Quando l'orizzonte respira - II

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Arrivati a casa, Ocram cercò subito Xara per condividere l'assurdità di quella situazione.

Daniele e Malice erano a Palazzo - capitava spesso, durante la settimana, negli ultimi tempi - e l'arco bianco, poco incline a trovarsi circondato da archi neri, aveva scelto di restare con lui.

Appena si avvicinò al corridoio che dava alla zona notte, sentì lo scroscio dell'acqua della doccia e sospirò, immaginando che quando il bianco era a casa da solo passasse effettivamente tutto il tempo sotto l'acqua, tanto l'adorava.

Rassegnato all'idea di doverlo aspettare, si tolse la maglia assieme alla ragazza e le abbandonò al centro del salone, per poi avvicinarsi al frigo in cucina e prendere una bottiglia di acqua che si incollò subito alle labbra.

La ragazza lasciò cadere la maglietta sui propri piedi e si osservò le mani, più curiosa di esse che dell'ambiente sconosciuto che la circondava. Era buffa. Le apriva e le chiudeva, alternandole; provò a muovere un dito alla volta e le uscì una specie di mugolio sorpreso quando le strinse di colpo, quasi volesse catturare l'aria.

Ocram non poté fare altro che ridacchiare a quello spettacolo, e la raggiunse da dietro; lei sussultò quando vide il bicchiere d'acqua che le stava offrendo e si limitò a guardarlo confusa, a occhi stretti e bocca aperta.

«Ne hai bisogno, fidati!» insistette lui, ponendole il calice sulle labbra e piegandolo perché capisse.

Appena lei avvertì una goccia fresca bagnarle la lingua, afferrò la mano dell'arco e l'alzò fino a versarsi tutto in faccia, ma riuscendo a ingoiare a malapena due sorsi. Tossì e cercò di nuovo gli occhi di Ocram, che nel frattempo era scoppiato a ridere.

Un po' del liquido le era andato di traverso e la sua vista era velata da lacrime che le avevano parcheggiato sugli occhi, sembrava sul punto di piangere, ma Ocram percepiva una sensazione davvero surreale provenire da lei: le emozioni della ragazza non erano chiare, non c'era vera paura o tristezza in lei, e nemmeno gioia per essere sopravvissuta. Era una mente sfocata, diluita, come quella di un lombrico.

Abbassando la mano col bicchiere, le sfiorò un seno col dorso della mano e lei sobbalzò, reagendo per la prima volta in modo opportuno e instillando un dubbio nella mente dell'arco: che in lei fossero più vivide le sensazioni legate alla sfera sensoriale o sessuale.

«Metti le mani dietro alla schiena» imperò, curioso, mentre posava il bicchiere, e la ragazza ubbidì davvero, subito, lasciandolo senza parole.

Le si mise dietro e le cinse il collo con una mano, facendola appoggiare al proprio corpo e bloccandola col braccio libero attorno al torace.

«Questa mano può frantumare la roccia, sai?» le svelò con voce roca all'orecchio; le accarezzò il fianco, strinse appena e la premette di più contro di sé, fin quasi a sollevarla.

Credeva che giocando con la sua paura in chiave più calda sarebbe riuscito a mettere a fuoco qualche aspetto della sua personalità. Mai il termine bambola gli era sembrato tanto azzeccato, e lo irritava non sentirla reagire quanto avrebbe dovuto.

Lei schiuse le labbra e gemette quel poco che la morsa di lui le permetteva, sibilò e strinse le cosce, ma tenne le braccia dietro alla schiena e non accennò tentativi di fuga.

Elettricità.

Ocram riuscì a percepire una punta di paura, ma davvero trascurabile rispetto alla situazione che le stava proponendo; diversa invece era l'intensità delle vibrazioni che le attraversavano le spalle.

Eccitata, aggrappata a un filo di ossigeno.

Due gocce d'acqua di mare le scesero dagli occhi e il suo viso prese colore; la mano sulla gola, che premeva col pollice sotto alla mandibola, le faceva esplodere scintille nel cervello. Stava svenendo e Ocram se ne rese conto: allentò leggermente la presa e le diede più sostegno col braccio. Lei inspirò con energia e ansia convulsa. L'eccitazione le stava bruciando nel ventre e dei singhiozzi si trascinarono a fatica sotto il palmo dell'uomo - emozione, troppa poca paura e una fiducia quasi immorale.

L'altra parteOnde histórias criam vida. Descubra agora