Capitolo 4

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Appena uscita dalla casa di quella pazza, la giovane Nowel, corse a trovare un nascondiglio. Sapeva che avrebbe tentato di seguirla. La prima cosa che vide fu un albero, con una grande corteccia, sarebbe riuscita a nasconderla a dovere. Subito andò dietro l'albero e poggiò la schiena contro il suo tronco. L'aveva sentita, sapeva che era fuori a cercarla, ma stranamente non stava correndo nella direzione in cui era scappata, era rimasta lì, ferma davanti alla soglia per poi rientrare qualche istante dopo, notevolmente innervosita. Forse stava prendendo il necessario per andare all'inseguimento, nel dubbio meglio correre e scappare da lì.
Iniziò a correre verso il sentiero di fronte a lei, quando, stanca e senza fiato trova, poco più avanti un carro.

-Hey!- urla. Il carro di fermò e un uomo si affaccia nella direzione della voce urlante, insieme a due bambine molto graziose, bionde e con dei gradi occhi scuri.

-Ha bisogno di una mano signorina?- chiese l'uomo vedendo Nowel corrergli incontro.

-Si, devo andare via da questo villaggio. Non so dove siete diretti, ma a me va benissimo qualsiasi luogo.- risponde Nowel ancora senza fiato.

-Beh, noi stiamo andando nel nostro paese natale, è ad un giorno di distanza da qui. Puoi unirti a noi, se ne hai voglia.- le rispose l'uomo col sorriso più gentile che le poteva offrire.

-Grazie mille signore.- rispose con gentilezza. –Io sono Nowel, molto piacere.

-Il mio nome è Meldon, e loro sono le mie stelle, le mie piccole bambine: Malte e Niere.

-Ciaooo.- risposero in coro le bambine. Avrannò, all'incirca 7 o massimo 8 anni.

-Da dove vieni, signora?- chiese una delle piccole. A sentire "signora" Nowel fece una strana smorfia, facendo ridere la bambina.

-Vengo da un Orfanotrofio lontano da qui.- disse Nowel.

-Waw, vuoi dire che non hai la mamma e il papà?- chiese l'altra, forse Malte. Erano praticamente identiche, non capiva nemmeno come potesse distinguerle il padre.

-No.- rispose solo con uno sguardo triste.

-Noi invece non abbiamo la mamma.- disse una delle bambine con naturalezza, come se non ne sentisse la mancanza.

-Bambine, basta fare domande scomode.- disse Meldon alle figlie. –Mi dispiace per quanto ti è successo, sicuramente non hai avuto un'infanzia facile.

-Avete ragione.- lo sguardo di Nowel rimaneva triste e perso nel vuoto davanti a sé, mentre il carretto continuava per la sua strada.

-Beh, cerchiamo di passare queste lunghe ore di viaggio in simpatia, lasciando i brutti ricordi alle spalle.- concluse, Meldon, quello scomodo argomento e, come una brava famigliola felice, iniziarono a cantare un classico motivetto da viaggio abbastanza orecchiabile. Erano davvero una bella famiglia, non completa, ma sembravano davvero felici. Sicuramente Meldon era una padre a cui si poteva fare affidamento, si capiva che avrebbe fatto di tutto per far mantenere il sorriso su quelle faccine angeliche delle sue figlie, non le avrebbe mai fatto mancare nulla. Pensando a tutto ciò come poteva una lacrima di Nowel non fuggire via dai suoi occhi?

Le ore passavano veloci, in poco tempo arrivò la notte. Non si erano mai fermati, nemmeno una volta, Nowel non sapeva come queste persone riuscissero a trattenersi per così tanto tempo, aveva un bisogno urgente, diciamo fisiologico. Non aveva detto niente per tutto quel tempo poiché, sicuramente, gli avrebbe causato disturbo o ritardo nella tabella di marcia. Ma stava per scoppiare, non ce la faceva più. E così, quando ormai stava per perdere le speranze e usare il retro del carretto come latrina, arrivò il colpo di fortuna. Stavano per entrare in un piccolo villaggio, finalmente si sarebbero fermati ad una locanda, o almeno si sarebbe fermata lei di sicuro.

Il Cavaliere della Luna [REVISIONE]Where stories live. Discover now