Allora mi sposi? - ... e te ne sei ricordato (Ruggie) 🌸

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N/B: Questo è l'Happy Ending.


Si era fermata davanti al cancello, ad ammirare la scritta in ferro battuto sopra la testa. Night Raven College, lesse nella mente, poi si fece coraggio e la varcò.

Le faceva strano l'idea che aveva fatto un lungo viaggio solo per rincontrare un ragazzo che non vedeva da anni e le stava salendo un moto di ansia, chiedendosi se l'avrebbe riconosciuta o addirittura si ricordasse di lei o se sarebbe stato inutile. Aveva lasciato la valigia in hotel, nel villaggio vicino, e ora si stava muovendo comoda con una sola borsetta, ma stringeva la cinghia della manica come se fosse un salvavita, mentre con la testa si guardava a destra e a sinistra, sperando di scorgere la chioma biondo cenere.

Non lo trovo, sospirò, demoralizzata dalla troppa gente presente. Doveva aspettarsi una cosa del genere, eppure non era preparata e si stava già facendo le paranoie che non sarebbe riuscita a beccarlo.

«Dodici madol per una ciambella?»

E proprio nell'istante in cui si stava buttando giù, sentì una voce che conosceva. Non era la stessa di quando erano bambini, ma grazie ai video era riuscita a riconoscerla. Si voltò, per ritrovarsi, proprio alla sua destra, il ragazzo che guardava sconvolto il cartellino davanti a sé.

«Ruggie?», chiese, quasi come se lo stesse riconoscendo in quel momento, «Ruggie Bucchi?», chiese ancora, con un'espressione stupefatta. Lo trovava assurdo, ce l'aveva davvero davanti, non più su una foto. Era tanto surreale che le girava la testa.

«Ehm, sì, ci conosciamo?», l'analizzò perplesso, confermando le parole che la nonna le disse mesi prima.

«Come ci conosciamo? Sono (Y/n)! Giocavamo insieme da piccoli!»

In quel momento, gli occhi della iena si spalancarono sorpresi, riempiendosi di gioia. «(Y/n)? Sei davvero tu?», rimase a bocca aperta, analizzandola in ogni dettaglio, tanto da farla sentire perfino un po' a disagio.

«Che bello rivederti dopo così tanto tempo», gli sorrise, felice come mai.

«Davvero sei venuta fin qui solo perché sapevi che c'ero io?», chiese, non credendo ancora alle sue orecchie. Per fortuna di entrambi, Ruggie non aveva grandi compiti per l'evento, quindi avevano potuto passare la maggior parte della giornata insieme, a parlare e ad aggiornarsi l'un l'altro delle proprie vite. Avevano chiacchierato così tanto che il resto della folla era svanito e il giorno era volato in un soffio, arrivando presto alla sera. I cancelli si sarebbero presto chiusi, ma loro stavano vivendo l'attimo incuranti delle regole, seduti su un muretto nei pressi del giardino botanico, in disparte, ammirando le stelle mentre continuavano la conversazione.

«Sì e no, ti ho detto che mi sono informata degli eventi che ci sarebbero stati per poterti incontrare, ma già che c'ero avrei visto la fiera. Peccato che siamo stati così tanto insieme che io non l'ho vista quasi per niente», gli rispose, dicendogli tutta la verità.

«Ma è comunque assurdo che tu sia venuta fin qui principalmente per incontrare me», concluse facendo dondolare una gamba nel vuoto. «Non è che sei ancora innamorata di me, dopo tutto questo tempo?», la stuzzicò, rivolgendole un sorriso scaltro, «quando eri piccola ti piacevo».

«E io piacevo a te, quindi non gonfiarti il petto, era reciproco», gli tenne testa, facendolo arrossire imbarazzato.

«Forse...»;

«Niente forse, era così!», rispose con lo stesso tono, per poi abbassarlo fino a un mormorio, «mi avevi pure promesso che mi avresti sposata».

Non lo stava guardando, preferendo tenere la testa chinata, ma Ruggie esplose in una colorazione carminia.

«Ah, sì... la promessa...», cercò di evitarla con lo sguardo, preferendo ammirare quanto fossero verdi i sempreverdi della scuola, ma calò il silenzio, che alla fine gli diede il coraggio di girarsi verso di lei. «Senti...», disse a fatica, con un forte disagio, «io non posso promettere che la manterrò... quella promessa», farfugliò, facendo un mezzo pasticcio grammaticale, «però sono stato bene con te oggi e... potrebbe sembrare superficiale, ma se sei d'accordo potremmo almeno... provarci?», la frase doveva essere una definizione, ma alla fine gli è uscita più come una domanda, quasi come se non fosse sicuro neanche lui che fosse la parola giusta.

«Davvero?», gli sorrise, rimanendo sorpresa dalla proposta. Si stava quasi dando della pazza per aver creduto che un giuramento infantile potesse avere una qualche valenza nel futuro, eppure il loro legame sembrava essere rimasto solido come lo era l'ultima volta che si erano visti, come se gli anni non fossero passati, come se fossero rimasti quei due bambini che giocavano insieme a nascondino in un parco pieno di erba secca e tronchi tagliati per sedie. «Io sono disposta ad aspettare, se non te la senti».

«No, proviamoci», finalmente la guardò, con un grande sorriso sulla faccia, convinto. «Male che vada torniamo amici come prima. Ci stai?», allungò una mano, sembrando se stessero stipulando un nuovo patto.

«Ci sto», la strinse, «proviamoci. Un passo alla volta».

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Where stories live. Discover now