Capitolo 18

60 8 4
                                    

-PADRE!!- il grido disperato di Rinon risuonava in tutto il tempio. Sconvolto da quella scena si precipitò verso il volto dell'anziano con ancora un'espressione di dolore e paura. –Padre ti prego, svegliati.- adesso parlava a voce bassa, con il capo tra le mani e le lacrime che grondavano il viso di un figlio dal cuore spezzato.

Gli occhi di tutti erano concentrati sull'uomo e sullo spettacolo raccapricciante che avevano davanti. Niere, già piangente, di era aggrappata al vestito di Calih, cercando consolazione e qualcuno che le impedisca di vedere il sacerdote.

-Chi ti ha fatto questo padre?- continuava a sussurrare Rinon. –Dimmi chi ha osato farti una cosa del genere.

Nessuno aveva il coraggio di andare da lui, se solo qualcuno si fosse avvicinato a toccarlo di sicuro gli avrebbe inflitto qualche danno.

Solo Aryon ebbe coraggio di avvicinarsi, ma non lo toccò, né gli parlò; si inginocchiò solo davanti al corpo con la testa china, cosa che l'uomo non poté far che apprezzare, tra le lacrime di dolore.

-Rinon..- provò a sussurrare Calih. Ma, non appena sentito pronunciare il suo nome, il Capo villaggio si alzò in piedi, con tutto il coraggio che riuscì a raccogliere, il suo sguardo era cambiato: la sofferenza e il dolore vennero sostituiti da furiosi occhi bisognosi di vendetta. A gran passi si diresse verso il portone principale del tempio.

-Lascialo andare.- disse Aryon fermando Nowel intenzionata a parlare con l'uomo furente. –Non farà nulla di stupido. Te lo assicuro.- sorrise dolcemente alzandosi e seguendo il Capo villaggio.

Nonostante fossero passate diverse ore, i due ancora non erano tornati. Nel mentre Nowel andò a chiamare Marna e Artie, che erano rimasti nella loro dimora. Il dolore della perdita di un caro, gli occhi, le urla, le lacrime, erano solo una piccola parte di ciò che sentivano dentro nel vedere un loro, caro, parente conciato in quel modo.

La notte ormai era ormai imminente, il cielo scuro prometteva pioggia, che non tardò ad arrivare prepotente e puntuale. Tutto Herin era lì, vicino al tempio, ad omaggiare un uomo che è stato molto più di un sacerdote: un compagno, un fratello, un amico a cui confidare tutte le preoccupazioni che affliggevano il cuore. Quattro uomini robusti portarono l'anziano uomo su una barca, insieme a della paglia, dei fiori e delle pergamene scritte a mano da chiunque volesse lasciare un pensiero al defunto. Avanti ad essi vi era Rinon a testa bassa, con il volto coperto di lividi e graffi, che, arrivato da poco, che guidò gli uomini verso il lago, lo stesso a cui Carnil era affezionato e che guardava sempre con ammirazione e nostalgia. Poco dopo arrivò anche Aryon, camminando vicino a Nowel, anch'esso con il volto coperto di lividi e ferite.

-Cosa ti è successo?- chiese preoccupata la ragazza.

Aryon non rispose, continuava a guardare avanti la funzione che, ormai, volgeva al termine. La barca venne posata sulle onde del lago, quando si allontanò abbastanza, Rinon alzò una mano dando il via ad un arciere, dietro di lui. Scoccò, così, una freccia infuocata, simboleggiando l'amore e il rispetto che tutta Herin nutriva per l'anziano sacerdote. In pochi secondi tutta la barchetta di legno prese fuoco, nonostante la pioggia che batteva, affondando proprio al centro del lago, illuminato dalla luce della Luna.

"Isil uth varya.
Isil uth tur,
an slo Idhru yassen verokh raktha vinya.
Toru oni slo sila nauva,
slo men slo il vawua slo moore.
Mondor."

Dissero tutti in coro, una melanconica poesia melodica.

Finì presto la funzione, dove tutti piansero, anche i più coraggiosi e i più temerari. Nessuno provava vergogna nell'esprimere ciò che sentiva in quel momento: profonda tristezza e immenso dolore.

Con calma tutti i paesani tornarono a consumare l'amarezza nelle loro abitazioni, lasciando solo Rinon, con la sua famiglia, Aryon, Calih, Nowel e Niere ancora davanti al lago. Immobili e amareggiati.

Il Cavaliere della Luna [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora