Quando l'orizzonte respira - III

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Ocram si rese conto che stavano perdendo tempo. Pensavano entrambi di trovare delle risposte nella ragazza, ma dopo la scoperta di Xara era insensato continuare: lei non li avrebbe potuti aiutare.

«Le imbarcazioni di Sastre non coprono abbastanza chilometri, non sarebbe potuta arrivare là con una nave, e l'ingresso al Bosco non viene aperto il giovedì. In fondo, a parte che l'avrebbero vista, non sarebbe riuscita a nuotare dalla riva fino al punto in cui è stata trovata. I cetacei non hanno mai parlato di terre emerse oltre la nostra, ma hanno detto che il fondale si abbassa all'orizzonte.»

Xara alzò gli occhi in direzione di Ocram, e la ragazza, prontamente, si divincolò da sotto di lui e fece due passi verso il moro.

«Ferma!» ordinarono entrambi, e lei si pietrificò sul posto.

«Non ti avvicinare a lui, sarà solo capace di morderti.»

«Ha ragione... io non posso, sono un arco nero... io, io sono...»

«Lui ha dei bisogni, nessun essere bisognoso lascia intatto quello che tocca.»

Ocram strinse le labbra e i pugni, inspirando con il naso e annuendo. «Resta con Xara, io devo solo cercare di capire chi sei e come sei finita nel mare.»

La ragazza assottigliò gli occhi, si voltò appena in direzione di Xara, ma senza guardarlo davvero; concentrò invece la sua attenzione sui pugni dell'altro, si accarezzò il seno ferito e soffiò dal naso quella che dava tutta l'impressione di essere rabbia.

Ocram percepì la sua frustrazione e provò a sorridere per rassicurarla, aveva il viso così abituato che gli riuscì più semplice che ammettere quanto le parole di Xara lo avessero ferito; ma la ragazza camminò in avanti, verso di lui, sfidandolo con lo sguardo e accennando sbuffi a ogni piccola negazione del suo capo.

In quel momento dovette ricredersi: non era più un lombrico, stava prendendo forma, poteva sembrare una piccola donnola.

Xara grugnì due o tre imprecazioni e si sedette più comodamente, sempre sul tavolo. «Quindi, Ocram, chiariamo subito una cosa: se la rovini te lo stacco a morsi!»

Ocram espirò rilasciando tutta l'aria che aveva trattenuto, e all'abbraccio della ragazza abbassò la testa e nascose un bacio tra i suoi capelli. «Potrò poi raccontare in giro che un arco bianco mi ha succhiato il cazzo?» chiese ridacchiando, a occhi chiusi, ma con i tendini ai lati del collo tesi.

Se quella era davvero un'anima pura, non avrebbe potuto evitare di corromperla, e l'idea di qualcosa di così raro in casa sua lo agitava.

Una ragazza neonata, generata dal mare. Roba da riempire almeno due pagine di un libro di storia, avrebbe dovuto segnare la data? Pensò che sarebbe stato opportuno condividere la sua scoperta, ma non riusciva a focalizzare con chi.

Gli umani di Sastre non avevano mai accolto positivamente nulla di esterno e ignoto, l'avrebbero rispedita al Bosco degli abomini senza buonuscita; gli archi neri erano veniali: avrebbero pensato a come poterla usare per creare utile; mentre quelli bianchi l'avrebbero studiata come una specie rara, senza preoccuparsi troppo degli effetti dei loro esperimenti, seguendo la regola secondo la quale il passato serve al presente e il presente al futuro e nulla ha valore quando non si sa o non si può usare.

Il tempo non si curò del suo rimuginare e continuò a scorrere senza dubbi e incertezze.

Ocram e Xara si diedero da fare a chiudere tutte le tapparelle e a oscurare ogni stanza, ormai certi che i loro coinquilini non sarebbero tornati quel giorno.

La luce artificiale era fioca, colorata, diversa.

La ragazza aveva continuato a seguire Ocram a ogni passo, ora agganciata all'elastico dei suoi pantaloni, e si era dimostrata piuttosto intimorita da quel cambio di profondità del mondo. Non fu solo quello: dopo il morso era come se si fosse risvegliato qualcosa in lei, perché si era fatta diffidente nei confronti di tutto, e chiedeva insistentemente conferma con lo sguardo prima di esplorare o toccare ciò che la incuriosiva; come la superficie liscia del frigo e della cucina o quella più morbida delle lenzuola o, ancora, quella ruvida e porosa del muro.

L'altra parteWhere stories live. Discover now