stretti infastidito.

"A quell'età spacciavo le mie caramelle alle fragole come pillole della felicità" incrociò le braccia al petto scuotendo la testa.

"È nostra figlia, Crystal" dissi a denti stretti con gli occhi ridotti in due fessure.

Non ci potevo credere. Non sapevo neanche se essere felice o no della notizia. Ha colpito un bambino perché quest'ultimo si era avvicinato a lei. Da una parte sono arrabbiato perché già a sei anni dimostra di avere un atteggiamento uguale a quello di Crystal in confronto dei ragazzi, ma dall'altra parte sono sollevato sapendo che mia figlia era ancora al sicuro.

"In quanto madre ti dico che non è nulla di grave" disse contrariata.

"Per te che già a tre anni picchiavi i bambini. Oceanne non ha il tuo carattere" sbuffai, non riuscendo a comprendere perché non lo capisse.

"Infatti ha quello di Jade" ribatté acida facendomi alzare gli occhi al cielo.

Era stata lei ad insistere nel mettere alla bambina due nomi. Oceanne Jade Nelson. All'inizio mi ero detto contrario, ma quando mi ha corrotto con i suoi occhi neri non c'è l'ho fatta a dirle di no.

"Ed io il carattere di chi ho, mamma?" domandò Caleb al fianco di Oceanne.

I suoi occhi grigi risplendevano alla luce del sole e quando sorrideva si intravedevano le fossette. Crystal mi rinfacciava ogni volta che ne aveva la possibilità di quanto assomigliasse a me. Nonostante Oceanne e Caleb sono gemelli sono completamente diversi sia di aspetto che di carattere, cosa che ha fatto ricordare sia a me che a Crystal, Abbey Evans e Candice Baker.

Il carattere di Caleb era più aperto e propenso ai guai, proprio come Crystal, mentre Oceanne rimaneva più chiusa in se stessa rimanendo più fredda e distaccata proprio come me.

"Quello di tua madre" risposi al posto di Crystal che era intenta ad aprire un pacchetto di caramelle alle fragole.

"Non avevamo detto niente caramelle prima di cena?" chiesi guardandola in malo modo, ma lei mi ignorò mangiando una caramella per poi dare il pacchetto a Caleb e Oceanne.

"Tu l'avevi detto, ma nessuno è obbligato a seguirti" scrollò le spalle ed io scossi la testa.

Proprio in quel momento il mio telefono iniziò a vibrare e lessi il nome di mia madre lampeggiare sullo schermo. Passai lo smartphone a Crystal che rispose dopo aver alzato gli occhi al cielo infastidita. Parlò per qualche minuto al telefono mentre io guidavo e Oceanne e Caleb mangiavano le caramelle parlando del film che avevamo appena visto al cinema.

NON TI SCORDARE DI MEWhere stories live. Discover now