Capitolo 1

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Sono solo passati diversi mesi da quel giorno.

Il Sole iniziava a fare capolino tra le tende della piccola finestra.

Calimehtare non aveva dormito, per l'ennesima notte. Con la vista leggermente annebbiata, si alzò dal letto, si avvicinò alla finestra per liberarla dalle tende e far entrare tutta la luce fresca del mattino.

Con un volto senza espressione, con delle mostruose occhiaie che le contornavano i suoi bellissimi occhi color della terra, si avvicinò ad un'asse di legno posta sotto il letto, la scostò per prendere da un profondo buco nel terreno la spada donatagli da Ithil.

"Ithil".

Era il suo primo pensiero al mattino e l'ultimo la sera. Non lo vedeva da troppo tempo, iniziava a innervosirsi. Lui le aveva promesso che si sarebbero rivisti, e solo lei sa quanto disperatamente lo cercava durante la notte, aspettando ancora che quella luce intensa le bruciasse gli occhi.

Un improvviso rumore proveniente dalla sua porta la fece sobbalzare e tornare con i piedi per terra, qualcuno bussava.

-Chi è? - chiese immediatamente

-Tuo padre. Chi altrimenti? - rispose lui con voce profonda e rabbiosa. -Fammi entrare. Ti sei di nuovo chiusa dentro! -

Clalimehtare stava per andare ad aprire, quando si accorse di avere ancora la spada tra le mani. -Solo un momento.- gridò, e in tutta furia nascose di nuovo l'arma sotto il letto cercando di non fare troppo rumore.

-Cosa c'è, padre?- chiese lei aprendo la porta. -Non mi aspettavo di vederti in piedi già alle prime luci dell'alba.-

-Finalmente riesco a vederti dopo giorni!- disse entrando nervosamente e sedendosi sul letto. -Esci di casa troppo presto, e rientri in piena notte.-

Suo padre era un uomo alto, dimostrava una trentina d'anni, anche se non le aveva mai rivelato la sua vera età, aveva dei corti capelli color biondo cenere e gli stessi occhi che Calimehtare aveva ereditato.

-Scusami padre.- disse avvicinandosi a lui. -Devo visitare un vecchio amico malato.- "Non crederà mai a questa scusa", pensò dopo aver detto la prima cosa che le era saltato in mente.

-Oh, davvero!? Chi sarebbe?- la guardava intensamente negli occhi, in modo da capire se mentiva o meno, anche se la risposta era ovvia.

-Non lo conosci.- rispose frettolosamente. -È nuovo di queste parti, vive poco fuori dal villaggio.-

-Ti aspetti che ti creda?- disse alzandosi -Ti aspetti sul serio che ti mandi di nuovo fuori, dopo la sciocchezza che hai commesso 5 mesi fa?- i suoi occhi esprimevano solo rabbia e frustrazione.

-Non mi è successo niente quella notte, sono viva e vegeta come puoi vedere!- disse Calimehtare iniziando a innervosirsi a sua volta.

-Solo per pura fortuna! Non puoi fare sempre di testa tua, ci sono persone che tengono a te!- il tono della voce non voleva abbassarsi.

-Non fate altro che litigare?- disse la madre entrando dalla porta, prendendo il marito per un braccio. Era splendida, sembrava molto più giovane dell'età che realmente aveva, con capelli lunghi castani e dei grandi occhi verdi. Tutto il villaggio diceva, a Calimehtare, che aveva ereditato molto dalla madre, che sembravano quasi sorelle, cosa che le dava particolarmente fastidio, come se le stessero dando più anni, anche se lei non notava per niente la grande somiglianza. Però adorava sua madre, la vedeva sempre come una sorta di fata, di cui non era all'altezza, sempre composta e impeccabile.

-Avanti andiamo a fare colazione, e aiutatemi visto che siete già tutti in piedi e pimpanti.- disse la madre sempre radiosa. Non si arrabbiava mai e si fidava sempre della figlia "al contrario di qualcun altro" pensò Calimehtare.

Il Cavaliere della Luna [REVISIONE]Where stories live. Discover now