12: Natiell, quartier generale

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<Ti senti bene?> gli passò un braccio attorno al busto per sorreggerlo. Il biondo annuì scompigliandogli i capelli. Kou sospirò. <Joy. È pericoloso.>
Joyce mugolò contro la sua testa e zoppicò in camera precedendolo.

La sala era vuota. Quando sene accorse, Joyce si permise di arrancare un po'. Kou lo sorresse fino a camera propria e lo guardò lasciarsi cadere sul letto. <Dove ti sei fatto male?>
Joyce si girò dall'altra parte. Lui sospirò sedendoglisi accanto. <Ehi. Puoi dirmelo.>
<Avrei dovuto evitarlo.> sospirò il biondo fissando il muro. <Un bravo capo non lascia che nessuno sia accoltellato. Seppur dello schieramento avversario.>
<Joy.> lo chiamò delicatamente Kou, <Scusa se te lo dico, ma stai divagando. Hai preso un'aspirina. So benissimo che non era per la spalla.>
Joyce si girò verso di lui. <Mi hai visto benissimo, sono caduto.>
Kou inclinò il viso e gli prese delicatamente l'elastico dei pantaloni. Joyce si immobilizzò impallidendo all'istante. <Non voglio farti niente. È che dovrei avere la pomata per i lividi, e magari riesco a mettertela.> lasciò l'elastico e Joyce si rilassò appena. Si alzò. <Vado a cercartela.>
Il biondo annuì lentamente fissandolo uscire.

<Ecco qua.> gli sorrise Kou passandogliela, <Puoi mettertela da solo se non vuoi che...>
<Sì per favore.> rispose velocemente Joyce. <Posso fare uno strappo alla regola e lasciarti guardare, ma ti prego,> mormorò, <ti prego, non...non toccarmi. Cioè, sì, ma non...>
Kou alzò le mani. <Tranquillo. Off-limits dall'ombelico in giù?>
Il biondo annuì sollevato, e l'ombra di un sorriso gli attraversò il viso. Si abbassò lentamente i pantaloni.
<Se vuoi mi giro.> suggerì Kou.
<Chiudi il becco.> rispose Joyce senza guardarlo.

Joyce aveva effettivamente il bacino storto, ma quasi non si notava. Kou pensò che la conseguenza fosse una gamba più lunga dell'altra.
<Hai preso l'aspirina per il male all'anca?> chiese notando il livido violetto.
<Che?> chiese Joyce alzando lo sguardo confuso. <No, l'ho presa per il mal di schiena.>
L'altro inclinò il capo. <Che cosa comporta avere il bacino storto? Sono curioso.>
Il biondo alzò le sopracciglia mettendosi la pomata. Kou deglutì notando che aveva le lentiggini anche sui fianchi. <Nel mio caso, mal di schiena, impossibilità di portare un carico, torcicollo, palpitazioni, emicrania, vertigini, problemi a gambe e caviglie ed incapacità di stare su entrambi i piedi contemporaneamente.> gli rivolse un flebile sorriso. <Più probabile ernia e probabile sedia a rotelle più avanti.>
Kou notò che aveva uno zigomo più marcato dell'altro. <Niente più calci con le stampelle?>
Joyce ridacchiò scuotendo la testa. <Non fare l'idiota.> lo tirò a sé sul letto e Kou si beò del petto contro il suo. Gli accarezzò i capelli stringendolo a sé, e trattenne il fiato quando il più grande nascose il viso contro il suo collo. Sentire lì il suo fiato caldo era qualcosa di etereo.
<Vuoi ancora andare a controllare il tuo amico?> chiese il biondo contro la sua pelle.
<Mavi? Sì. Sei stanco?> sentì Joyce annuire. <In modo inimmaginabile.> rispose infatti.
<Okay, proviamo così.>
<Com...>
Kou lo tirò su in braccio. Joyce sgranò gli occhi aggrappandosi. <Cosa stai...>
<Oddio, ma mangi? Pesi pochissimo. Potrei viverci, con te in braccio. Ti do fastidio?>
Joyce scosse la testa, ancora metabolizzando. <No ma...>
<Pesi poco perché a colazione mangi commenti taglienti e rabbia.>
E allora accadde l'impensabile; dapprima come qualche colpo di tosse. Joyce stava ridendo.
<Sei un tale coglione.> rantolò tra le risate.
Kou sgranò gli occhi guardandolo. Le gote rosa, gli occhi chiusi, gli occhiali un poco storti. Joyce ora lo guardava tranquillo. Sentì distintamente la sua mano scivolargli sulla mandibola. <Andiamo, quindi?> Kou lo fissò negli occhi e deglutì. Gli sarebbe bastato avvicinarsi, e...

Mi dispiace.
Mi dispiace.

<Sì.> gli sorrise incamminandosi.

MamihlapinatapaiWhere stories live. Discover now