Premessa

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Passi veloci, nel cuore della notte. Solo questo si sentiva nell'aria.

Dei passi veloci, di una ragazzina impaurita e disperata che si avviava verso quel piccolo tempio, preceduto da una immensa distesa di verde, poco fuori dal suo piccolo villaggio.

Era scalza, con indosso una misera vestaglia bianca e in mano un grande e vecchio libro di preghiere.

Ormai era a metà strada quando dietro di lei sentì dei lamenti, si voltò e, tra diverse ciocche che le erano cadute sul viso dei suoi lunghi capelli castani, li vide: delle orrende bestie umanoidi completamente nere con occhi rosso sangue che la guardavano famelici. Erano diretti verso di lei. Ora sapeva che doveva correre ancora di più.

Senza fiato si voltò nuovamente verso il tempio e ripartì a razzo, correndo come non aveva mai corso nella sua vita.

Era vicina, talmente vicina da riuscire a percepire la sua salvezza.

"Solo pochi metri" pensò sorridendo. Stava per salire il primo gradino, quando una di quelle creature le serrò con una mano una caviglia facendola cadere in avanti. Vide i gradini di pietra avvicinarsi pericolosamente, ma portandosi, istintivamente, il grosso libro vicino al volto riuscì a non ferirsi.

Si girò di scatto verso il suo aggressore, vide subito degli enormi occhi rossi e un ghigno spaventoso. La sua paura cominciò a salire ancora di più, divincolandosi disperatamente riuscì a liberarsi solo dopo aver colpito quel mostro in faccia col piede libero. Completò di fretta la scalinata, aprì la grande e pesante porta di quercia bianca ornata con dei strani simboli in oro, entrò richiudendola immediatamente, alle sue spalle, impedendo l'accesso a quelle creature. Emanò un sospiro di sollievo e si sedette a terra ai piedi dell'entrata riposando e riprendendo il fiato. Guardò davanti a se e analizzò il luogo dove si era rifugiata, sperando che non ci fosse nessuno.

Il tempio non era molto grande, ma nemmeno eccessivamente piccolo, completamente ricoperto da colonne. Si rialzò pulendosi i piedi dalla terra, con una mano, iniziando a dirigersi verso il centro della struttura guardando in alto, verso la cupola, dove vi si trovava una piccola finestra circolare per far affacciare la Luna e la sua immensa luce rassicurante. Osservandola, immediatamente e quasi istintivamente, si sentì più tranquilla, il respiro le stava tornando regolare, insieme al battito cardiaco.

Si inginocchiò lì, in modo da essere illuminata dai suoi raggi che davano un senso di calore, la stessa sensazione di un abbraccio materno.

Abbassò il volto, aprì il vecchio libro, che aveva preso in prestito da suo padre, e iniziò a pregare, ad occhi chiusi, in una lingua sconosciuta.

Nel mentre, la luce che la circondava si fece sempre più intensa aprì leggermente gli occhi, ma la luce non smetteva di aumentare fino ad abbagliarla e di conseguenza farle perdere i sensi. Pochi secondi dopo si risvegliò, con la vista ancora sfocata e un lieve mal di testa. Vide che la luce si era affievolita e che pian piano tornava alla normalità, ma davanti ai suoi occhi apparve una mano. Indietreggiò senza pensare e cercò di mettere a fuoco la persona che le si trovava di fronte. Era un ragazzo, sembrava poco più grande di lei, i capelli argentei e gli occhi dello stesso colore del cielo mattutino dopo una notte di tempesta. Ne rimase completamente incantata.

Accettò la mano che era ancora lì tesa verso di lei e si alzò in piedi, senza mai distogliere lo sguardo da quei magnifici occhi.

-Chi sei?- gli chiese la giovane fanciulla.

-Sono il Guardiano.- le rispose lui immediatamente.

Questo creò in lei altre domande, ma ancora prima che potesse aprire bocca lui iniziò a dire:

Il Cavaliere della Luna [REVISIONE]Where stories live. Discover now