Capitolo 6

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Ormai tutte e tre le ragazze erano cadute in un sonno profondo, la notte passava lentamente accompagnata dai suoni rilassanti della natura e dello scoppiettio del fuoco, che pian piano si affievoliva.

-Mia cara.-

Come ormai di consuetudine, Calih si ritrovò sempre nello stesso luogo, li si sentiva davvero bene, si sentiva a casa, soprattutto grazie alla sua presenza.

-Ithil!- gli sorrise andandogli incontro.

-Piccola Calih.- continuava a sorriderle. –Hai fatto la cosa giusta.

-Mi dispiace di essere arrivata tardi.- disse pensierosa. –Quell'uomo, quella povera bambina.- continuava con le lacrime agli occhi.

-Non dispiacerti, hai fatto del tuo meglio, hai salvato la sua sorellina.- le rispose con tono preoccupato.

-Sono contenta di vedere il tuo volto ancora risplendere.

-È strano vedere una piccola ragazza parlare da adulta.- riprese a sorriderle.

-Perché io sono un'adulta. Non capisco come tu faccia a farmi tornare giovane come quando ti ho incontrato per la prima volta.

-Questa è la tua mente, piccola Calih, sei tu che continui a volerti mostrare a me in queste sembianze.- le disse baciandole il dorso della mano. –Ma, comunque, io gradisco.- per la prima volta vide della malizia nei suoi occhi.

-Non sei più adirato con me, vero?- gli disse guardandolo negli occhi.

-Hai fatto il tuo dovere. Ora guidala, educala, crescila, falle capire ciò che è giusto e sbagliato.

-Mi stai dicendo che dovrei farle da madre?

-Lei ha avuto una vita burrascosa, ha solo bisogno di affetto.

-Cosa le è successo?

-Non è il momento. Potrebbe scegliere lei di confidarsi con te, al posto mio. In caso contrario ti rivelerò il suo passato.

Si rassegnò liberando un sospiro. Poi, di colpo, diventò seria.

-Lui si è risvegliato?- disse tenendo lo sguardo basso.

-Purtroppo si, non ho potuto prolungare il suo sonno ulteriormente. I miei poteri, contro di lui, sono limitati.- le rispose, anch'esso serio.

-Capisco.- disse alzando lo sguardo. –Quello Shelob. Perché era così forte?

-Alcalimon ha già capito le nostre intenzioni.- nei suoi occhi si era fatto posto una lieve fiamma ardente di rabbia. –La sua collera è stata così ampia da aver mandato, sparsi nel continente, a cercarvi, alcune delle sue più oscure e potenti creature. Dovete stare attente d'ora in poi. Non vorrei vi accadesse qualcosa.- la preoccupazione e l'amore presero il posto della collera. Calih, riabbassò lo sguardo. Si sentì avvolta da delle forti braccia, così rilassandosi iniziò ad addormentarsi, anche nella sua mente ormai stanca, tra il calore che Ithil le emanava.

-Ora riposati, piccola Calih.- lui le continuava ad accarezzare i capelli. –Per questa notte, sarò io la vostra protezione.

Nowel era irrequieta, il suo sonno era minacciato da dei enormi bracieri incandescenti. Queste fiamme formavano una stanza, dove non aveva vie di scampo. Però, tra le sue lacrime e la sua disperazione, vide un varco aprirsi e subito, senza pensarci due volte, si buttò al suo interno, ritrovandosi nella caverna dove si erano accampate. Vide sopra di lei la coperta che Calih le aveva donato, accanto a lei Niere che dormiva beatamente e, infine, di fronte Calimehtare, con un volto sereno e rilassato.

Andò a sistemarsi più vicina al fuoco, con ancora la coperta sulle spalle, quando vide una persona. Era un ragazzo, che non aveva mai visto prima, davvero di bell'aspetto, con dei capelli arruffati color cenere, e degli occhi rossi che la fissavano. Ciò che davvero la spaventava di più era quel ghigno. Le sembrava di aver già visto, sia quegli occhi, sia quel sorrisetto.

Iniziava ad irrigidirsi, era lo stesso sguardo dello Shelob! Chi era costui?

-Ciao piccoletta!- le disse, d'un tratto, facendola sobbalzare, con quegli occhi fissi su di lei. Era seduto su di un tronco intento ad intagliare un pezzo di legno.

-Tu.. Tu chi sei?- stava balbettando, era terrorizzata tanto da stringere ancora di più a se la coperta.

