Capitolo 5

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Non riusciva a dormire, continuava a rigirarsi nel letto sudando e piangendo. Non aveva mai visto Ithil così in collera, non lo avrebbe mai creduto possibile: un sentimento così oscuro per un essere così pacato e gentile. Per avere quel risultato aveva dovuto fare davvero qualcosa di imperdonabile.

"Va da lei" sentì sussurrare ad un orecchio, si girò nella direzione da dove la voce proveniva, ma non vide nessuno. "Alzati, mia piccola Calih, e va da lei. Presto!" continuò a sentire

-Ithil?- disse piano Calih sedendosi sul letto.

"Ha bisogno del tuo aiuto. Fa in fretta e tutto ti sarà perdonato."

A quelle parole Calih non si sentì meglio, le faceva rabbia il fatto di dover accudire una mocciosa che non prende nemmeno le sue responsabilità. Non credeva di aver fatto nulla di male, per cosa doveva essere perdonata? Cosa si aspettava che facesse? Voleva che la legasse ad una sedia finché non avesse accettato il suo destino?

"Metti da parte il tuo orgoglio e va' da lei!" Ithil continuava ad insistere, la sua voce era così sottile da mettere i brividi.

-Va bene, farò ciò che mi chiedi. Non essere adirato con me.- disse Calih ricordando la sua espressione.

"Ti guiderò io da lei. Prendi la sacca, il tuo cavallo e va'." Insisteva. "Calih, va'!" disse più forte.

Lei si alzò dal letto, prese le sue cose e andò verso la stalla, prendendo una fiaccola per farsi luce, nell'immenso buio della notte. Si diresse verso il suo cavallo, doveva essere veloce, sentiva come se Ithil fosse dietro di lei ad osservarla e metterle fretta. Una volta che fu tutto pronto si mise in sella e corse, veloce, sempre più veloce.

Aveva imboccato il bosco già da un'oretta e ancora nessuna traccia della mocciosetta. Quanta strada era riuscita a fare? C'erano tracce di un carro sul terreno, ma nessun passo d'uomo.

-Deve aver trovato un passaggio.- disse Calih a se stessa.

Passarono almeno altre due ore, il cavallo era stremato, quando finalmente vide davanti a se innalzarsi del fumo scurissimo e poco più avanti notò, tra alcuni alberi, del fuoco. Proveniva da una locanda. All'entrata di un piccolo villaggio. Sentiva che doveva andare in quella direzione, che Nowel era lì.

Appena arrivò di fronte alla locanda in fiamme guardò tra i cadaveri, nella speranza di non trovarla. Un urlo attirò la sua attenzione. Una bambina era stata presa da un... "No, non ci posso credere! Non è vero!" pensò Calih scendendo dal cavallo. "Uno Shelob!"

Non ne vedeva da anni, le sembrava assurdo. Si sentì nuovamente una bambina, quando, per la prima volta, dovette affrontare una decina di quei mostri. Le tornò la paura di un tempo, lo guardava con occhi tremanti. La bambina che aveva preso con una sola mano se la portò alla bocca, facendola diventare enorme, e le staccò la testa con facilità. Il terrore era tornato, Lui era tornato, troppo presto!

Venne risvegliata dai suoi pensieri quando Nowel cercò di colpirlo con un ramo, frantumandolo sulla sua nuca, ma non gli fece un graffio. Lo Shelob prese il ramo e lo conficcò dritto nel cuore di un uomo, per poi prendere la seconda bambina. Nowel era pietrificata, non riusciva a muoversi.

Calih, prese tutto il suo coraggio, estrasse la spada dalla sacca e con un urlo si avventò sullo Shelob. Il mostro lasciò subito andare la bambina, ormai svenuta.

-Nowel, prenditi cura della bambina!- urlò Calih iniziando a colpire, con maestria, la creatura oscura.

-Calih, che succede?- chiese tra le lacrime Nowel.

Aveva un leggero vantaggio sul mostro, che la combatteva a mani nude, tirando pugni, che lei deviava con non molta facilità.

-Fa come ti dico!- urlò ancora Calimehtare. Stanca di ricevere colpi, iniziò lei ad attaccare. Avanzava spingendolo a colpi di spada, dopo avergli fatto aprire le braccia con un paio di mosse, lo colpì in mezzo al petto più forte che poteva. Da quella ferita uscì una forte luce rossa espellendo poi una grande ombra nera, che divenne subito polvere.

-Oh mia Luna! È un uomo!- disse Nowel con ancora Niere svenuta tra le sue braccia.

Un uomo semplice, probabilmente un contadino, con un profondo squarcio nel petto, ormai prossimo al trapasso. Tossiva, i suoi occhi erano fissi sulla Luna in cielo, pregava per la salvezza della sua anima, dopo pochi secondi liberò il suo ultimo respiro.

