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MISAKI
18 Marzo, venerdì.
4 anni dopo.
18:34

***
<<prego signorina, la camera duecentoquindici si trova al terzo piano. Per qualsiasi cosa non esiti a chiamarci>> mi sorride la ragazza alla reception. <<la colazione è dalle sette alle nove del mattino. Buona permanenza nel nostro hotel>>

<<grazie>> faccio un mezzo inchino.

Entusiasta afferro la chiave magnetica e mi dirigo all'ascensore con la mia valigia.

Una volta arrivata nella mia stanza lascio tutto vicino alla scrivania e mi butto sul letto.

Mi godo le lenzuola fresche e la bassa temperatura dell'aria condizionata.

Guardo l'orario sul display del mio telefono, poi mi affretto a mandare un messaggio ai miei genitori per avvisarli di essere sana e salva.

Mando anche una foto ai miei migliori amici, Iwaizumi e Asami.

Non ci siamo più lasciati dopo il liceo, siamo sempre stati insieme.

Anche se ogni tanto mi sono ritrovata a fare la terza in comodo visto che Asami si è presa una bella cotta per Iwaizumi.

Purtroppo però lui, a causa del lavoro, sembra non voler niente per il momento.

Iwaizumi alla fine è diventato un trainer per pallavolisti a Tokyo, ma ogni volta che torna a Miyagi viene a trovarmi.

Asami invece mi ha sorpresa con la sua scelta di diventare giornalista sportiva, e anche lei è quasi sempre impegnata.

Mentre i miei cari e vecchi compagni del club di arte si sono sparsi un po' per il mondo.

Yamashita è a Tokyo, lavora come interior designer, Izumi si sta specializzando in medicina in Inghilterra e Ichikawa ha deciso di lavorare nell'azienda di famiglia a Nagasaki.

Per quanto riguarda Fukada è quello con cui sono rimasta più in contatto nonostante sia volato a Parigi per fare il gallerista.

Ovviamente non ha abbandonato la sua passione per la pittura, ecco perché ha deciso di rimanere legato al mondo dell'arte.

E io invece dopo il liceo mi sono presa un anno per completare il mio percorso di guarigione, per fare qualche piccolo viaggio e ho lavorato come fotografa e per mettere qualche soldo da parte.

I miei pensieri vengono interrotti dal suono del mio telefono, è Akito che mi videochiama.

Accetto e posiziono il telefono in orizzontale e lo appoggio al cuscino.

<<ciao fratellone>> sorrido.

<<mamma mi ha appena detto che sei arrivata>>

<<già, tu stai tornando a casa dal lavoro?>>

<<si, ma ho un sacco di cose da fare>> sospira. <<quasi mi pento di essere un architetto. Non dormo più>>

<<non dormivi nemmeno al liceo, non lamentarti ora>>

<<hai ragione>> ride lui. <<come mai sei ancora in hotel? Non vai a farti un giro?>>

A reason to live || Oikawa TooruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora