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«m stai in gopp o cazz,o saje?» pronuniciai soddisfatta

«è ricambiata come cosa» controbatté Ciro con un italiano fin troppo calcato

attirò la nostra attenzione il cancello del carcere aprirsi, e allora come sempre facciamo ci avviciniamo. Dalla macchina della polizia esce mio fratello

«fratm finalmente!» disse saltandogli in braccio

«sorm,come stai?»

«bene »

«statt accuort» dissi guardando Ciro

«nun t preoccupà sorelllì»

«pccrè»

«ciro non scassare le palle» lo rimporoverò Gennaro

«mi ignori  piecuro?»

«m'agg cacat o cazz cirù» risposi in difesa di mio fratello

«fottiti»

«lo farò fare da qualcun altro grazie.» lo vedo voltarmi le spalle,offeso

«sorellì,ti piace  »

«ma chi sto coglione »

«ti piace o' ver?»

«carmine nun me scassà o cazz pur tu ja»

«e ja Ciro ricci punto debole »

«statt zitt»

passai quasi tutto il giorno con mio fratello,obbligai lino a farmi stare con lui in cella per trascorrere un po' di tempo insieme,notai il compagno di cella di mio fratello che a quanto ho capito ha ucciso un suo amico, è molto traumatizzato dall'idea di stare qui si vede dallo sguardo impaurito che tiene,perciò mi accomodai accanto a lui e gli iniziai a parlare

«piacere Agnese,la sorella di carmine »

«Filippo » si limitò a dire

«guardami,non sei stato tu vero?»

«no.. è caduto non sono riuscito a tenerlo ma nessuno mi crede» disse con gli occhi pieni di lacrime

«ascoltami Filì qua sono tutti dei gran stronzi,te lo dice una che sta qua da tanto tempo» dissi abbracciandolo

«quanto?»

«quasi quattro mesi»

«vedo che avete fatto amicizia eh»

«marò cirù scassare le palle è il tuo mestiere vero?»

«chiattì ti piace il pericolo?»

«no » ammise a denti stretti

«ecco allora non ti ci infilare »

«ma tu chi sfaccim ne saje? eh»

«non ti riesce proprio »

«c sta ricenn?»

«essere arrabbiata con me »

l'unica protezione che conoscevo per tenerlo lontano era quello di spingerlo via,ma non riuscì perciò gli diedi uno schiaffo

«guardati le spalle agnè» proruppe infine massaggiandosi la guancia

«non tengo paura,non di te e questo lo sai» dissi dandogli le spalle,salutai Filippo con un bacio sulla guancia e andai nella mia cella,ma prima di uscire sentì Filippo chiamarmi

«agnese»

mi girai

«ci vediamo dopo?» mi limitai a fargli un sorriso ed annuire,quando spostai lo sguardo verso Ciro,vidi lui che fulminava Filippo. Temevo quello sguardo ma allo stesso tempo mi eccitava da morire,poi posò i suoi occhi su di me,squadrandomi da capo a piedi e guardò alle mie spalle,c'erano quattro deficienti che mi guardavano il culo,messo in risalto dal mio leggins,lui si avvicinò con un passo accelerato e mi portò via da lì come se fossi una cosa tutta sua,e nessuno poteva sfiorarla

non ti libererai così facilmente di me. || Ciro ricci Where stories live. Discover now