Calimehtare lo guardava, sconvolta. Ithil non le aveva mai detto che i servi di Alcalimon fossero dei semplici uomini, probabilmente sotto un forte incantesimo.

-Andiamo Nowel.- disse Caliih, allontanandosi dal corpo e dirigendosi verso il suo destriero seguita dalla giovane, traumatizzata con in braccio la piccola. -Risponderò a tutte le domande che vorrai farmi.- concluse.

Nowel non aveva ancora detto una parola, si erano accampate sotto una grotta poco distante da dove avvenne la catastrofe, da dove, la piccola Niere, diventò sola. In un certo senso Nowel la capiva, anche lei era rimasta sola al mondo. Continuava a tenerla tra le braccia, mentre Calih, fuori dalla caverna, a poca distanza da loro, aveva acceso un fuoco, sul quale stava cucinando un qualcosa.

-Vieni Nowel, prendi un po' di zuppa, hai bisogno di un pasto caldo. Qui la notte è fredda.- disse porgendole una coppetta di legno. –Appena si sveglierà la piccola, sfameremo anche lei.- si preparò la seconda coppa per se stessa e iniziò a mangiare.

-Cos'era?- chiese piano Nowel guardando la sua zuppa, senza averla ancora assaggiata.

-Ce ne sono molti di quelli, sono i servi di Alcalimon. Portano distruzione ovunque egli vadano.- rispose continuando a mangiare. –Quando mi venne affidata questa, -disse Calih indicandole la spada. –dovetti affrontarne diversi, una decina, non di più. Ma erano molto meno forti di questo.- rifletté –Comunque, nessuno aveva dato a loro un nome, così, quella notte, coniai "Shelob". Significa ombra, oscurità.- concluse guardando Nowel che ancora non aveva alzato gli occhi, ne tanto meno assaggiato la zuppa. –Dovresti mangiare.- disse calma.

-Perché hanno attaccato?- chiese ancora.

Calih, tirò un sospiro e riprese la storia da dove, il giorno prima, Nowel l'aveva interrotta scappando.

-Dopo che Ithil mi donò di quest'arma, mi disse anche che Alcalimon non sarebbe stato più una minaccia, ovviamente per un certo periodo di tempo. Consumò tutta la sua energia in modo da addormentarlo, imprigionandolo, in modo da non fare del male. Fino a che non fossi arrivata tu.- disse guardandola negli occhi. –Solo tu puoi sconfiggerlo, solo tu puoi sfruttare tutte le potenzialità di quest'arma e dare pace al mondo.

-No. Non potrei mai fare ciò che mi chiedi.- la sua voce era bassa, seria.

-Guarda quella piccola.- insistette ancora. –Non vuoi aiutarla a vendicare i suoi familiari?

-Non è questo il punto!- tuonò all'improvviso guardandola anche lei negli occhi. –Lo vuoi capire? Io non ho la forza, il coraggio, per sconfiggere un Demone così potente.- delle lacrime iniziarono a scenderle sul viso e la sua voce cominciava a tremare. –Non sono nemmeno riuscita ad abbattere uno solo dei suoi servi, non sono riuscita a proteggere la sua famiglia, non sarebbe viva se non fosse stato per te.

-Ed è per questo che io sono qui.- il suo volto era sereno e la sua voce calma, iniziò ad avvicinarsi a quella povera ragazza impaurita.

-Perché sta succedendo tutto questo? Qual è il suo obbiettivo?- chiese Nowel avvicinandosi a Calimehtare, fino a sederle accanto.

-Nowel, una cosa che ho imparato con l'esperienza è che alcuni uomini non agiscono per uno scopo, o un obbiettivo, ma agiscono seguendo il loro concetto di divertimento. E questo è il nostro caso.- rispose Calih.

Passarono diversi attimi in silenzio. Niere stava dormendo beatamente e anche Nowel era molto stanca.

-Posso?- chiese, all'improvviso, un po' imbarazzata a Calimehtare indicando la sua spalla.

-Certo.- le sorrise. E subito Nowel le si avvicinò ancora di più poggiando la sua testa sulla sua spalla.

-Scusa se mi sono comportata in quel modo ieri.- disse ancora. –E grazie.

-Non preoccuparti, ora dormi, sarai molto stanca.- le disse Calih porgendole un lenzuolo.

-Ma quella sacca è magica?- rise Nowel. -Un'ultima domanda, se permetti.- disse infine. –Quando iniziamo?- chiese sorridendo, facendo nascere, sul volto di Calih, lo stesso sorriso.

Il Cavaliere della Luna [REVISIONE]Where stories live. Discover now