Capitolo 17

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Un profumo dolce e rassicurante inebriava l'aria, solo questo si ricordava prima di addormentarsi e si svegliò con la stessa sensazione. Aprendo gli occhi si ritrovò in una stanza che non aveva mai visto, era grande, immensa, non era abituata a quel lusso. Era stesa in un letto a baldacchino, con delle piccole tende rosse che adornavano il massiccio legno di mogano del maestoso letto. Provò ad alzarsi per analizzare maggiormente il posto dove si trovava, ma un forte dolore che occupava tutta la testa la fece immobilizzare e portare entrambe le mani sul capo.

-Buongiorno.- bussò Aryon aprendo subito la porta, senza aspettare il permesso.

-Ah! Aryon!- si lamentò Nowel. Quel rumore che provocavano le nocche di lui contro il legno della porta, risuonò prepotente in tutta la testa, provocando maggiore dolore. –Potresti fare più piano?- lo rimproverò.

-Ma se ho sfiorato la porta.- rispose difendendosi.

-Beh, comunque dovevi aspettare il mio permesso per entrare. Poteva anche non essere presentabile.- continuò a lamentarsi.

-Cosa ti fa credere che in questo momento tu sia presentabile?- la prese in giro. –E, in ogni caso, ti ho messa a letto io ieri notte. Non hai le forze per alzarti visto la sbronza che ti sei presa.- si avviò verso le tende chiuse e le aprì violentemente, facendola soffrire ancora di più.

-Ma la fai a posta?!

-Certamente.- disse ridendo. –Cerco di trarre del divertimento da questa situazione.

-Questa me la paghi Aryon.- rispose sorridendo tirandogli un cuscino.

-Tra non molto arriverà il vecchio sacerdote. Meglio che tu non ti faccia vedere in queste condizioni.- sorrise uscendo dalla porta. –La colazione è di sotto.- concluse ormai fuori dalla stanza.

Sbuffando, Nowel, si alzò con fatica dal grande e comodissimo letto, si avviò verso uno specchio appeso ad un muro, vicino ad un grande armadio, e constatò che, purtroppo, Aryon aveva pienamente ragione.

I suoi lunghi capelli blu notte non avevano più una forma precisa, erano scompigliati in tutte le direzioni, i suoi occhi verdi erano contornati da delle occhiaie violacee. Non sarebbe mai riuscita a coprirle neanche con tutte le paste del mondo.

Dopo diverse ore Aryon di accorse che, sia Nowel che Calih, non era ancora scese dalle loro stanze per andare nella sala grande. Pensò che si fossero perse, in fin dei conti quella casa era molto grande, sembrava un labirinto. Nel peggiore dei casi, entrambe, si sarebbero appisolate nuovamente non dandogli retta. Perciò decise di salire nuovamente, ma prima di salire le scale sentì bussare il grande portone principale e corse ad aprire.

-Buongiorno Carnil.- sorride Aryon al vecchio sacerdote.

-Figliolo, è un piacere vederti di prima mattina.- ricambiò il sorriso entrando nella villa appena il ragazzo gli fece cenno. –Spero di non essermi presentato troppo presto.

-Non dirlo nemmeno. Sei il benvenuto in qualsiasi ora.- disse avvicinandosi. –Dovrei scusarmi io. Abbiamo occupato la tua casa.

-Non uso questa dimora da anni, oramai. Mio figlio continua a tenerla in ordine, meticolosamente. In fin dei conti gli ricorda tanto sua madre.- sorrise dando una rapida occhiata a quella che, una volta, era l'abitazione di una coppia felice.

-Accomodati pure nel salotto.- disse Aryon prontamente notando, nel suo sguardo, una celata malinconia.

-Grazie per la cortesia, figliolo.- rispose.

In quel momento scese dalle scale principali Niere, che subito accolse il vecchio con un grande abbraccio. Aveva indossato un vestito verde smeraldo, con delle lunghe manica, adornato completamente da pizzi dorati.

Il Cavaliere della Luna [REVISIONE]Where stories live. Discover now