Ricordo futuro - XI - Sotto la pelle (seconda parte)

30 5 9
                                    

«Avevo detto che non volevo rivederti» disse l'arco bianco giudice, camminando verso di loro

Oups ! Cette image n'est pas conforme à nos directives de contenu. Afin de continuer la publication, veuillez la retirer ou télécharger une autre image.

«Avevo detto che non volevo rivederti» disse l'arco bianco giudice, camminando verso di loro.

Romeo si voltò di scatto e lo squadrò con un timore macchiato di rabbia.

L'arco bianco gli sorrise ancora e abbassò il viso con un cenno di saluto. Poi si avvicinò a Cardo.

«Cosa gli hai fatto?» chiese con grinta Romeo.

«Temo che se ti toccassi la guancia ora cambierebbe il mio verdetto.»

Romeo respirò senza capire quella frase, ma la sua mente era concentrata su Cardo: doveva tenerlo vicino, appoggiato, aveva resistito anche troppo da solo.

Perché il suo tutto sembrava una bambola senz'anima?

L'arco bianco alzò il mento in direzione di Gavril: «Mi ha chiesto di cancellare la memoria di questi ultimi tre giorni.»

Gavril sgranò gli occhi e inspirò a bocca aperta, spostando indietro un piede, come per mantenere l'equilibrio. «L-lo hai trovato tu?»

«Perché non parla?» chiese l'aquila.

L'arco bianco li guardò con una smorfia e scosse il capo. «Cosa è successo in questi tre giorni?»

Gavril deglutì e Romeo iniziò a non tollerare più l'arroganza del giudice. «Rispondi» gli disse.

Agape sentiva che la loro ansia ormai si era fatta palpabile, ma non accennò a mitigare il sorriso. Piegò leggermente il viso a destra e rispose: «L'ho soltanto spento un attimo, tu come fai a sopportarlo?» Riprese poi il discorso con Gavril, divertito dal tremore delle ali dell'aquila. «Non credo che lui sia in grado di pagare e mi serve un contratto di scambio, ma devo sapere cosa mi aspetta per stabilire il prezzo.»

«Il Diavolo ha ordinato.»

Il sorriso sul viso di Agape si allargò nel poter osservare un arco nero in difficoltà. «Quindi te lo sei scopato?»

Gavril annuì e Romeo strinse le labbra, dichiarando: «Va bene, pagherò io!»

«No, Romeo, tu non hai idea...»

«Sono centocinquantamila denari.»

A sentire quella cifra Romeo sbiancò, non avrebbe visto tanti soldi in un'intera vita. Che senso aveva farlo pagare così tanto? Gli umani dicevano che gli archi bianchi erano saggi e generosi.

Gavril si mosse verso la scrivania e annuì, a testa bassa. «Mi serve una penna per la firma.»

Il giudice scoppiò a ridere, si chinò e aprì un cassetto. Ne estrasse le ricevute e una stilografica che lanciò a Gavril. «Arrivi con due alati e chiedi una penna a me?»

Gavril non aveva voglia di scherzare, inspirò col naso a denti stretti e deglutì di nuovo, poi si avvicinò al tavolo, firmò il contratto e una ricevuta ancora in bianco.

L'altra parteOù les histoires vivent. Découvrez maintenant