21: Faiye

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Kou si bloccò. <Aspetta, in che senso sono suoi gli ordini?>
<Entra, ragazzino, ho un favore da chiedere. Joyce ha già riscattato la sua parte.>
La donna lo fece passare. Si fermò davanti ad Afra e Mavi e chinò la testa. <Il tuo accoltellamento era un ordine dall'altra sponda. Mi dispiace, sono stata costretta a farlo.>
Afra alzò il mento. <Controlleremo dopo il vostro alibi.> entrò insieme a Mavi.

La casa era abbastanza grande per una famiglia da quattro. C'erano due stanze singole vuote e rifatte come se i proprietari stessero per tornare.
<Dei miei figli, Lage e Mona.>
Mavi fissò con dolcezza i peluche allineati su una mensola. <Dove sono?>
<È proprio di questo che dobbiamo parlare.> replicò stancamente Monika. <Venite, cioccolata calda. Non entrate in camera, quei due hanno bisogno di incontrarsi per bene.> li guidò in soggiorno.
Presero posto.

Monika accese il telegiornale. Scie di sangue sulla neve, il volto di Joyce in un angolo e quello di Hannes accanto a lui.
Kou perse qualche battito leggendo i titoli scorrevoli.
<In che senso ha abdicato dopo quel massacro? Chi è ora il capo?> poi realizzò. <Hannes?>
Puro gelo. <Lo ammazzerà.>
<Leggi meglio.>
Kou sgranò gli occhi. Di Joyce si erano perse le tracce la sera del giorno prima. Sarebbe potuto essere ovunque, ma aveva seri dubbi sulla sua mimetizzazione con le stampelle, gli attacchi di panico ed il mal di schiena.
<No.> sussurrò indietreggiando. <Avete sbagliato persona. Non lo farebbe.>
Ho intenzione di fare leva sulla paura. Joyce era stato tremendamente serio, mascherando la serietà col sarcasmo. Kou si chiese se fosse uscito di testa. <Ma tutti quei morti...>
<Se controlli, sono tutti uomini e donne soli, senza una famiglia che può vendicarsi.> mormorò Monika sorseggiando il caffè. Kou si passò le mani sulla faccia. <Ma sono persone comunque.>
La donna gli scoccò uno sguardo gelido e lui fu attraversato dalla consapevolezza che sapesse più di quanto voleva far sembrare.
<Non fraintendetemi. Joyce mi sta molto a cuore, da quando ha vissuto qui per due anni, fino ad ora. Tuttavia, è probabilmente il motivo per cui i miei figli biologici stanno morendo.>
Pratyush ed Arkar sbucarono dalla porta, mano nella mano. Arkar aveva la camicia sbottonata e un paio di segni viola sul collo. Kou era troppo preso dalla nausea crescente per ammiccare, e così gli altri. Mavi diede una pacca di bentornato sulla spalla di Arkar, ma niente di più.
<Non so neanche come si chiamasse.> sussurrò Monika.
<Algot.> rantolò Kou prendendosi la testa fra le mani. <Si chiamava Algot.>

MamihlapinatapaiWhere stories live. Discover now