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Ciro

«mi vuoi parlare?» continuò però a rimanere in silenzio,mia sorella le carezzava i capelli e continuava a guardare altrove

«agnese io ti amo»

«guardami ti prego »

finalmente alzò lo sguardo su di me, quando incrociai il suo sguardo distrutto sentì il mio cuore spezzarsi in mille pezzi,stavo facendo del male alla ragazza che amo per niente.

«vattene per favore» chiese implorandomi

«voglio te »

«per favore Ciro » me ne andai titubante

«che cazzo ti è venuto in mente?!»

«la verità ciro,non è forse così che è andata?»»

«no,brutta stronza »

«ops,forse ho esagerato,ma tu non hai negato »

«tu sei una troia,ecco cosa sei. me lo ha detto tante volte di non fidarmi,ma ho voluto darti una possibiltà,non pensavo potessi essere così crudele »

accanto a me passò lino

«ciro vieni »

«che succede lì?»

«agnese è in isolamento »

«che cazzo sta dicendo »

«ha avuto,uno scatto di rabbia e l'hanno portata in isolamento »

«devo vederla»

«non posso farti entrare »

«significa che mi ci farò mettere »

Agnese

sento aprire le sbarre che permettono l'accesso nelle celle d'isolamento

«entra muoviti » sentì dire al comandante

non mi girai,perché sapevo chi fosse. riconoscevo il suo profumo,era la sua colonia preferita

«ciu ciu »

«agnese per favore»

lino si avvicinò con la chiave e aprì le nostre celle,rimasi seduta a terra,tentando di levare la benda dalla mano

«ei»

«vattene»

«no» evitai di far scendere le lacrime davanti a lui,non volevo che mi vedesse piangere,non piu.

«ei guardami»

«non ti voglio qua »

«per favore » dopo diversi minuti di silenzio lo vidi andare.

Ciro

«mi hai fottuta, nuovamente »

«non sono andato a letto con lei»

«lo hai ammesso! come cazzo fai a negare l'evidenza »

«non sono andato a letto con lei cazzo!»

«ma che cazzo di problemi hai,io non ti conosco più ciro» sbottò incazzata

«guardami,sono sempre lo stesso. sempre quello che ti ama alla follia,quel coglione che ti ha lasciato senza un cazzo di motivo è che poi si è chiuso in se stesso! sono sempre io quello che ti prometteva che saresti diventata la mamma dei miei bambini cazzo!»

«sono io, Agnese. ti amo più di me stesso,sei il mio cazzo di ossigeno,senza te non sopravvivo » dissi sbattendo un pugno al muro,così forte da spaccare le nocche

non ti libererai così facilmente di me. || Ciro ricci Where stories live. Discover now