-Ma come? Non conosci il mio volto?- disse ridendo. –Sono l'uomo che dovresti..- fece una smorfia e con la mano, dove aveva il coltellino per l'intaglio del legno, se lo portò alla gola facendo come per tagliare. Tutto accompagnato da un suono sordo che fece con la bocca.

Nowel, guardò Calih, che continuava a dormire come se nulla fosse. La stessa cosa con Niere.
Aveva paura di chiamarle, di fronte a quell'essere tutto la terrorizzava, non era nemmeno capace di indietreggiare.

-Alcalimon?- disse con un filo di voce.

-BOOM baby! Hai fatto centro.- disse quasi urlando continuando a riedere. Quelle due, nonostante tutto il rumore, continuavano a non svegliarsi.

-Hai fatto qualcosa a loro?- disse indicandole.

-Oh, piccoletta, io non ho fatto un bel niente. Sono solo qui per darti un piccolo messaggino. Ovviamente da parte mia.- rise lievemente. Poi, di colpo divenne serio, e dai suoi occhi usciva solo rabbia, invece della follia che sprigionavano poco fa. –Vedi di non intralciarmi!- disse con voce bassa, mentre i suoi occhi si illuminavano di un rosso intenso. –Se continuerai con questa assurda idea di venire da me per.. uccidermi.- gli scappò una risatina. –Morirai prima di provarci, piccoletta.

in quel momento anche Nowel si innervosì, guardandolo con gli stessi, piani di rabbia.

-Lo giuro sulla mia vita! Non avrò pace finché non ti vedrò sottoterra!- disse alzandosi e liberandosi dalla coperta.

-Vorresti davvero sfidarmi?- continuava a ridere, la sua espressione non cambiava mai. –Ma come sei coraggiosa, piccoletta.- disse alzandosi e andandole incontro.

Nowel non aveva idea da dove avesse preso quel coraggio. Solo una cosa sapeva, non avrebbe permesso che altri innocenti morissero a causa di questo pazzo!

Di colpo, da dietro le spalle di Alcalimon comparve un altro ragazzo dai capelli argentei e gli occhi di un blu intenso.

-Alcalimon.- disse tranquillamente. –Torna da dove sei venuto!

-Oh, mio caro! Da quanto tempo che non ci vediamo.- disse avvicinandosi a lui puntandogli contro il coltellino, mentre continuava a tenere la statuetta di legno nell'altra mano. –Fammi ricordare.. Ah già! sono passati 23 anni!!- disse con rabbia.

-Va via!- continuava a dire tranquillamente.

-Va bene, Guardiano. Per questa volta te la do vinta. Ma non finisce qui.- finì lanciando la statuetta ai piedi di Nowel. -Volevo solo osservare da vicino la famosa "prescelta", e magari farle capire,- continuò guardandola, -questa specie di coraggio, non farà altro che portarla alla morte.

-Devo insistere.- ripetè spazientito il ragazzo dagli occhi blu.

-Oh tranquillo, giovane,- disse dando un paio di leggeri schiaffetti su una guancia.- Ho delle pratiche da sbrigare, persone da uccidere, foreste da incendiare.- rise -Devo rimettermi in pari.- si diresse verso la foresta. -A presto, Cavaliere della Luna. Spero che il mio regalino sia gradito.- concluse per poi sparire nelle tenebre.

Lei guardò con attenzione l'intaglio senza riuscire a focalizzare cosa esso rapresentasse. Stava per chinarsi a raccoglierlo, quando il ragazzo rimasto si avvicinò di più a lei.

-Torna a dormire Nowel.- le disse con un piccolo sorriso. –Per questa notte non avrai più nulla da temere.

Le palpebre della ragazza si facero sempre più pesanti, fino a farla cadere nel sonno talmente in fretta da non permetterle di ringraziarlo.

Con un profondo e sonoro respiro di svegliò di colpo. Era di nuovo nella caverna, il fuoco ormai era spento.
"Era tutto un sogno" pensava. Questo la fece tranquillizzare. Ma quella sensazione non durò molto. Quando poggiò la mano per terra sentì qualcosa sotto di essa. Era l'intaglio, quello che prima non riusciva mettere a fuoco, ora era davanti a lei limpido, facendo tornare in lei la paura e la rabbia.

Il Cavaliere della Luna [REVISIONE]Where stories live. Discover now