10

29 3 2
                                    

"Ho il suo indirizzo."

Mark lasciò la villa con un foglio tra le mani, l'indirizzo di Johnny.

Qualcosa gli diceva di andarci e qualcosa no. Non era proprio sicuro fosse il caso regalargli una visita.

E se sua moglie fosse stata lì come avrebbe fatto?

Jaemin già stava fuori il cancello, segno che Renjun l'avesse chiamato.

"Com'è andata? Sta bene?" Il capo annuì prima di prendere il cellulare per comporre il numero del segretario.

"Renjun." Jaemin allargò le orecchie sentendo il nome.

"Ho bisogno che ti occupi di qualcosa per me." Parlò senza curarsi dell'autista, dopo tre giorni già faceva parte della sua routine.

Ormai aveva capito che poteva fidarsi di lui.

"Vai a casa sua ogni giorno e fammi sapere il momento esatto in cui c'è solo lui in casa." Il ragazzo dall'altro lato accettò il rischio.

"Potrei aumentarti la paga ma ti sei preso una settimana." Rise, "dai hyung~" vibrò nelle sue orecchie.

"Ci penso, buonanotte." Staccò.

Jaemin non si aspettava di poter conoscere questo lato di Mark, ma sorrise contento che anche lui potesse essere simpatico.

"La porto a casa capo?"

"Portami in qualche locale dell'azienda." Il ragazzo si grattò la cute.

"L'azienda possiede dei locali notturni?" Disse scioccato, "piccolo mio lavori con me o con la samsung?"

Rise nervosamente, "cercherò di informarmi meglio."

Lo guardò male, "informati ora."

Subito cercò su internet e si diresse a uno dei vari locali.
Si sentiva un po' imbarazzato, come poteva non essere a conoscenza di una cosa del genere.

"Siamo arrivati." Mark aprì la porta della macchina, "tornate a casa, tieniti pronto che potrei chiamarti."

Il ragazzo annuì e gli augurò una felice serata prima di tornarsene a casa.

Non era proprio l'ideale andare in un locale ma non era ancora sicuro di voler tornare a casa.

Anche se la sua ex moglie non era più lì, Mark era ancora ansioso.

"Non può entrare senza il biglietto vip." Una delle guardie del corpo lo fermò all'entrata vip.

Mark lo guardò male, da dove era uscito quel tizio, e soprattutto come osava rivolgersi a lui in quel modo.

"Scusa che hai detto?" Gli rivolse un sorrisetto, "non potete entrare." Si impostò.

"Sai chi è il tuo capo?" L'uomo annuì, "certo che lo so."

"Davvero? Allora perché ti sei messo davanti al cazzo?"
L'uomo subito si mise sull'attenti.

"Che cavolo succede qui?" Arrivò un ragazzo alto e magrolino, Jisung.

"Mark hyung, sei qui." Sorrise all'uomo.

"Non mi piace il tuo nuovo buttafuori."

Rise, "perdonalo è nuovo, lui è Mark Lee, il capo del locale. Ricorda bene il suo volto." L'uomo annuì e si scusò subito.

"Prego, si accomodi signor Lee."
Lo fece entrare nella sala vip, era decorata solo di rosso e nero.

A Mark ricordava vagamente una stanza delle torture.

"Posso darti una stanza, uomini giusto?" Sorrise, Mark annuì, "non dimenticare gli alcoli e i ragazzi troppo muscolosi non mi piacciono."

"Ai suoi ordini dolcezza", gli mandò un bacio.

Mark entrò in un'altra stanza, anche questa con la stessa tonalità di colore. Gli alcolici erano già sul tavolo, posto di fronte a un divano con più di cinque ragazzi giovani e carini.

Si tolse la giacca per non farla rovinare e l'appoggiò sulla poltrona.

"Beh che dire, salve?" Sorrise, sedendosi.

Un ragazzo gli versò un drink mentre altri due erano appoggiati sulle sue gambe.

Un altro più piccolo e carino gli toccava il petto, non coperto dalla camicia.

Una visione celestiale.

"Come ti chiami?" Chiese al ragazzo più vicino, aveva un volto angelico, cosa ci faceva lì dentro?

"Chenle, non parlo molto bene il coreano." Mark gli sorrise, sembrava piccolo per stare lì.

"Perchè sei qui?" Lo fece salire a cavalcioni sulle sue gambe.

Un ragazzo gli versò un altro bicchiere. Lo portò alle labbra del ragazzo, "assaggia."

Il più piccolo prese un sorso facendolo sorridere, "tu si che sei un bravo cucciolo, vuoi venire a casa con me?

L'alcool già gli aveva dato alla testa, "sono qui perché ho bisogno di soldi per pagare le cure a mia madre, se vengo a casa vostra, cosa mi farete?"

Mark afferrò il suo volto tra le mani, osservandolo meglio. "Fammi vedere cosa sai fare."

Il più piccolo, ormai abituato a tali richieste, accettò subito.

Sebbene l'uomo sotto di lui fosse alquanto affascinante, non era tanto sicuro di riuscire a soddisfarlo.

Mark in realtà aveva già perso la testa.

Il piccolo si avvicinò al suo collo lasciandogli baci umidi, osò anche tastare il suo petto con le sue piccole mani.

L'odore di Mark era buonissimo e lui ne rimase estasiato.

Fortunatamente Jisung guardò la scena. Si rese subito conto che la situazione stava sfuggendo di mano, per questo prese il cellulare e chiamò il suo segretario, che sapeva fosse Renjun.

Il ragazzo rispose subito preoccupato, "perché è tornato da te? Dovevi costringerlo a tornare a casa."

Renjun era terribilmente preoccupato per lui, in passato osava sempre frequentare vari locali. Fortunatamente questa volta era andato da Jisung, sennò non poteva nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere.

Si affrettò a chiamare Jaemin, peccato che il ragazzo non rispondeva.

E ora? Cosa doveva fare?

------- Spazio Autore ------

Ehilà!!! Scusate l'orario, ho trovato tempo solo a quest'ora, potevo evitare ma ho preferito pubblicare lo stesso. Ci tengo molto a questo libro, spero ne esca qualcosa di bello.

Buonanotte allora!!
-Hilary

Illuminato dalla luna - JohntenWhere stories live. Discover now