La Sterminatrice di Consanguinei

164 8 0
                                    

Il volo da Capo Tempesta ad Approdo del Re era relativamente breve eppure le sembrò il più lungo della sua vita.

Dopo la sua reazione istintiva davanti al fuoco di Arrax, Vhagar era stata tranquilla e obbediente per tutto il viaggio. Nonostante questo Visenya non aveva potuto fare a meno di sussultare ad ogni leggero ringhio o gorgoglio emesso dal drago.

La sua mente tornava al modo in cui la frusta le era caduta di mano e a come Vhagar avrebbe potuto facilmente disarcionarla se avesse voluto.
Per anni si era illusa che quella sottile striscia di cuoio munita di spuntoni fosse il simbolo e allo stesso tempo la chiave del suo potere, ora le sembrava assurdo.

Come aveva potuto pensare di aver assoggettato al suo volere la creatura più antica del mondo conosciuto?
Quella notte di sette anni prima, a Driftmark,  non era stata la frusta rubata nelle stalle a salvarla dal fuoco di Vhagar, ma la sua audacia.
Il drago doveva aver apprezzato la sua sfacciataggine accetandola come suo cavaliere, ma il punto era che era sempre stata lei a detenere il potere e non Visenya.

Aveva scoperto la verità nel modo peggiore possibile.

Quando le guglie della Fortezza Rossa erano comparse all' orizzonte era dovuta venire a patti con quello che avrebbe detto alla sua famiglia. Non avrebbe avuto senso provare a giustificarsi scaricando la colpa sul suo drago, era stata lei ad aizzare Vhagar contro Lucerys.

Essendo per metà una Hightower Visenya era cresciuta a stretto contatto con il Credo dei Sette, conosceva bene la gravità di quello che aveva fatto. Esistevano due peccati che surclassavano tutti gli altri: uccidere un Re e, ancora peggio, uccidere un proprio parente.

Chiunque avesse commesso un simile atto veniva marchiato a vita come Sterminatore di Re o, nell' altro caso, Sterminatore di Consanguinei.
E per quanto non avesse mai considerato Rhaenyra e i suoi figli come parte della sua famiglia loro restavano sangue del suo sangue.

"Nessuno è maledetto agli occhi degli Dei come uno Sterminatore di Consanguinei."
Era una delle prime cose che septa Jane le aveva insegnato.

Quando si ritrovò a sorvolare la capitale scoprì di essere restia ad atterrare. Fin tanto che si trovava sul dorso di Vhagar i problemi in attesa tra le mura della Fortezza Rossa sembravano lontani, ma non appena avesse rimesso piede a terra sarebbero diventati abbastanza reali da schiacciarla.

Dopo aver volato attorno alla fossa del drago per tre volte si decise a puntare verso la collina dedicata alla sua omonima. Non poteva continuare a temporeggiare, così rischiava di rendere evidente a tutto il popolo di Approdo del Re che ci fosse qualcosa che non andava. Senza dubbio avrebbero finito per scoprire che la loro amata principessa, quella che credevano una Regina tornata dall'aldilà, non era altro che un'assassina della peggior specie. Ma quel giorno doveva ancora arrivare, adesso la sua priorità era parlare in privato con Aegon, Otto e sua madre.

Una volta scesa dal dorso di Vhagar aveva avvertito ľ impulso di allontanarsi il più possibile da lei. Il drago, che era stato sul punto di addormentarsi, dovette avvertire ľinquietudine del suo cavaliere perché emise un basso gorgoglio e le puntò addosso le iridi gialle.

La principessa le voltò le spalle concentrandosi sulla città che si snodava ai piedi dell' altura. Non appena avvistò la carrozza  discese il fianco della collina senza aspettare che un membro della Guardia Reale la raggiungesse a piedi.

~~●~~

Quando mise piede nel cortile esterno del castello trovò una piccola folla ad accoglierla. Jaehaerys e Jaehaera si sporsero pericolosamente dalla balaustra che sovrastava il cortile e agitarono le  mani in segno di saluto. Helaena li prese delicatamente per le spalle tirandoli indietro, i suoi occhi non si erano staccati per un momento da lei e , nonostante il sorriso che esibiva sulle labbra, sembrava mortalmente seria.

E i draghi danzarono | house of the dragonWhere stories live. Discover now