Capitolo 2

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Correva lungo un sentiero, dietro di lei ancora quegli Shelob, di fronte a lei sua madre.

-Madre!- urlò chiedendo aiuto.

-Piccola mia, corri, veloce.- le rispondeva la madre tendendole una mano.

Calimehtare le correva incontro, ma più correva più la madre si allontanava, inghiottita dall'oscurità. Una risata sinistra in sottofondo la fece sussultare.

Stanca si fermò.

-Calih- non mosse un muscolo.

-Calih, mi senti?

-Madre?- disse con voce sottile

-Prova di nuovo, piccola Calih.- rise la voce

Allora, riconoscendo, finalmente, la persona a cui apparteneva la voce si girò, e tutto intorno a lei si riempì di luce. Di fronte a lei vide Ithil che la osservava con quei grandi diamanti blu e con un dolce sorriso che lei ricambiò subito alzandosi in piedi. La sua sola presenza le fece dimenticare immediatamente il brutto sogno di pochi attimi prima, riempiendole il cuore di felicità.

-Non ci vediamo da diverse settimane- lo rimproverò Calih andando verso di lui e abbracciandolo.

-Mi dispiace- disse lui onestamente. -Soprattutto per il sogno che la tua mente stava creando.

-Ora va meglio, non mi ha turbata, almeno non più di tutti gli altri incubi che ho fatto in tutto questo tempo. Ormai ci sono abituata.- disse staccandosi da lui. -Mi fai sentire meglio, grazie.- lui le rivolse ancora uno dei suoi sorrisi.

Calih si trovava di nuovo in quello strano posto, tutte le volte che Ithil decideva di vederla la portava in quello strano luogo, tutto era bianco e come nebbioso, ma era piacevole e si sentiva in pace lì, soprattutto grazie alla sua presenza.

-Mi piace questo posto, è così isolato, è nostro.- disse Calih facendo una giravolta su se stessa per poi indirizzare di nuovo lo sguardo verso Ithil, accorgendosi che era diventato improvvisamente serio.

-Cosa è successo?- chiese preoccupata.

-Il giorno è arrivato.- rispose.

-Come? Sul serio?- chiese ancora Calih sgranando gli occhi. -È passato molto, troppo tempo da quel giorno. Non sono sicura che riuscirò a fare ciò che mi hai chiesto.- disse guardandolo negli occhi.

-Ci riuscirai, invece.- Ithil si avvicinò a lei -Se sei stata scelta tu per addestrare il cavaliere, ci sarà un motivo, non credi?

-Sul serio Ithil, è passato troppo tempo, guardami.- disse portandosi le braccia al petto.

-Sei sempre la stessa, cara.

Calih si guardò, effettivamente non aveva torto. Ma non era questo il punto. Non era capace, non poteva farcela, "Non posso!" si disse guardandosi le mani, "Non ho la forza" continuava a pensare.

-Perché?- chiese improvvisamente Ithil. -Perché non credi in te stessa?

-Non posso.- rispose a stento Calih con la voce tremante. -Inizio ad avere paura.

-Calih, guardami- le disse postandosi con un dito il viso di lei di fronte al suo, a soli pochi centimetri di distanza e vedendo nettamente un rossore comparire nelle guance di lei. -Tu sei forte. Non lasciare che dei dubbi ti attanaglino o che altri ti dicano cosa tu devi fare. Abbiamo scelto te perché il tuo spirito è forte, il tuo cuore coraggioso.

-Io coraggiosa?- rispose con un sorriso ironico allontanandosi e abbassando lo sguardo. -Non sono coraggiosa. Non sono i dubbi che mi attanagliano, ma è la paura che mi blocca e non mi fa guardare avanti.

Il Cavaliere della Luna [REVISIONE]Where stories live. Discover now