24: Sjaren

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Joyce non aveva bisogno di aiuto. Uccidere era la sua professione, la sua vocazione. Sembrava un ballerino. In quei momenti si dimenticava di zoppicare. Affondò il coltello nella spalla di Rikard e quello urlò, ma accusò un taglio superficiale sull'avambraccio. Stava invecchiando.
Inchiodò il ragazzo al muro ed il coltello volò lontano. Fu in grado di prevenire quando avrebbe alzato le gambe per tirargli un calcio a piedi uniti nello stomaco e gli affondò il coltello nel fianco. Rikard vomitò sangue proprio accanto a Mona.

Joyce lo fissò stoico e gli affondò il coltello tra le vertebre cervicali e poi tagliò la giugulare. Lo lasciò agonizzante mentre si girava a cercare la fonte dell'uggiolio che aveva sentito all'inizio. Zoppicò per la stanza, ed alla fine lo trovò: un ragazzino dagli scoloriti capelli blu pastello ed una ricrescita di almeno cinque centimetri nera. Non più di tredici anni. Gli allungò la mano insanguinata. Era denutrito e probabilmente non stava in piedi. Ma Lage alzò lo sguardo verso di lui – gli stessi occhi di ghiaccio del padre – e sorrise. <Ciao, Joyce.> gli afferrò la mano.
Lage aveva undici anni e mezzo, gli occhi azzurri, i capelli blu ed arrivava ai pettorali di Joyce, che per un momento vide in lui – spettinato, scavato – l'ombra di Mads.
Lo tirò a sé e lo strinse forte. Lage respirò contro il suo petto reso cremisi dal sangue, suo e non, e circondò il suo busto con le braccia magre. Non gli importò.
Joyce affondò una mano tra i capelli bicolore e gli strinse la testa al petto. <Mi dispiace, ho fatto tardi.> Lage non rispose e lui lo strinse di più.
Uscire fu lungo e faticoso, sia per il fatto che Joyce era comunque stato ferito alla coscia, sia perché Lage si teneva a malapena in piedi
<Dove andiamo, Joy?> chiese il ragazzino tenendogli la mano.
<Ho le chiavi della vecchia casa di mia nonna. Tempo fa avevo chiesto a Mads di recuperarle dalla soffitta. Non è tanto lontana, ed ancora non hanno dato l'allarme.> fuori, era la casa di Algot Carlsson. E quindi niente telecamere. Sjaern era una cittadina modello, aveva cose che Natiell non aveva e viceversa.

Si buttò sul pavimento appena entrarono. Lage lo imitò. Rimasero ad ansimare sulle mattonelle fresche. Poi il ragazzino iniziò a ridere, e Joyce lo seguì poco dopo.
<Oddio!> esclamò il dodicenne tra gli ansimi, mettendosi seduto. <C'è cibo?>
Joyce spostò lo sguardo su di lui. <Credevi che avessi rubato le chiavi di una casa vuota?>

Più tardi, dopo una doccia che aveva tolto via il grosso ma che lo aveva comunque lasciato con punti più rosati sulla pelle, Joyce si sedette sul letto matrimoniale. Lage stava guardando It. Alzò un sopracciglio. <Non sei troppo piccolo?>
Lage diede un grosso morso ad un panino in risposta, proprio mentre i Perdenti litigavano. Scrollò la testa e guardò Joyce. <Fame?>
Lui annuì appena, appoggiando sul comodino il disinfettante che aveva preso dall'armadietto del bagno insieme alle bende. Il bambino non aveva ferite importanti, ma si chinò comunque a disinfettargli le ginocchia sbucciate e gli mise la pomata sui lividi. Quando allungò il braccio per prendere altro cotone sentì finalmente la morbidezza di esso contro i polpastrelli. In boxer, si appoggiò il cotone imbevuto di disinfettante sulla coscia, quindi sull'avambraccio. Quando fu il turno del pettorale, il ragazzino si girò verso di lui. <Vuoi una mano?>
<Posso fare da solo.> ma Lage gli aveva già preso il cotone dalle dita. Non fece molto, gli spostò solo lo sporco dalla ferita, ma l'ormai uomo gli accarezzò delicatamente i capelli. <Torna al tuo film, faccio io.>
Sul petto aveva scritto AL REV, e immaginò fosse un imbarazzante modo per dire "La vendetta di Algot". Non gli importava più di tanto, alla prima situazione pericolosa avrebbe offerto il petto per cancellarlo con altre cicatrici.

Quando Lage si addormentò spense il televisore e lo coprì con dolcezza.
Un rumore improvviso lo distrasse. Suonava il telefono. Fissò lo schermo. Il numero non era memorizzato, ma lo avrebbe riconosciuto ovunque.
Kou.

MamihlapinatapaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora